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Forcing – Nosotti: “Inzaghi ha risentito del cambio di categoria. Santander e Svanberg mi piacciono molto” – Seconda parte

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Nella seconda parte dell’intervista a Marco Nosotti, invece, il giornalista ha voluto analizzare anche la situazione in casa Bologna.
Riproponiamo anche la prima domanda, dalla quale è stato possibile biforcare all’istante le due tematiche principali della conversazione.
Qui la prima parte.

Partiamo da una domanda tanto banale quanto scontata. Come si avvicinano le due squadre all’incontro?
Nel senso, il Bologna è quartultimo con l’entusiasmo della rimonta sul Torino; il Sassuolo è più avanti, seppur non vinca da tre giornate, nelle quali ha affrontato però Milan, Napoli e Samp.

“Iniziamo dal Bologna. Credo che in quel pareggio in rimonta abbia dimostrato grande capacità di reazione, nel senso che questo gruppo, di maroni, ne ha. Pippo, tuttavia, sa che deve lavorare sulla fase offensiva. I gol di Santander e Calabresi sono significativi perché i granata sono una squadra seria. Hai costruito l’errore, ti sei andato a prendere il gol, sempre cercando di farlo di squadra. Non come magari Dzemaili, che vuole troppo spesso anticipare la resurrezione. A me piace tanto El Ropero, che ti porta alla lotta…

…e la vince…
“Sì, perché lui viene dal Copenaghen, dove c’è un calcio meno tattico, ma sarà stato abituato alle partite importanti. È uno che trascina, ma ci vuole qualcosa intorno”

Tu che conosci bene sia questa piazza calda sia Inzaghi, riesci a spiegarci quali difficoltà ha affrontato il mister finora?
“Io l’ho trovato molto maturato, cresciuto, e l’ho constatato anche a Pinzolo. È un allenatore che sta cercando di trovare qualcosa di importante. Mi piace per come trascina e l’empatia che ha con i suoi ragazzi: lui dà tutto, e questo si vede sia nel lavoro quotidiano che nei 90’. Le difficoltà può averle riscontrate nei profondi cambiamenti che ci sono stati, soprattutto là davanti: Santander ci ha messo un po’ a ingranare, ma ha dimostrato di essere adatto anche a questo campionato.
Io, tuttavia, mi concentrerei di più sul centrocampo, sulla costruzione, dove ha trovato uomini-chiave non proprio in forma perfetta come Poli, Dzemaili e Pulgar.
A me piace molto Svanberg, ma purtroppo non è un giocatore pronto subito. È una squadra che deve crescere molto nel lavoro di impostazione, per poi arrivare alla finalizzazione: bisogna tirare di più, lavorando sul piano del gioco per poter attaccare la porta, sia quantitativamente che qualitativamente.
Forse ci si aspettava qualche gol in più da Falcinelli, ma lui è più bravo a creare spazi e a far segnare l’altra punta”

L’anno scorso ho avuto modo di seguire il Venezia, e ho potuto notare che Inzaghi ha portato gli stessi strumenti a Bologna. Secondo me, la stagione scorsa è stata anche fortunata; quest’anno è un campionato diverso…
“Sì. Io vedo che prepara la partita e lavora sull’avversario, però hai una qualità diversa di campionato. Sembra banale, ma è così. Se sbagli qualcosa, in questa categoria ti vengono dentro quanto vogliono. Anche lui deve crescere un pochino, ma ci dedica anima e corpo e questo vuol dire che sta cercando delle soluzioni. Inoltre, vedo che ha grande credito nel pubblico, vedo che ancora piace. Ha qualche bonus da spendere”

Inzaghi piace, ma deve vincere. Al giorno d’oggi, un allenatore si vede dalle vittorie, un attaccante dai gol e un portiere dalle parate. Tutto e subito.
“Esatto, ma questa è una squadra che volge alla battaglia, secondo me. Inzaghi gioca più di ripartenze, e con la Roma è andata benissimo perché Di Francesco viene a prenderti palla nella tua metacampo: sul 2-0, con Okwonkwo, lo potevi ammazzare.
Io credo che il Bologna dovrà sempre lottare perché non ha gente di grandissima qualità, e a questo si aggiungono giocatori che non stanno bene come Dzemaili o Poli. Nagy è interessante, però è un po’ leggerino in mezzo: il Sassuolo picchia in mezzo al campo, anche se non sembra.
Bologna ha una grande realtà, che è la passione e la gente, e Saputo sarebbe da mettere in una teca di cristallo perché sta patrimonializzando la squadra: il tifoso chiede sempre quel giocatore da grande prestazione, ma a volte vale la pena capire che un bilancio sano, un centro sportivo e uno stadio nuovo valgono un centravanti. Nell’immediato capisco che qualcuno possa sentirsi non adeguato, però Saputo bisogna legarlo a Bologna, sperando di creare un asse importante”

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