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È una brutta scoppola per la Virtus Segafredo: il Banco di Sardegna passa a Bologna 86 – 74

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VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – DINAMO BANCO DI SARDEGNA SASSARI  74 – 86   (25-18; 43-42; 58-69)

Virtus Segafredo: Punter 25, Pajola 2, Taylor 5, Baldi Rossi 5, Cappelletti n.e., Kravic 10, Aradori 16, Berti n.e., M’Baye 4, Cournooh 2, Qvale 5. All. Sacripanti

Dinamo Banco di Sardegna: Spissu 2, Smith 14, Bamforth 27, Petteway 6, Devecchi, Magro 1, Pierre 7, Gentile, Thomas 11, Polonara 2, Diop n.e., Cooley 16. All. Esposito

Arbitri: Begnis, Lo Guzzo, Morelli

Tiri liberi: BO 19/24; SS 11/19

Rimbalzi: BO 28; SS 33

Falli: BO 21; SS 23

Tiri da 2: BO 14/29; SS 24/44

Tiri da 3: BO 9/23; SS 9/24

Sassari è due punti dietro, in classifica, rispetto alla Virtus, che occupa ad avvio di giornata l’ultimo posto utile per le Final8 di Coppa Italia. Sassari, insomma, oggi come oggi ne sarebbe fuori, e non è certo quanto col suo roster ci si sarebbe aspettati ad inizio campionato. Questo per sottolineare come la Segafredo non potrà sottovalutare l’impegno, pena una grossa delusione che, alla ripresa dopo la sosta per gli impegni della nazionale, non sarebbe di buon auspicio per la conclusione di un girone d’andata funzionale all’accesso alle prime finali di stagione.

E l’inizio non è per niente male, in casa virtussina, soprattutto perché Punter si presenta con 8 punti in un paio di minuti, chiusi da un magnifico assist di Taylor per Qvale. Non è però che la Dinamo dorma, e ad inizio quarto minuto si è sul 10-5. A tripla qui si risponde con tripla, a Smith risponde Aradori, e Esposito si trova costretto a riunire i suoi per il primo time out a metà quarto, sul 15-8. I risultati paiono convincenti, per i sardi, ma Punter oggi pare incontenibile e trascina dietro di sé tutta la squadra, con nove giocatori entrati in campo per entrambe le squadre in questo primo quarto spettacolare anche per il contributo sassarese. Bellissimo, per esempio, è un loro contropiede concluso in schiacciata da Polonara. Ma Sassari se gioca in velocità è davvero temibile. Un attimo di suspence quando Petteway per salvare la palla travolge lo storico dirigente e tifoso virtussino Daniele Fornaciari, ma per fortuna tutto si risolve in fretta. Primo quarto che si chiude allora sul 25-18, con un grande semigancio di Pierre sulla sirena.

Dopo il rientro in campo tuttavia la partita cambia: Sassari è enormemente più motivata, la sua aggressività sorprende i bolognesi che rischiano di subire il canestro del sorpasso sul 27-26. Ci pensa, però, Kravic, che lo evita con una stoppata e una successiva rubata che si trasforma in contropiede e schiacciata. Però la Virtus ora non la mette più nemmeno in una vasca. Taylor capisce la difficoltà della squadra, prova a scuotere i suoi con assist e penetrazioni, per un po’ va anche bene ma Bamforth stende tutti con due triple consecutive. 37-36, con due minuti da giocare. Dopo un batti e ribatti a chi sbaglia di più Cooley pareggia su libero, a 2’18” dall’intervallo. Subito dopo M’Baye si lascia sfuggire la palla dalle mani, neanche fosse un segno di resa, cui replica la tripla del solito Bamforth che porta Sassari per la prima volta avanti: 37-40 a 1’30”. La riscossa virtussina si basa principalmente sui liberi di Pietro Aradori, pure Sassari però ha un piccolo black out. Insomma, all’intervallo la Virtus è quasi miracolosamente di nuovo avanti 43-42.  Una brutta notizia per i bolognesi è stato il terzo fallo fischiato a Qvale. Bamforth è diventato miglior tiratore dell’incontro, con 14 punti tutti nel secondo quarto: è chiaro che se lascerà Sassari correre come ha fatto in questo secondo quarto la Virtus potrebbe pagarla cara.

Alla ripresa Bamforth continua come aveva finito, mentre Taylor è colto sul quarto fallo dopo meno di due minuti. Aradori non sfrutta in pieno i liberi su fallo subito mentre tira da tre, M’Baye fa fallo su Thomas mentre realizza da sotto per un suo gioco, a questo punto, da tre. Pajola allora dice tocca a me e fende la difesa sarda con un’entrata che fa saltare i tifosi. M’Baye però oggi non c’è, e invece di chiudere un mezzo contropiede in terzo tempo si fa beccare in sfondamento. Di là Bamforth invece continua ad essere mortifero, ma è la Dinamo che palesa una chiarezza di idee che la Virtus ha smarrito totalmente. Ad inizio quinto minuto è time out sul 49-57. È uno 0-8 mortificante quello subito dalla Segafredo, c’è poco da dire. Baldi Rossi butta alle ortiche un bel rimbalzo difensivo passando la palla a un avversario. Si riscatta poco dopo con un canestro dall’angolo, ma proprio non ce n’è per i bolognesi. Sassari è in fiducia, la Virtus tutto il contrario. Petteway schiaccia, Spissu ruba la palla, finalmente torna la tripla di Punter che illude di poter chiudere il periodo sotto la doppia cifra di distacco, ma Thomas risponde con la sua: il 58-69 all’ultima sosta non dice abbastanza del panico diffusosi tra le maglie bianconere.

Dopo un minuto dell’ultimo quarto Sacripanti prova anche l’arma di mettere in campo contemporaneamente sia Kravic che Qvale, mentre l’intensità dei suoi sembra finalmente aumentare. Sono gli arbitri ora peraltro a mostrare una certa stanchezza, con fischiate discutibili in verità dall’una e dall’altra parte. A 8’10” dalla fine è 61-69 quando Esposito chiede time out. La Virtus non dovrebbe sbagliare più niente, e invece Taylor sbaglia due liberi su due e poi si perde Smith in difesa. Una tripla di Punter ridà fiducia ai tifosi, un’altra al limite dell’assurdo riporta i suoi a -2, 69-71 al 34°. Ma Bamforth è pazzesco e guida i suoi al nuovo +7, poi +9 a tre minuti e mezzo dalla conclusione. Sacripanti chiede la sospensione, consapevole che il tutto per tutto finale dipenderà dalla chiarezza di idee delle ultime scelte, associate alla determinazione della difesa. Infatti, Taylor scivola in una penetrazione resasi necessaria per un eccesso di giro-palla. La lezione di basket che viene da Bamforth tramortisce così il PalaDozza, con un assist per Cooley da favola. A 1’39” dopo un’azione al limite dei 24″ Bamforth si procura tre liberi: sbaglia il primo, ma il suo ventisettesimo punto sarà la condanna definitiva per la Segafredo. 74 – 86 è il finale, giusto, per quello che si è visto sul campo. L’assenza di Martin è costata probabilmente tantissimo ai bolognesi, però non si può sempre parlare di quelli che mancano. La sconfitta brucia, bisognerà capire cosa non ha funzionato, ma anche riconoscere che oggi i singoli del Banco di Sardegna si sono dimostrati superiori a quelli di Bologna.

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