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A Brindisi la Virtus Segafredo sbatte contro la maggiore voglia di vincere della Happy Casa e perde 89 -81

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HAPPY CASA BRINDISI – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA 89 – 81   (29-13; 43-40; 68-56)

Happy Casa: Banks 27, Brown 20, Rush 6, Gaffney 7, Zanelli 2, Guido n.e., Moraschini 14, Marzo n.e., Cazzolato n.e., Wojciechowski 2, Chappell 11, Taddeo n.e. All. Vitucci

Virtus Segafredo: Punter 15, Pajola, Taylor 14, Baldi Rossi 5, Cappelletti, Kravic 12, Aradori 9, Berti n.e., M’Baye 9, Cournooh 9, Qvale 8. All. Sacripanti

Arbitri: Paternicò, Baldini, Calbucci

Tiri liberi: BR 14/18; BO 9/10

Rimbalzi: BR 40; BO 32

Falli: BR 15; BO 21

Tiri da 2: BR 30/42; BO 15/27

Tiri da 3:  BR 5/20; BO 6/23

È una partita complicata quella che attende la Virtus Segafredo al PalaPentassuglia di Brindisi. La Happy Casa è a pari punti, in classifica, alterna prove molto buone ad altre mica tanto, segna molto meno, in media, ma anche subisce decisamente meno punti dei bolognesi, ed è a questo punto priva del suo giocatore più importante, il play Wes Clark, infortunatosi a Venezia domenica scorsa, per il quale la squadra brindisina sta cercando un sostituto ma ad oggi non vi è ancora riuscita. Questo di sicuro dovrebbe essere un fattore vantaggioso, per la Virtus, ma occorre ricordare che la formazione di Sacripanti potrebbe restare imbrigliata nel gioco controllato che Brindisi potrebbe adottare per sopperire all’assenza de suo regista. La Virtus ha più volte dimostrato invece che se non corre rischia di appisolarsi, come mercoledì a Ostenda, con conseguenze nefaste, mentre oggi deve puntare forte sulla possibilità di portare a casa due punti importanti per la corsa alle final8 di Coppa Italia.

Invece, giusto per smentirci, è proprio la Happy Casa a partire di corsa: tripla da casa propria di Gaffney e rapido contropiede di Chappell per un 5-0 che rischia di stordire la Virtus. Non è inizialmente così solo perché Punter trova un paio dei suoi tiri da fuori che consentono ai bianconeri di restare in partita, sebbene al sesto minuto si sia di nuovo -6, 15-9. Brindisi corre a perdifiato, Sacripanti prova a fermarli con un timeout sul 17-9. Con modesti risultati, anche Moraschini attacca felicemente il ferro per un pesante 2+1 con fallo di Qvale che dà a Brindisi la doppia cifra di vantaggio, 23-13 a due minuti dalla prima sosta. La palla non gira, in casa Virtus, in quella brindisina vola per le continue incursioni di Banks, Chappell, Moraschini, per cui il quarto si ferma sul 29-13. Un passivo pressoché imbarazzante, soprattutto se si pensa che la media partita di punti segnati dalla Happy Casa è di 76.

Ad inizio secondo quarto a Moraschini sta per riuscire un gioco da quattro di tabella da otto metri, senonché sbaglia il libero, la cosa teoricamente più semplice. Un immediatamente successivo fallo antisportivo su Cournooh pare dare un minimo di coraggio ai bolognesi: al 12’30” si torna sul -9, 32-23. Il contributo di Cournooh è fondamentale, in questo periodo, mentre Taylor rischia di perdere la trebisonda, con le medie di tiro che diventano sempre più modeste di qua ma ora anche di là. Se non altro, lo scarto è tornato gestibile: 34-27 a metà quarto, 36-32 a 3’ dalla fine con la tripla di Cournooh, poi 36-35 con quella di Aradori. Vitucci ferma il gioco molto preoccupato. Il rientro è un 7-0 per i suoi (catechizzati a dovere, evidentemente), rintuzzato in parte poco dopo da M’Baye e Punter; pertanto all’intervallo si va su un 43-40 insperato dai virtussini solo pochi minuti prima. Diciamo che aver cominciato a difendere ha un po’ cambiato la loro partita.

Il tap in di Kravic apre la ripresa, l’alley oop di Banks per Gaffney ne è la replica. Subito dopo il pareggio, 45-45, con gioco da 2+1 di Taylor; poi, un effimero vantaggio bolognese dettato da Aradori cui risponde un 5-0 brindisino. La partita continua a strappi, insomma, con leggero predominio casalingo, che diventa ancora un +10 sul 64-54 a due minuti dalla fine del quarto. La cosa che sconcerta è la reazione della Virtus che si è come bloccata: in ritardo sulle palle vaganti, in confusione in attacco. L’ultima pausa dice 68-56, con tanti saluti all’intensità del gioco virtussino.

Qualche bella giocata Segafredo ad avvio ultimo quarto, ma oggi mancano soprattutto Punter e Taylor. A 5’56” dalla fine una testata involontaria tra Taylor e Brown ferma il gioco, quando si è sul 74-62. Brown ha perso i sensi e scende la paura sul palasport, fortunatamente dopo poco pare senza gravi conseguenze per l’atleta brindisino, che però è tenuto in panchina. Non che le cose cambino più d tanto: Banks, Gaffney, Moraschini sembrano fare quello che vogliono, imitati ora da Rush, ora da Chappell, mentre la Virtus ha smesso di giocare di squadra e col “tiro io che ci prendo” finisce che non fa più canestro. Il tentativo di pressing dei bolognesi negli ultimi due minuti crea un briciolo di suspense ma non illude nessuno, la schiacciata di Chappell e poi quella di Rush sono la risposta in faccia ai bianconeri. La bella notizia è che Brown rientra in campo, con la partita che si chiude 89-81. Per la Happy Casa è la risposta migliore all’infortunio di quello che è stato fin qui il proprio cervello, Clark; in casa Virtus Segafredo dovrebbero invece cominciare analisi che non si fermino alla ricerca di alibi per una nuova sconfitta che non si giustifica se si confrontano le ipotetiche potenzialità in campo. Ipotetiche, appunto, perché alla fine Banks, Brown, ma anche Moraschini e uno dietro l’altro un po’ tutti i brindisini hanno mandato a spendere i rispettivi avversari, seppure la differenza maggiore sia emersa in primo luogo sul piano del gioco sia in attacco che in difesa.

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