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Pochi argomenti per il Bologna contro la maturità tattica del Napoli

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E’ molto complicato uscire indenni dal San Paolo, per qualsiasi squadra, a maggior ragione per il Bologna di Pippo Inzaghi, che non sta di certo attraversando un momento positivo, e che, soprattutto, non sembra avere argomenti per mettere in difficoltà una squadra così matura e pronta, guidata dal miglior (o poco ci manca) timoniere in Europa.
La maturità tattica del Napoli è ormai una certezza, e il 4-4-2 è un abito che calza a pennello agli azzurri, che hanno mantenuto il principio fondamentale imposto da Sarri negli anni passati: il controllo del possesso palla, aggiungendo maggior verticalità e equilibrio con le idee di Carlo Ancelotti.

In fase difensiva i partenopei coprono il campo perfettamente, impostando un pressing meno esasperato rispetto a quello sarriano, ma riuscendo comunque a riconquistare palla sempre molto in avanti, grazie a uscite compiute con i tempi giusti. Le due punte si posizionano in orizzontale per non permettere ai difensori centrali di dialogare, mentre i due interni salgono sui centrocampisti avversari coprendosi le spalle a vicenda. Se uno esce in pressione, l’altro scala in copertura, aiutato anche dall’esterno di centrocampo, che in fase difensiva blocca sia le linee interne, che quelle esterne, in corrispondenza della posizione del pallone.
Senza Koulibaly, il Napoli perde moltissimo in velocità e fisicità nella retroguardia, ma l’equilibrio azzurro è granitico, e la presenza di Maksimovic non dovrebbe pregiudicare di molto la prestazione dei napoletani.
La fase offensiva, però, è forse la parte più interessante del lavoro di Ancelotti, che ha avvicinato le due punte, puntando su un 4-4-2 che gestisce al meglio sia l’ampiezza, che i mezzi spazi centrali, attaccando con 5 uomini tutti i corridoi di gioco. In questo senso i giocatori chiave sono Insigne, che questa sera verrà sostituito da Mertens, e Fabian Ruiz (che potrebbe sedersi in panchina a favore dell’ex Verdi): il giocatore perfetto per il sistema di gioco che ha in mente Ancelotti. Lo spagnolo, o Simone, contro i rossoblù giocherà esterno di sinistra, ma quasi sempre verrà dentro al campo, posizionandosi nel mezzo spazio sinistro, con Mertens che andrà nel mezzo spazio destro a sostegno dell’unica punta Milik. A questo punto l’ampiezza sarà gestita da Ghoulam, che salirà come di consueto, e da Callejon, che non attaccherà la profondità sul lato debole degli avversari, ma fungerà da rifinitore. La verticalità sarà data quindi da Milik, che cercherà anche la profondità, e da Fabian Ruiz (o Verdi) e Mertens. A servirli non ci sarà l’altro assente illustre (Hamsik), ma Diawara (o Zielinski) insieme all’insostituibile Allan, cresciuto esponenzialmente nelle due fasi di gioco sotto la guida di Ancelotti.

Come il Bologna potrebbe uscire indenne dal San Paolo?

Come detto in cima all’articolo, i rossoblù hanno pochi argomenti a disposizione per mettere seriamente in difficoltà i partenopei. Allan e Diawara potrebbero andare in difficoltà una volta pressati, ma i ragazzi di Inzaghi difficilmente opteranno per una linea difensiva alta per andare a prendere i napoletani: sarebbe un suicidio accettare l’1 contro 1 in difesa e sugli esterni. Indi per cui il Bologna probabilmente metterà in campo lo stesso atteggiamento visto nelle ultime partite, cioè con un baricentro molto basso per togliere ogni tipo di profondità agli avversari, stando molto corto tra i reparti. I due “terzi” di difesa, quindi Calabresi ed Helander, dovranno essere molto bravi ad accociare sui fantasisti napoletani (rispettivamente Ruiz e Mertens), insieme alle due mezz’ali (Poli e Svanberg) per non farli ricevere ai lati di Pulgar, che con ogni probabilità rientrerà da titolare.
Per bloccare la fase offensiva del Napoli, bisogna sperare che i 4 (il terzino di sinistra, l’esterno di sinistra, la seconda punta e l’esterno di destra) dietro all’unica punta Milik, si schiaccino spesso sulla stessa linea, facilitando il lavoro dei centrocampisti del Bologna.
In fase offensiva, invece, i rossoblù potrebbero sfruttare la linea alta degli avversari per attaccare la profondità. In questo senso potrebbe salire in cattedra Palacio, che per fare una grande partita dovrà essere in condizioni pressoché perfette. Ovviamente, l’argentino non potrà essere il solo a giostrare le offensive felsinee, con le due mezz’ali che dovranno appoggiare il Trenza, e i quinti di centrocampo che dovranno fare da elastico per rimanere corti anche in fase di possesso palla.

E’ chiaro che per portare a casa anche solo un punto serva fortuna e tutti gli episodi a favore, ma sarà decisivo l’atteggiamento e l’attenzione dei rossoblù, che dovranno rimanere sempre all’erta durante gli attacchi dei partenopei, che con Ancelotti sono riusciti a diventare ancor più imprevedibili.

Napoli (4-4-2) Meret; Malcuit, Maksimovic, Albiol, Ghoulam; Callejon, Allan, Diawara, Fabian Ruiz; Mertens, Milik

Bologna (3-5-2) Skorupski; Calabresi, Danilo, Helander; Mattiello, Poli, Pulgar, Svanberg, Mbaye; Palacio, Santander

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