Bologna FC
Amarcord – Quando a Torino risolse il Carneade Cristaldo
Il Bologna a Torino, sponda granata, non ha mai avuto grandi tradizioni favorevoli. Prova ne sono le uniche 9 vittorie in 60 incontri disputati in serie A. Eppure l’appiglio per tornare a scomodare la cabala c’è ed è pure recente. D’altronde, come si dice in questi casi, per chi vive un periodo sfortunato non rimane che pensare (se c’è) a una fase della vita ancora più disgraziata. E come non andare allora a quel disgraziatissimo 2013/14, l’anno dal finale impronunciabile, costellato di perle e Diamanti, gioie (poche) e dolori, tanti. E perfino di episodi al limite del grottesco, con un giocatore (Ibson) dimenticato all’aeroporto. Dal letame nascono i fiori, cantava De André, ed ecco che anche quel campionato da svendita totale poté regalarci un pomeriggio di gioia e speranza.
Era domenica 9 febbraio 2014 e il Bologna di Ballardini giocava nel cosiddetto lunch match all’Olimpico di Torino contro i granata allenati da Gian Piero Ventura. Dopo soli 5 minuti il Bologna era sotto, cross teso dalla destra di Alessio Cerci e deviazione sottoporta in spaccata di Ciro Immobile, la straordinaria coppia gol che abbagliò tutti gli addetti ai lavori trasformando un buon allenatore da centro classifica di serie A in ct della Nazionale. Ma questa è un’altra storia.
Inizio della fine per il Bologna quindi? D’altronde la vittoria mancava sotto san Luca dal 22 dicembre (1-0 in casa contro il Genoa) pertanto la logica diceva che
doveva essere così. E invece ci pensò il Carneade Jonathan Cristaldo da Bueons Aires a trasformare la digestione del pranzo domenicale dei bolognesi. Niente Gaviscon per una volta, scatto di gloria di un redivivo Rolando Bianchi che al 12’ seminava la difesa avversaria salvo poi sparare addosso a Padelli una volta dentro l’area, ma Cristaldo è lì e segna a porta praticamente vuota. Buono il pari, ma il 2 sulla ruota di Torino è ancora più succulento e così al 25’ fu Khrin a provarci, a respingere ancora Padelli ma il nostro Cristaldo Jonathan da Buenos Aires detto “El Churry” si trovava nuovamente lì e, lesto come una faina, segnò il gol del 2-1 a nostro favore. È tutto troppo bello, per Cristaldo che in quell’annata bolognese segnerà soltanto quattro reti in 28 presenze, ma anche per i tifosi rossoblù. Il Toro,
scornato, le prova tutte, ma evidentemente non è in giornata: palo chirurgico di Glik nel primo tempo, traversa di Cerci ad inizio ripresa, parate di Curci a ripetizione, decisiva quella sullo stesso Cerci nel finale. Il Toro dell’epoca era in piena corsa per l’Europa, proprio come ora, e non perdeva da 11 giornate. Il Torino attuale proviene da una serie utile di 7 partite e ha nuovamente l’Europa a portata di mano. Noi abbiamo in panchina un ex, oltre a quelli sul campo, che forse qualche sassolino dalla scarpa avrà voglia di toglierselo. Si gioca all’ora di cena e del Gaviscon ne faremmo nuovamente volentieri a meno.
Torino: Padelli, Maksimovic, Glik, Moretti, Darmian (46′ Basha), Farnerud (62′ Larrondo),
Vives, El Kaddouri (46′ Kurtic), Masiello, Cerci, Immobile. All. Ventura
Bologna: Curci, Antonsson, Natali (62′ Cherubin), Mantovani, Garics, Krhin (77′ Sorensen),
Perez, Christodoulopoulos, Morleo, Cristaldo, Bianchi (87′ Ibson). All. Ballardini
Arbitro: Irrati di Pistoia
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