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Tutto calcio che Cola #27: Avvocato Joe, a lei la parola – 18 set

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La situazione: una tifoseria splendida e memore di un tempo lontano ma glorioso si trova da anni con l’acqua alla gola per colpa di una dirigenza inadatta e inaffidabile, che ha fatto scivolare una squadra che una volta faceva tremare il mondo (citazione dovuta) in Serie B, piena di debiti e con una rosa composta da prestiti e svincolati che certo non garantisce un immediato ritorno in Serie A.
Da lontano arriva un americano carismatico e dai grandi progetti, che ha i contatti giusti, che fa sapere a mezzo stampa che lui quella squadra vuole farla tornare grande, “tra le prime cinque d’Italia”, posizione che merita e da cui però manca – a voler essere pignoli – dal campionato 1970-71, poco meno di mezzo secolo. Insomma, un obbiettivo non da poco.
Chi sia e che disponibilità economica abbia davvero, Joe Tacopina, in pochi lo sanno. Non lo sa Guaraldi, non lo sa ne chi ne auspica un immediato ingresso in società ne chi lo dipinge come un fenomeno da circo e poco più. Si sa che ha avuto un ruolo (non si sa quanto importante) nella rinascita della Roma dopo la gestione-Sensi, che in America è noto opinionista e protagonista in casi mediatici importanti come quello del giocatore di baseball dopato “A-Rod” Alexander Rodriguez e quello dell’omicidio di Meredith Kerchner a Perugia, dove difende Amanda Knox, la presunta assassina. Si sa che ha origini italiane chiaramente evincibili dal cognome e che per questo ha sempre amato il calcio, e dopo il buon lavoro svolto alla Roma vuole una società tutta per se e l’ha individuata nel Bologna, squadra che ama e città che apprezza – e ci mancherebbe altro, aggiungiamo noi.
A chi ama con passione a volte basta poco. Basta una dichiarazione di intenti, di buona volontà, proclami altisonanti dopo anni in cui quando andava bene si vedeva rotolare la balla di fieno nel deserto, per utilizzare un iconografia a stelle e strisce.
Basta questo dopo anni di scellerata gestione di una dirigenza che ha sbagliato tutto lo sbagliabile e che oltretutto non ha mai avuto l’umiltà di ammetterlo, ingannando a più riprese un popolo che è sempre stato fedele e che sempre, in fondo, ci ha creduto e continua a crederci.
Chi scrive segue con attenzione speciale il Bologna solo da un annetto, periodo tuttavia sufficiente per vedere l’amore estremo che la città ha per la squadra, la fede incrollabile anche quando tutti i presupposti avrebbero fatto preferire un pic-nic al parco piuttosto che l’ennesimo, orribile, spettacolo al “Dall’Ara”.


Ecco, sarebbe un peccato che qualcuno se ne approfittasse. E non dico che Tacopina lo farà, dico solo che per quanto l’entusiasmo sia capibile e anche più che giustificato, bisognerà giudicare il personaggio senza farsi condizionare da chi lo ha preceduto. Dico che giudicare positivamente qualcuno a priori è sbagliato tanto quanto giudicarlo negativamente a priori, cosa che invece mi pare stia succedendo in città e sui social network, dove l’altro giorno solo per aver invitato alcuni tifosi ad andarci con i piedi di piombo sull’avvocato americano – personaggio che “a pelle” apprezzo, peraltro – sono stato definito uno che difende Guaraldi ed il suo tremendo operato. “Tanto peggio di Guaraldi nessuno può fare” è un postulato che non ha molto senso di esistere: nel mondo del calcio è una frase che è stata detta molte volte, e non sempre è stata veritiera. Anche nello specifico mondo rossoblù, poi, è noto che molte volte ci sono state dirigenze che sono state considerate “le peggiori”, che chiunque sarebbe arrivato poi non avrebbe potuto fare di peggio. Poi è arrivato Guaraldi, e la storia la sappiamo. La stessa storia che ci insegna che, anche al di fuori del calcio, non sempre chi è arrivato sotto le vesti di salvatore della patria si è poi rivelato tale.
Capita di voler credere nel “meno peggio” a prescindere, ma bisogna rendersi conto che se si ama qualcosa – nello specifo la squadra – non si può pensare che vada bene il “meno peggio”. Ci vuole il meglio, ci vuole qualcuno che convinca non soltanto perché l’alternativa è imbarazzante e nota. Qualcuno degno di quella maglia, di quella storia, di quella stessa gente che vive con “la maglia del Bologna sette giorni su sette”, per citare un altro illustre tifoso rossoblù.
Joe Tacopina sarà un bluff? Sparirà come nel 2008? Oppure acquisterà il Bologna con i suoi partner “very strong” e lo riporterà nell’elite del calcio italiano? Non sono un indovino, ma è chiaro che mi auguro che avvenga la seconda ipotesi. L’importante però, in un momento di stallo come questo, è restare uniti sotto la stessa bandiera – che non è quella di Tacopina, ma quella del Bologna FC – e far capire a chi arriva che altre dirigenze incapaci e che vendono fumo non saranno tollerate. L’importante sarà giudicare i fatti e non le apparenze, riuscendo a scindere un passato grigio e pieno di vuote promesse da un futuro che non può e non deve ricalcarne le orme.
Forza Joe, facci vedere di che pasta sei fatto davvero. La strada è lunga, ma credimi: tanta fatica sarà premiata con un amore unico come quello che chi tifa Bologna ha per la propria squadra. Un amore che però, è bene ripeterlo, non si ottiene a parole ma con i fatti.

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