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Forcing – Lopes Pegna: “Sono molto contento dell’arrivo di Montella”

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Massimo Lopes Pegna è nato nel 1987. Beh, non proprio, magari qualche anno prima…
Ripartiamo: Massimo Lopes Pegna è “nato” (meglio) nel 1987, quando – dopo aver girato Denver e Chicago – approda a New York, dove conosce Rino Tommasi, il suo “primo contatto”. E che contatto: insieme a lui, Massimo entra nel mondo de La Gazzetta dello Sport, assumendo – in seguito e tenuto tutt’ora – il ruolo di corrispondente americano per il quotidiano rosa. Nonostante sia “nato” 32 anni fa, tuttavia, tiene vivo il suo cuore Viola, visto che la patria (quella vera) è Firenze.

Massimo, noi, oggi, ti interroghiamo in materia calcistica, ma pochi giorni fa eri sul parquet insieme a Pau Gasol e Giannis Antetokounmpo (cestisti dell’ NBA). Come mai ti sei avvicinato al basket?
“Innanzitutto per motivi professionali, perché il basket l’ho seguito sempre poco: essendo di Firenze, non abbiamo mai avuto grandi squadre citate negli anni, quindi sono cresciuto col calcio. Poi, essendo uno alto ‘normale’, a scuola giocavo a calcio e un pochino a pallavolo, ma il basket proprio zero. Qui, per forza di cose, ho dovuto imparare – con grande piacere, peraltro – il basket e tutti gli sport americani perché il calcio, soprattutto allora, non esisteva. Adesso le cose sono anche discrete, è sicuramente uno sport che sta crescendo: rimane un hobby, e per fortuna non devo mai scrivere di calcio, salvo in rare occasioni, perché preferisco divertirmi guardandolo in televisione (ride, ndr)

Certo, capisco benissimo! Da buon fiorentino, sei rimasto tifoso della Viola: mi fai una panoramica della stagione?
“Allora, se non sbaglio è una delle squadre più giovani d’Europa, sicuramente la più giovane in Italia; ha avuto un allenatore non genio, ma neanche un fesso. Credo che la stagione di Pioli sia stata, fino a un certo punto, molto buona: ha valorizzato molti giovani, ha fatto con quello che aveva. In certi momenti, la Fiorentina giocava anche bene, ha concretizzato poco, ha capitalizzato poco perché abbiamo il record di 15 pareggi. Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, però, alla fine, contano anche quante sconfitte hai fatto: non sono tantissime rispetto ad altre tue pari, chiamiamole così”

Mi hai introdotto la questione di Pioli: l’hai seguita? Cosa ne pensi?
“Sì, l’ho seguita leggendo. Sai, queste cose bisogna seguirle da dentro, sui giornali capisci fino a un certo punto. Non perché non sono bravi, ma perché certe dinamiche di società e spogliatoio non si conoscono. A me, Pioli, sembra una persona per bene. Magari, con qualche allenatore più bravo, lo stesso Montella che è arrivato adesso, qualche punto in più lo facevi. Comunque, il valore della Fiorentina, se non è il decimo posto, è l’ottavo, il settimo: ti dico, forse l’Europa League poteva essere il nostro scudetto, ma non credo se si potesse andare più di lì”

L’ultima vittoria risale al 17 febbraio, a Ferrara. Difficile pensare fosse solo “colpa” di Pioli…
“Non può essere ‘colpa’ di una persona sola, l’allenatore è la persona che conta di più, ma non saprei dirti. In queste ultime settimane, probabilmente, ci sono stati degli sfiati col fatto che in campionato non hai più nulla da dire perché non ce la fai più ad arrivare in Europa League, la retrocessione non la rischi, per cui – a volte – può essere normale anche rilassarsi. Non è una giustificazione, però: quando vai in campo, devi vincere. Sai, giochi con un Frosinone al 110%, tu al 95% e le differenze tecniche si bilanciano.
Di chi è colpa, ti dico la verità, è una domanda che non ha risposta: un po’ di tutti forse, direi”

Ora è arrivato Montella. Per la Fiorentina, d’ora in poi, sarà meglio o peggio? E per il Bologna, che la incontra tra due giorni, meglio o peggio?
“Secondo me, quando c’è un allenatore nuovo, in generale succede sempre qualcosa, quindi – forse – per il Bologna può essere peggio. Io sono molto contento dell’arrivo di Montella: insieme alla Fiorentina di Prandelli, è stata una delle più belle che ho mai visto, anche sotto il punto di vista dei risultati, dato che abbiamo fatto quarto posto per tre anni consecutivi, se non sbaglio. Stare al quarto posto, per la Fiorentina, è un gran successo, quindi a me l’idea di Montella piace”

Davanti avranno un Bologna che ha conquistato tre vittorie e una sconfitta. Oltre alla grinta, secondo te, cos’ha portato Mihajlovic?
“Porta, soprattutto, grinta e grande aggressività: questa è una delle sue caratteristiche. Le sue squadre non saranno belle come, facendo le dovute proporzioni, il Manchester City di Guardiola o altri allenatori che hanno un gioco molto bello a vedersi, ma secondo me era il perfetto allenatore al momento giusto. A Firenze non m’è piaciuto molto, però credo che per il Bologna – e i risultati lo confermano – fosse proprio la giusta risposta”

Mi ha servito l’assist per l’ultima domanda: perché hai ricordi negativi di Mihajlovic?
“Allora, qui non è facile vedere la Fiorentina in tv. Adesso sì perché hai un servizio, con ESPN, che volendo le vedi tutte, ma fino all’anno scorso seguivi quelle che ti davano Rai International alle 15, cioè una, e la Fiorentina non la sceglievano quasi mai. Quella di Mihajlovic non mi pare di averla vista troppe volte, ma il fatto già che non ne abbia un ricordo, dice tutto (ride, ndr). Mi sembra che questa sia la risposta migliore, non ho un ricordo di quella Fiorentina. Mentre quella di Montella e Prandelli mi esaltavano e potrei citarle, quella di Mihajlovic non mi è mai piaciuta nel modo in cui giocava, per cui mi pare di averti risposto”

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