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Giro D’Italia – 4a Tappa: Povero Tom

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Nella mia “intervista al Giro” di sabato ti avevo indicato come il principale favorito di questo Giro. E non avevo manco brillato di originalità, visto che per quasi tutti gli esperti, o sedicenti tali, il predestinato alla vittoria finale eri tu.

Tu, con il tuo stile impeccabile. Tu, con la tua classe cristallina.Tu, con il tuo bel viso che raramente lascia trasparire la sofferenza. Tu, il più forte di tutti a cronometro.

Tu, che comunque in salita sai andare eccome, nonostante Madre Natura ti abbia dotato di un physique non certo da grimpeur (Do you remember Oropa 2017?).

Tu, che proprio in quel 2017 il Giro lo vincesti davanti a due ex trionfatori come Quintana e Nibali. Tu, primo degli umani lo scorso anno, dietro a Chris Froome, l’extraterrestre.

E invece…un attimo di distrazione, una piccola sbandata, un rumore, un urlo forse, e tu che, senza manco accorgertene, ti ritrovi per terra. E, nel rialzarti, nel recuperare d’istinto la tua bici, ecco che senti un dolore al ginocchio e qualcosa di liquido che scorre lungo la gamba. Non è acqua, no, purtroppo. E’ sangue, il tuo stesso sangue che esce da quel taglio lungo la tua gamba dolorante.

Ti rialzi, certo. Prosegui la tua marcia, perché così ti hanno insegnato a fare fin da ragazzino. Ci si alza e si riparte: questo dice da sempre l’istinto del ciclista.

Ma fatichi. Tanto. E provi dolore. Osservi là in fondo il gruppo dei migliori che si allontana. Quella maglia rosa che fu tua anche l’anno scorso e che ora è indossata da Roglic che si allontana da te, e dai tuoi sogni. Con ogni probabilità per sempre, almeno per quest’anno.

Ti scorta la tua “guardia rossa”. I tuoi compagni, pronti a buttarsi nel fuoco per te per portarti alla vittoria tirando come matti, ora vanno piano e ti stanno intorno. Ti sostengono. Ti incitano. Ti spingono, in senso figurato e forse anche in senso letterale, tanto nessuna giuria avrà mai il coraggio di dir loro qualcosa.

Tu scuoti la testa che tieni bassa. Forse provi un po' di vergogna: non ti piace che la gente ti veda così, mentre stai male. Digrigni i denti per la sofferenza. Gli occhialoni scuri nascondono, ma non troppo bene, un’espressione che è un misto di dolore, di sorpresa, di rabbia e di tristezza.

Giungi al traguardo con un ritardo di oltre quattro minuti dal vincitore di giornata, l’ecuadoriano Richard Carapaz. E soprattutto con il medesimo ritardo dalla maglia rosa Roglic (un po’ meno dagli altri favoriti come Nibali e Yates). In classifica ora sei lontano, lontanissimo. Domani i medici ti diranno se sarà il caso di proseguire o meno questo giro, che comunque, salvo incredibili ed imprevedibili colpi di scena, per te è perduto irrimediabilmente.

Povero il mio bel Tom!

Tu oggi hai perso il Giro mentre io, umile suiveur, nel vederti così, sofferente e sanguinante, sconfitto, ho perduto un pezzo di cuore.

Però, anche se lo credevo impossibile, mi sono ritrovato ad amarti ancora di più.

 

ORDINE D'ARRIVO

1. CARAPAZ Richard (Movistar) 5h ’58’17;

2. EWAN Caleb (Lotto Soudal) s.t.

3. ULISSI Diego (UAE Team Emirates) s.t.

4. ACKERMANN Pascal (Bora Hansgrohe) a 2″

5. SENECHAL Florian (Deceuninck-Quick Step) a 2″

6. ROGLIC Primoz (Team Jumbo-Visma) a 2″

7. CONTI Valerio (UAE Team Emirates) a 14″

8. LOPEZ Miguel Angel (Astana) a 18″

9. DEMARE Arnaud (Groupama-FDJ) a 18″

10. YATES Simon Philip (Mitchelton-Scott) a 18″

15. NIBALI Vincenzo (Bahrain-Merida) a 18″

32. LANDA MEANA Mikel (Movistar) a 44″

DUMOULIN Tom (Sunweb) a 4'02"

CLASSIFICA GENERALE

1. ROGLIC Primoz (Team Jumbo-Visma) 16h’19″20;

2. YATES Simon Philip (Mitchelton-Scott) a 35″

3. NIBALI Vincenzo (Bahrain-Merida) a 39″

4. LOPEZ Miguel Angel (Astana) a 44″

5. ULISSI Diego (UAE Team Emirates) a 44″

6. MAJKA Rafal (Bora-Hansgrohe) a 49″

7. MOLLEMA Bauke (Trek-Segafredo) a 55″

8. CARUSO Damiano (Bahrain-Merida) a 56″

9. JUNGELS Bob (Deceuninck-Quick Step) a 1'02"

10. FORMOLO Davide (Bora-Hansgrohe) a 1'06"

22. LANDA MEANA Mikel (Movistar) a 1'49"

56. DUMOULIN Tom (Sunweb) a ‘4″30;

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