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Mancio, adesso basta!

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Non ho niente da nascondere e poi mi piace parlare prima, mai dopo. Così un anno fa scrissi che la mia obiettività spariva nel momento in cui l’argomento diventava Roberto Mancini. Lo scrissi, lo riscrivo oggi che tutti lo acclamano: difenderò il Mancio oltre ogni ragionevole dubbio qualora le vacche – oggi obese – dovessero improvvisamente dimagrire. Lo farò perché lo conosco, so chi è, soprattutto so com’è. Terminata l’inutile premessa, vengo al dunque: Mancio, non si fa così. Che cazzo ti sei messo in testa, di trasformarci da popolo di schizofrenici a popolo di maturi sportivi? Adesso basta, vincere partite, che la gente ha già dimenticato lo sterco che abbiamo ingerito un annetto fa e ormai si sente invincibile. Un tempo, la vittoria era attesa, benedetta come manna dal cielo: oggi viene accolta con nonchalanche, come dire “Siamo l’Italia, ovvio che vinciamo”. Addirittura, i giannizzeri della Rai hanno scomodato Vittorio Pozzo, parlando di serie di vittorie consecutive, mica cazzi. Anche tu, senza citarlo, hai rivolto un pensiero a un ex Ct. Ti hanno detto che la prossima la giocherai all’Olimpico e tu, sorridendo, hai risposto che speri di vederlo pieno «Come ai tempi di Italia 90, quando eravamo giovani». Azeglio, lassù, forse ha finalmente capito di aver fatto una cazzata oltre che uno sgarbo, non facendoti giocare neanche un minuto. Tu, quaggiù, come da programma stai lavorando per prenderti in giacca e cravatta quelle soddisfazioni azzurre che ti furono negate in maglietta e calzoncini. Però, Mancio, smettila di vincerle tutte, che poi la gente perde la sua stupida verve critica. Vorrai mica mettere d’accordo 60 milioni di tuoi colleghi, eh?

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