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Il Punto sul Bologna – I leoni di Sinisa

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Il Bologna è una squadra fragile. Eppure forte e coraggiosa. Al momento, pare questo il leit motiv di questo inizio di stagione e la partita giocata al Rigamonti di Brescia ha, più o meno, rafforzato questa teoria.

Ma se la fragilità dovesse essere figlia di una naturale costruzione di un assetto e di un progetto tattico che ha ancora bisogno di essere completato, è altrettanto vero che quella capacità di cambiare il match con grinta e ferocia può essere una qualità portante di questo sistema.

Oggi, più che il movimento di un giocatore o la posizione degli undici durante la pressione agli avversari, a fare la differenza sono quindi gli “urlacci” di mister Sinisa. Le partite cambiano se la squadra reagisce agli errori. E la squadra reagisce agli errori quando sa che “deve” e non solo “può”. Quel senso di dovere si innesca quando il mister glielo ricorda. Anche a distanza o semplicemente al telefono. Questo è il fattore che ha determinato, sino a oggi, il buon esito in classifica: un secondo posto dietro solo all’Inter di Conte e a pari con la Juventus che fa godere anche solo a scriverlo.

Ma questa squadra sarà anche capace di fare un definitivo salto in avanti? 

Sulla carta, sì. Perché il mercato è stato fatto con buona lungimiranza, così come la Società ha compreso la necessità di fare economia anche attraverso un buon andamento dell’agone sportivo.

Questi fattori, tuttavia, aumentano le aspettative. E le aspettative si assolvono con l’applicazione indefessa del lavoro di Miha e del suo staff. Senza le urla di Sinisa, il Bologna è quello del primo tempo di Brescia e quella squadra è fragile. Poi arriva il ruggito della leonessa e i cuccioli si riprendono.

 

Ecco, immaginiamola così, allora: a Casteldebole ci sono dei cuccioli che stanno mettendo le zanne. E sono capaci di mordere e di far male. In attesa che quei cuccioli diventino, davvero e del tutto, i Leoni di Sinisa.

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