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Formula 1 – Gp del Messico: La regola si ripete: qualifiche alle Ferrari, gara alla Mercedes
Al pronti via subito una novità, ieri sera vi parlavamo del possibile declassamento in graduatoria di Verstappen per aver compiuto il proprio giro veloce in regime di bandiere gialle, anche se il tempo dell’olandese andava a certificare una pole già sua, gli steward di gara sono stati inclementi: 3 posizioni perse per il pilota RedBull.
I semafori si spengono, super scatto di Leclerc che conserva la prima posizione mentre Hamilton parte meglio di Vettel, affianca il tedesco che però si difende. Il britannico è costretto a frenare, entra alla prima curva affiancato dall’arrembante Verstappen, contatto tra i due: l’olandese ha la peggio e finisce sull’erba a bordo del tracciato, rientra ottavo. Nei primi giri di gara succede di tutto: Vettel tampona Leclerc in regime di virtual safery car, lo stesso tedesco è sotto investigazione per il ruota a ruota con Hamilton, Verstappen e Bottas duellano come se si giocassero il mondiale, fino a quando l’olandese non è costretto a rientrare ai box a causa di una foratura: gomma hard per lui. Terminato questo turbine di emozioni si capisce subito che le Ferrari oggi non hanno un gran ritmo e non riescono a staccare gli avversari, l’unica cosa che divide le rosse dal cannibale Hamilton è il buon Albon, terzo, che gira al ritmo di Leclerc e Vettel.
Valzer dei pit-stop aperto da Albon al 15° giro, seguito subito da Leclerc: sembra che le strategie per le due Ferrari saranno diverse, Vettel ed Hamilton rimangono in pista. Al 24° giro, dopo quasi dieci giri in cui Hamilton si era goduto gli scarichi di Vettel senza riuscire ad affondare il colpo, la Mercedes richiama alla base il britannico: ci si prepara ad un undercut, l’unica mossa di difesa per la rossa sarebbe quella di richiamare ai box Vettel per conservare il minimo distacco indispensabile per non farsi subito superare, ma questo non avviene. Vettel dal canto suo nonostante i giri passino inesorabili non si scompone, e dopo aver pagato inizialmente la differenza di freschezza della gomma comincia a stabilizzarsi sui tempi degli avversari, guidando in modo fluido e leggero: pungi come un’ape, vola come una farfalla. Hamilton nel frattempo non sembra troppo soddisfatto della strategia adottata dai suoi meccanici: “ci siami fermati troppo presto!”.
38° giro Vettel rientra ai box, strategia da sosta unica per il tedesco che dovrebbe giocarsela con il leader virtuale Hamilton, con gomme appesantite da 15 giri, per la vittoria della gara. Al 44° giro pit stop per l’attuale leader, Leclerc, qualcosa va storto nel fissaggio di una ruota che costa caro in termini di tempo, 6 i secondi persi dal ferrarista. Il ritmo del monegasco è da subito indemoniato, ma forse è troppo tardi, Vettel intanto fa sentire la prorpia presenza ad Hamilton, portandosi a due secondi dal britannico. A dodici giri dal termine le due Mercedes e le due Ferrari sono racchiuse in 5 secondi, si potrebbe auspicare un finale in volata vista l’innarestabile rimonta di Leclerc, ma proprio il monegasco sbaglia sul più bello ritardando una frenata, bloccando le gomme e finendo fuori pista, al rientro il morale è spezzato e le gomme non lo spingono più come prima.
La gara si conclude con Hamilton davanti a Vettel, Bottas e Leclerc. Ferrari che si dimostra ancora una volta medaglia a due facce tra qualifiche e gara mentre ad Hamilton basta ormai un soffio per ufficializzare il suo sesto titolo da pilota di formula 1.
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