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Formula 1 – Gp Abu Dhabi : il futuro è a tre decimi dal presente

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Hamilton consacra il suo sesto titolo mondiale con un ultimo Gran Premio gestito pressoché alla perfezione. Un gran premio, quello di Yes Marina, come una stagione che ha visto alle spalle del britannico un avvicendamento generazionale che molti si auguravano ma che in pochi credevano così netto: per l’anno prossimo Leclerc e Verstappen, messi da subito nelle condizioni di poter gareggiare senza altri pensieri se non quello di vincere, avranno a disposizione tutte le carte per interrompere una volta per tutte il dominio Mercedes: saranno in grado le rispettive scuderie di sviluppare monoposto capaci di competere con le Frecce d’argento?

La gara. Pronti via e si entra alla prima curva tutti in fila indiana, il rettilineo di Yes Marina è uno dei più corti del mondiale e con i suoi 200 metri, tra il via e la prima curva a sinistra, è quasi impossibile guadagnare una posizione durante la partenza; ci riesce Bottas, che scavalca una Williams nelle retrovie, ci prova ma non ci riesce Gasly, su Toro Rosso, che viene speronato da una Racing Point, gara compromessa la sua. Davanti Leclerc prende la scia a Verstappen, e anche a Drs chiuso riesce a viaggiare sul rettilineo 10 km/h più veloce del pilota RedBull che si lascia sfilare all’interno. Passano pochi secondi, e finalmente energia positiva viene prodotta dal dualismo di casa Ferrari: Vettel ci prova a sua volta su Verstappen, lo supera, ma l’avversario riesce a tirare una staccata imbarazzante e si riappropria della posizione.

I giri passano e la FIA comunica che per usare il Drs ci vorrà ancora del tempo a causa di un problema tecnico: a fare le spese di questo inconveniente sono sopratutto Vettel e Bottas, entrambi in scia ai propri avversari. Hamilton continua a guadagnare, perde nel primo e nel secondo settore da Leclerc, ma nel terzo vola interpretando le curve in modo unico, senza aggredirle ma allargando la traiettoria ai limiti del possibile per riuscire a guadagnare il massimo di velocità possibile, questo gli consente di recuperare lo svantaggio e mettere fra se ed il monegasco decimi importanti. Doppio Pit-Stop Ferrari. Charles e Vettel vengono richiamati nell’arco dello stesso giro, probabilmente per sorprendere la RedBull con un Undercut del tedesco su Verstappen, idea buona ma esecuzione da rivedere: nella frenesia del doppio pit-stop i meccanici hanno problemi nel fissaggio delle ruota sinistra anteriore e di quella sinistra posteriore, con un risultato di 6.9 secondi totali di pit-stop: tre volte tanto quello di Leclerc.

Con le gomme nuove Leclerc comincia a guadagnare quasi un secondo al giro alla RedBull e più di mezzo secondo ad Hamilton, intanto dietro Hülkenberg, all’ultima apparizione in Formula 1, sta tenendosi dietro un trenino di piloti tra cui Bottas e Vettel. 26° giro è il turno del pit-stop di Verstappen che avrà gomme 10 giri più fresche su quelle di Leclerc, dell’avversario per il secondo posto.

Decimo podio. La strategia Ferrari, ancora una volta frettolosa, mette in scacco i propri piloti: Leclerc non può nulla su Verstappen e Bottas si avvicina pericolosamente a Vettel. Al trentanovesimo giro i due piloti Ferrari vengono richiamati ai box, non possono arrivare in fondo con queste gomme a causa di un usuramento esagerato dovuto al peggior carico aerodinamico su questa pista; estremo tentativo per salvare il podio di Leclerc. Vettel di qui alla fine riuscirà a riprendersi la posizione su Albon e chiudere 5° mentre Leclerc, con tenacia ed un po’ di fortuna riesce a concludere la gara terzo con 0.9 secondi di vantaggio su Bottas, inanellando il decimo podio stagionale. I due fratellini terribili, Verstappen e Leclerc, chiudono la gara a circa 20 secondi dal cannibale Hamilton, il che significa, calcolatrice alla mano, che il britannico ha rifilato 3 decimi al giro ai due avversari, ma ricordiamocelo, quest’anno era solo quello di rodaggio.

 

 

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