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Calcio

Il Punto sul Campionato: 34^ Giornata – 21 apr

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Una Juventus da tempo sulle gambe affronta il Bologna in stile vacanziero: tanto basta per ottenere ancora tre punti, grazie ad una bomba di Pogba e alla pericolosità nulla dell’attacco ospite, decisamente il peggiore del campionato. Da un paio di mesi almeno la squadra di Conte è decisamente poco brillante, eppure continua a vincere: merito proprio o demerito altrui? Difficile dirlo, la squadra è fortissima ma se può puntare ai 100 punti dev’esserci per forza un livello non eccelso dietro. Comunque, l’impegno in Europa League potrà schiarire qualche dubbio.
Dietro i bianconeri la Roma continua il suo campionato magnifico, che non porta il titolo solo per via della presenza di una Juve stellare: Garcia ha cambiato squadra e società, il gioco del francese è un azzeccato mix tra quello orizzontale di Luis Enrique e quello ultra-verticale di Zeman, ovvero i due allenatori che hanno fallito prima di lui. Tra i tanti meriti da ascrivere al tecnico francese, anche l’aver saputo svezzare Ljaic, non a caso autore di un assist pregevolissimo che risolve la gara di Firenze. Vittoria importante.
La partita del Napoli invece riassume in pieno tutta la stagione della squadra campana, un ‘vorrei ma non posso’ che senza dubbio da l’impressione di occasione sprecata, anche se a dirla tutta con questa Juve sarebbe stato difficile competere: il terzo posto è il risultato minimo e quindi va bene così, considerando che c’è anche una finale di Coppa Italia in ballo, quel che semmai accresce i rammarichi è come ci si è arrivati a questo piazzamento. E cioè sprecando molto, come contro l’Udinese, e concedendo reti imbarazzanti che denunciano scarsa qualità e scarsa concentrazione di una difesa decisamente non degna di cotanto attacco, seppur sprecone. Con un Hamsik nei propri cenci e un Insigne non così sfortunato chissà…
La corsa per l’Europa League è forse la frazione di campionato più entusiasmante: la Fiorentina cade, ma lo fa al cospetto di una grande Roma e di misura, oltretutto non potendo contare su un attaccante di ruolo che sia uno. Resterà per sempre una domanda senza risposta il chiedersi dove sarebbero potuti arrivare i viola se Gomez prima e Rossi poi non si fossero infortunati, ma questo è il calcio e con certi casi bisogna far conto: certo è che ne il deludente Matri ne l’acerbo Matos sono riserve all’altezza.
Dietro alla squadra di Montella le due milanesi, con l’Inter che vince l’importante scontro diretto in casa del Parma e il Milan che centra l’ennesimo risultato positivo da quando sulla panca siede Seedorf. I nerazzurri non hanno forse entusiasmato, ma direi che questo finale di campionato riscatta Mazzarri e chi addirittura rimpiangeva Stramaccioni, mentre i rossoneri scoprono di avere un allenatore vero, cosa che forse la dirigenza in primis non era poi tanto convinta fosse l’olandese. Assurdo che entrambi siano stati messi in discussione quando, pur se con qualche caduta a vuoto, hanno condotto le squadre al massimo raggiungibile. Assurdo che (soprattutto nel caso del Milan) le dirigenze non abbiano pensato che senza un cavallo che corre il fantino conta fino a un certo punto. E’ questa fretta, questa smania di arrivare al risultato senza riconoscere i propri limiti, che secondo me rende l’Italia calcistica debole nei palcoscenici europei.


Dietro le milanesi corrono Parma, Torino, Lazio e Verona. Secondo me, per quello mostrato finora, sono proprio i granata i più seri indiziati per il sesto posto, potendo vantare un attacco superlativo: assurdo che Immobile e Cerci corrano il rischio di saltare i Mondiali, con il primo che è una delle poche garanzie che abbiamo davanti – vero, gli manca il grande palcoscenico, ma su sei posti uno non si può ‘rischiare’ di darlo a lui? – ed il secondo che con tutti i suoi pregi e difetti è un giocatore come ce ne sono pochi ‘azzurrabili’. 
Il Parma perde anche sfortunatamente, la Lazio continua – come il Verona – a viaggiare oltre le proprie possibilità e dimostra che Edy Reja è un signor tecnico, checché se ne possa pensare. Portatela voi una squadra così in questa posizione di classifica…
Il Verona vince una gara interessante con l’Atalanta, una prova di maturità che rivela ahimè ancora una volta i limiti di una squadra come quella di Colantuono, incapace di avere una continuità sicura: per carità, la media classifica è comunque un ottimo risultato, peccato però per certi cali di concentrazione, dato che contro Sassuolo e Verona in casa invece che 0 punti ne potevano arrivare anche 6 e allora si parlerebbe di tutt’altre prospettive.


In coda il Catania trova un guizzo che se non altro gli fa onore, rimandando una retrocessione che appare comunque inevitabile e che rimarrà un mistero visto che tolti Gomez e Lodi – ed il secondo per soli sei mesi – si parla della stessa identica squadra, tecnico compreso, che la scorsa stagione stupì l’Italia. Essersi svegliati troppo tardi è una colpa, ma anche la dimostrazione che la dirigenza non ha poi colpe così grandi da meritare la B. Che appare invece quasi giusta per un Livorno tanto discreto in attacco con Paulinho e Siligardi quanto fragile in modo imbarazzante dietro: certo gli infortuni di Luci ed Emerson, due giocatori fondamentali per Di Carlo, non hanno aiutato, così come certi arbitraggi come quello visto con il MIlan, dove i labronici hanno prima preso un gol irregolare e poi si sono visti negare un rigore decisamente solare e che a parti invertite penso sarebbe stato assegnato.
Il Sassuolo sorprende tutti, sconfigge il Chievo con un gran gol del suo gioiellino Berardi e si mantiene vivo: i neroverdi hanno sbagliato solo una cosa, e cioè a dare fiducia a Malesani (5 gare, 0 punti) a Gennaio. Non per il valore del tecnico in se, ma perché era evidente che Di Francesco aveva bisogno di tempo e fiducia e che questo sarebbe stato un campionato dove la sofferenza sarebbe stata all’ordine del giorno. La vittoria permette l’aggancio – ed il superamento per via dei favorevoli scontri diretti – al Bologna, che qualche settimana fa non era riuscito a stenderli definitivamente. I clivensi avevano un gran match point nella sfida diretta con il club di Squinzi, e l’hanno sprecata. Ora mantengono solo due punti sulla terzultima, e se può sembrare un vantaggio minimo direi che può risultare invece decisivo visto il ritmo giù in fondo. Dove ristagna il Bologna: purtroppo è brutto dirlo, ma al momento appare giusto così. I rossoblù se la giocano anche dignitosamente contro la Juventus, cadendo per una magia di Pogba, ma lo fanno non mettendo mai il naso nella metà campo avversaria e mostrandosi pateticamente incapaci non solo di pungere una volta sotto, ma almeno di avvicinarsi all’area. Certo 4 gare ancora da giocare non vogliono dire poco, ma se il Bologna continuerà ad essere quello visto finora ditemi voi come è possibile vincere anche solo una singola gara. L’assenza di una qualsivoglia manovra offensiva, che sia per vie centrali o laterali, è il motivo principale per cui questa squadra è dove è: contro il Sassuolo, qualche settimana fa, è stato questo il motivo per cui è arrivato solo uno 0 a 0. Ed è difficile immaginare che nelle prossime gare la musica cambi: attualmente il Bologna faticherebbe a sconfiggere anche il Catania in casa alla penultima. Anche se gli etnei vi arrivassero, come è probabile, già retrocessi.
Servirebbe un miracolo per svegliare una squadra che fatica addirittura ad avvicinarsi all’area avversaria. E Ballardini non sembra proprio l’uomo dei miracoli, purtroppo. 

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