Il Resto del Carlino – Il “Bologna Lab” è pronto: sarà un laboratorio-bunker

Casteldebole si prepara a diventare la casa rossoblù in tempi di Covid-19: tamponi e test sierologici per tutta la squadra, pulizia e sanificazione giornaliera degli ambienti di lavoro, distanziamento interpersonale di due metri durante allenamenti (solo per la prima settimana), riunioni tecniche e pasti; tali misure, condite dall’utilizzo generalizzato dei dispositivi di protezione, daranno vita al “Bologna Lab“, un incrocio tra un laboratorio ed un bunker in cui sperimentare il “nuovo calcio” imposto dal coronavirus.

Provvidenziale fu la scelta di Saputo, che nel 2017 decise di riqualificare ed ampliare Casteldebole. Oggi la struttura -in grado di ospitare una cinquantina di persone – consta di: uno spogliatoio per la prima squadra, due spogliatoi per lo staff tecnico, una sala video, un ufficio per il team manager, tre infermerie, un ambulatorio, un magazzino, una lavanderia, quattro spogliatoi per le giovanili ed altrettanti per gli staff. Un’abbondanza di spazi preziosa per far ripartire le attività in tutta sicurezza.

La vita del gruppo (calciatori, tecnici, dirigenti, medici, fisioterapisti e magazzinieri) si dividerà tra Casteldebole, luogo in cui si svolgeranno gli allenamenti, ed un hotel (probabilmente il Calzavecchio), in cui ogni componente potrà disporre di una camera singola per il pernottamento. Un ruolo chiave sarà svolto dai medici Nanni, Sisca e Bini, a cui saranno chiesti gli straordinari. Con un vantaggio rispetto a diversi club di A: non essendoci stati casi di positività al Covid-19, al pronti via i giocatori non dovranno essere separati in sottogruppi di indagine medica e di lavoro, tenendo a debita distanza chi è contagiato e poi guarito e chi non ha mai contrato la malattia.

Fonte: Massimo Vitali – Il Resto del Carlino

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