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Ripresa Serie A: istruzioni per l’uso
Nelle ultime settimane sono state fatte tante discussioni sulla ripresa del Campionato di Serie A, spesso provocate dal clima di incertezza che domina anche le alte sfere del calcio italiano. Alla luce della confusione provocata dal flusso continuo di notizie riguardanti le date e le norme che le società di Serie A (la cui ripresa ha la priorità sulle altre categorie, secondo il protocollo della FIGC) dovranno seguire, in particolare durante la prima fase della ripresa delle attività, è opportuno provare a fare chiarezza sulle reali condizioni e possibilità della ripresa.
Le indiscrezioni sulla ripresa dell’attività agonistica che si sono susseguite nelle ore precedenti l’annuncio del nuovo DPCM, in vigore dal prossimo 4 maggio, avevano assicurato la ripresa degli allenamenti per le squadre di Serie A dal prossimo 18 maggio. Questa data tuttavia viene ancora vagliata come ipotesi, ma va tenuta in considerazione per provare a generare un calendario che possa poi portare alla conclusione del campionato di Seria 2019/2020.
Tutto il rimanente segmento di stagione verrebbe chiaramente giocato a porte chiuse, come pure le sedute di allenamento verranno obbligatoriamente negate al pubblico.
LE DATE- Per quanto riguarda la calendarizzazione di questa anomala, quanto necessaria conclusione della stagione agonistica durante il periodo estivo, la UEFA nei giorni scorsi ha imposto la data del 3 agosto come termine ultimo per la conclusione dei campionati Nazionali.
Per la Serie A la situazione vede 12 giornate da giocare completamente e 8 squadre che invece dovranno disputare 13 gare.
Con la ripresa degli allenamenti il prossimo 18 maggio, e secondo le regole imposte dal protocollo redatto dalla Commissione Scientifica della FIGC, al momento rimandato al vaglio della stessa dal Governo, il campionato potrebbe riprendere nel finesettimana del 6-7 giugno. Una data che imporrebbe alla Serie A di giocare fino a 3 turni infrasettimanali (4 per i club impegnati in 13 gare) su un totale di 9 settimane da dedicare per terminare la stagione. Un calendario fittissimo che imporrà agli staff atletici un lavoro di studio extra per preparare una mini-stagione di poco più di due mesi, con un alto numero di gare spesso in un brevissimo lasso di tempo.
IL PROTOCOLLO- Al momento il punto nevralgico per la ripresa del campionato di Serie A è quello del protocollo sanitario utile a far sì che venga assicurata la salute dei tesserati all’interno del gruppo squadra, nelle strutture comuni e al personale che lavora a stretto contatto con gli atleti e lo staff.
Il protocollo redatto e inviato al Governo negli scorsi giorni prevedeva per i club un ritorno all’attività agonistica gradualmente. La prima fase della ripresa prevede uno screening degli atleti nelle 72/96 ore antecedenti l’inizio del ritiro preliminare alla ripresa effettiva della competizione. In queste prime ore sarebbero sono previste tutte le attività di controllo per i tesserati, compresi test molecolari (tamponi) e i test sierologici.
Il ritiro precedente alla ripresa della competizione prevede un periodo di svolgimento di 3 settimane, durante le quali le società hanno l’obbligo di riunire il gruppo per il classico lavoro tecnico solo gradualmente. Questo implica la possibilità di iniziare nelle prime giornate con un lavoro soprattutto atletico diviso in piccoli gruppi.
La condizione che prescinde questo periodo di allenamenti, e controlli di routine che verranno svolti durante tutto l’arco di queste tre settimane, sarà l’alloggio dell’intero gruppo di lavoro in una sede esclusiva, riservata interamente al personale del club e l’utilizzo di sole stanze singole. Ciò imporrebbe alle società sprovviste di un Centro Sportivo con possibilità ricettive di trovare anche una sede per il ritiro.
Ogni club sarebbe inoltre responsabile e incaricato di sanificare e far rispettare le distanze all’interno degli spazi comuni, come spogliatoi, sale massaggi e fisioterapia.
Su questa prima versione del protocollo ha lavorato una Commissione della FIGC formata da: il presidente è il professor Paolo Zeppilli, Roberto Cauda, infettivologo dell’Università Cattolica, Massimo Fantoni, Direttore dell’Unità Covid-19 dell’Ospedale Gemelli di Roma, Walter Ricciardi, componente dell’OMS e consigliere del Ministro della Sanità Speranza, e Francesco Vaia, Direttore dell’Istituto Nazionale per Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani.
Tuttavia, la revisione del Comitato Scientifico che affianca il Governo nella gestione dell’Emergenza Covid ha rinviato alla Commissione della FIGC il protocollo per implementare i punti ancora non esaurienti per garantire ad atleti e collaboratori la maggior sicurezza sanitaria possibile. La richiesta è stata immediatamente accolta dalla Federazione che lavorerà nei prossimi per arrivare pronta al 18 maggio, data che al momento rimane sub iudice per stessa ammissione del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora.
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