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Bologna FC – E se il campionato lo giocassi a Casteldebole?

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Negli ultimi giorni le indiscrezioni giunte dalla Spagna hanno aperto ad una possibilità che avrebbe del clamoroso: all’eventuale ripresa della Liga, il Real Madrid avrebbe richiesto alla Federazione Spagnola di autorizzare i Blancos a giocare le restanti 6 partite casalinghe della propria stagione, al “Ciudad Real Madrid”, semplicemente noto come Valdebebas, nome ripreso dal Parco nella periferia di Madrid che ospita la casa delle Merengues dal 2005.

Lo spostamento dei Blancos per giocare all’interno del suo Centro Sportivo sarebbe una scelta dettata soprattutto dal fatto che non sarà comunque possibile aprire il monumentale Santiago Bernabeu al pubblico.
Il Madrid avrebbe considerato la possibilità di giocare sul terreno del mini-stadio “Alfredo Di Stefano”, nel quale solitamente gioca le proprie partite il Real Madrid Castilla, la cui stagione in Segunda B (la terza divisione spagnola) con tutta probabilità non vedrà una continuazione.

Una soluzione originale di cui non esiste ancora l’ufficialità, ma ci chiediamo: potrebbe essere applicata in Italia? Può essere applicata al Bologna?

La risposta non può essere sì o no. Ogni società valuterà eventualmente questa possibilità. Il Real Madrid oggi potrebbe aver operato questa scelta, innanzitutto per motivi legati al Covid19, ma anche per ragioni terze come ad esempio l’accelerazione dell’inizio dei lavori di ristrutturazione del Bernabeu.
In Italia questa possibilità non è ancora stata presa in considerazione, quali sono le ragioni che potrebbero spingere una società italiana a fare questa scelta?

Per quel riguarda il Bologna e il Centro Sportivo di Casteldebole, così come per molte società dell’attuale Serie A, c’è un importante punto a favore e altri decisamente negativi di difficile risoluzione.
Il Bologna, come molte altre società di Serie A, è proprietaria esclusiva del Centro Sportivo in cui svolge tutte le sue attività in completa autonomia. Questa condizione, in un periodo che richiede il massimo dell’attenzione nella sanificazione e nel controllo di chi entra a contatto con ambienti e persone, è fondamentale per avere degli ambienti adatti non solo ad ospitare degli allenamenti “covid-free”, ma pure a poter ospitare la squadra in trasferta per la partita della domenica.
Una situazione che faciliterebbe inoltre la preparazione alla partita a diverse società, che all’interno del loro Centro Sportivo non hanno solo tutte le strutture utili ad ospitare allenamenti e match, ma anche la foresteria nella quale i giocatori trascorrono il ritiro pre-partita e si ritroverebbero già sul luogo della partita.

A livello logistico invece la situazione potrebbe essere ben diversa. Per quanto riguarda la produzione audiovisiva delle partite all’interno del Centro Sportivo potrebbe risultare problematica.
Non avendo supporti, come le tribune dello stadio, sui quali posizionare le oltre 20 telecamere presenti in ogni stadio di Serie A, la produzione TV per i broadcaster, il VAR e la Goal Line Technology costringerebbero ad un ulteriore spesa per la realizzazione di questo finale del campionato poiché sarebbe necessario costruire o montare dei supporti per l’installazione delle telecamere, rovinando ulteriormente quello che è lo spettacolo circostante il campo da gioco fornito in questa situazione d’emergenza. In questo senso la collinetta adiacente al campo centrale del “Galli”, dalla quale i tifosi seguono gli allenamenti a porte aperte, sarebbe un aiuto importante.

C’è inoltre un ulteriore fattore negativo da non sottovalutare che una situazione del genere inevitabilmente creerebbe.
La stragrande maggioranza dei calciatori attualmente in attività in Serie A, da tempo, è completamente abituata a scendere in campo in stadi la cui atmosfera pur non gremiti di pubblico è completamente diversa. Scendere in campo all’interno del Centro Sportivo in cui ci si allena tutti i giorni, o più in generale nel campetto centrale di un Centro Sportivo qualsiasi, potrebbe inficiare quello che è lo spettacolo agonistico in campo. Per quanto professionisti che vivono i 90 minuti con l’obbiettivo dichiarato di portare a casa i 3 punti, molti potrebbero risentire di un calo di concentrazione giocando al di fuori di quello che riconoscono come il semplice campo d’allenamento.

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