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L’11 Maggio 1995 la Virtus di Danilovic fa tredici

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La Virtus conclude la prima fase appaiata alla Fortitudo, ma davanti nel doppio confronto: più quattro nel derby affrontato senza Danilovic e dominato da Moretti, meno uno nella ventitreesima giornata rinviata per l’uccisione del tifoso allo stadio di Genova e giocata come ultima delle ventisei giornate. Nella fase ad orologio la Virtus si stacca ancora più nettamente vincendo le sei gare, mentre la Fortitudo cade nel derby e a Reggio Emilia. Alla vigilia dei playoff, in allenamento, si ferma Abbio per un problema alla caviglia sinistra, indisponibile per la prima gara. Il 12 aprile Danilovic vola a Saragozza per ritirare il premio Fiba quale migliore giocatore europeo: andata e ritorno in giornata e arrivo a Bologna tre ore prima di gara uno dei quarti di finale contro Roma. Sasha paga il viaggio con una prestazione non all’altezza della sua fama: 11 punti, 3 su 12 al tiro e 4 su 6 ai liberi. Partenza a razzo dei romani, al 9′ massimo vantaggio sul 13-28, un minuto dopo si registra l’unica tripla di Danilovic e le cose migliorano anche perché Moretti 25 punti alla fine, firma sei canestri consecutivi. Al 16′, sul 30-37 Danilovic è in panchina con tre falli, ma finalmente, a 49″ dal riposo, Morandotti con due liberi sorpassa, 44-43 e la Buckler conserva quel minimo vantaggio anche all’intervallo, 46-45. Il peggio non è passato e al 35′, quando Alberti esce per 5 falli, i capitolini sono ancora avanti 66-70. Finalmente Sasha ha un sussulto, segna 5 punti e costringe al quinto fallo sia Busca sia Israel. Tanto basta ai bolognesi per sorpassare, poi ci pensa il 36enne capitano Brunamonti (12 punti, 6 rimbalzi, 2 recuperi) a mettere in cassaforte la gara segnando a 21″ dalla fine i due liberi dell’80-76, poi ruba palla sulla rimessa e converte a canestro l’82-76; la gara termina 82-79. Brunamonti, nonostante un polpaccio dolorante, è presente in gara due a Roma, dove rientra anche Abbio, anche se giocherà solo 4 minuti. Parte bene Bologna, poi la Teorematour passa a condurre di 5 punti, ma la Buckler reagisce e all’intervallo è avanti 33-37. Nella ripresa i bolognesi volano a più 11 e, quando al 29′ gli avversari arrivano al meno due, 48-50, un grande Danilovic (9 su 13 dal campo e 8 su 8 dalla lunetta, 27 punti) conduce in porto vittoria e qualificazione alle semifinali, 72-80. In gara uno contro la Stefanel, parte forte Binelli, 3 su 3 in sei minuti ma, subendo fallo da De Pol, si accascia al suolo e deve uscire. La Virtus reagisce e stacca Milano, che in quel momento conduceva 15-16, con un 10-2 in meno di 3 minuti, fino al 25-18. A metà tempo Gentile commette il terzo fallo e nel protestare si stira e deve uscire; in 20″ Bologna si porta sul 37-27. All’intervallo il vantaggio è di sei punti, 53-47, pochi considerando il 70% al tiro e il 17 su 17 ai liberi, ma la Buckler paga il predominio milanese a rimbalzo. A metà secondo tempo grandina sull’Olimpia che crolla a meno 2, poi finisce 93-80, con 29 di Danilovic, 4 su 6 da due, 3 su 5 da tre e 12 su 12 ai liberi. Arma decisiva la difesa, con soli 16 punti concessi a Milano nei primi 15 minuti di secondo tempo. Si va a Milano, dove le Vu nere hanno sempre vinto negli ultimi tre campionati, senza Binelli, fermo per l’infortunio subito nel primo incontro. Bologna non segna mai, otto canestri nel primo tempo e dieci nel secondo, nessun punto per Brunamonti e Carera, due canestri e solo sei tentativi per Moretti in 25′, due canestri pure per Binion e uno per Morandotti, mentre Coldebella segna cinque dei suoi dieci punti nell’ultimo minuto. Il solo Danilovic produce, 27 punti, ma, ben marcato da De Pol, nei primi 17′ realizza solo una tripla e un canestro in contropiede. Il primo tempo si chiude sul 38-32, ma un 10-0 in apertura di ripresa chiude i giochi, finisce 76-59. In gara tre rientra Binelli ma Danilovic nel primo tempo segna solo due liberi per un tecnico alla panchina milanese e realizza il primo canestro al 23′. Fortunatamente la panchina fornisce un grande contributo e al 20′ V nere avanti 41-34. Con la zona press, la Buckler vola sul 70-46 al 32′ e chiude agevolmente sul 90-78, portandosi sul 2-1 nella serie. In gara 4 la Virtus sparisce presto, 24-19, poi 41-26 al 15′, poco meglio al riposo, 48-35, ma subito un 6-0 ad inizio ripresa la affossa, 96-71 il finale. Gara 5 è caratterizzata dalla lite tra Alfredo Cazzola e l’assessore allo sport Rosanna Facchini. Per lavori di ristrutturazione al palasport le eventuali gare 3 e 5 di finale scudetto dovrebbero giocarsi a Casalecchio, ma la Virtus vorrebbe, in caso ovviamente di vittoria in gara 5 di semifinale, non dover abbandonare il campo abituale nel corso della finale scudetto. La lite è accesa e durerà anche con reciproche accuse anche nei giorni successivi, alla fine il buon senso prevale e i bianconeri finiranno il loro campionato in Piazza Azzarita. Prima di tutto però occorre guardare il campo e la gara inizialmente è in equilibrio, al 9′ si sblocca Danilovic e, con Brunamonti in regia e Carera dominante sotto canestro, la Buckler in 4’30” produce un parziale di 16-4. Carera segna su rimbalzo d’attacco, subisce un colpo e deve uscire, entra Moretti per segnare l’addizionale, 38-22, poi arriva il più 17, 43-26, poco prima della fine del tempo che si conclude 45-29. Al 31′ sul 66-54 viene espulso Morandotti e al 34′ la Stefanel arriva a meno sei, 68-62 e, con tre liberi di Gentile a 1’48”, il divario tra le due squadre è di due punti, 77-75. Fondamentale Brunamonti nel finale e la Virtus riesce ad allontanare gli avversari, 87-79 il finale. Con Morandotti squalificato, arriva al palasport per gara uno di finale, la Benetton che ha eliminato la Fortitudo in 4 partite, perdendo però gara 3 a Bologna, dopo una serie di 19 vittorie consecutive tra campionato e coppa. I trevigiani tornano a Bologna dopo la gara di San Silvestro, quando persero al supplementare contro una Virtus incompleta e menomata. Piazza Azzarita ancora indigesta per la Benetton con Naumoski in panchina inutilizzabile per la pubalgia. La Virtus dopo 200 secondi è sul 12-6, ma al 5′ Binelli commette il terzo fallo e, senza Ricky, c’è bisogno anche di Battisti. La squadra bolognese domina, arriva anche sul +23 e vince 84-68. 22 punti di Danilovic, ma il migliore è Binion con 24 punti, 12 su 17 al tiro, 11 rimbalzi, più uno nel saldo tra palle recuperate e perse, più 28 di valutazione. Morandotti pronto per rientrare in gara due è vittima di un’influenza, ma scende in campo, mentre Treviso recupera Naumoski. Virtus avanti 2-10, però al 5′, come in gara uno, Binelli commette il terzo fallo e resta in panchina per il resto del primo tempo, che si chiude sul 36-38, minimo vantaggio dei bolognesi in una frazione che ha visto anche Battisti realizzare due liberi. Al 27′ Vu nere avanti 50-55, poi Danilovic, 22 punti con 10 su 15 al tiro e un inusuale 1 su 4 dalla lunetta, commette il quarto fallo al 25′, Carera e Binion (15 rimbalzi) il quarto a cavallo del 31′, quando Moretti è appena dovuto uscire, per la rottura del tendine d’Achille. Coldebella, a dispetto di cifre non mirabolanti, guida la Buckler con maestria e segna due canestri topici, gli unici della sua gara, il 58-67 al 31’30” e la tripla del 61-70, 30 secondi dopo. Altri 90 secondi ed è Brunamonti a realizzare da tre, poi piroetta di Morandotti al 36′ e negli ultimi minuti tre suoi liberi, tre rimbalzi d’attacco di Carera e un contropiede di Danilovic decretano ineccepibilmente la Virtus vincitrice, 77-83, nonostante 11 minuti senza Sasha e gli ultimi 10 senza Paolino. Gara tre di giovedì pomeriggio in un palasport stipato. Uragano di applausi per Moretti, che entra in tribuna con la gamba ingessata e uragano sulla Benetton, per l’ennesima volta sconfitta a Bologna, dove non ha mai vinto, questa sarà la sconfitta numero 17 e la serie arriverà a 19. Il 12-13 del 6’30” segnala il primo vantaggio trevigiano nelle finali, ma è effimero, all’intervallo Bologna avanti 46-39. Nella ripresa è Brunamonti a portare Bologna a +18, 71-53, dopo che Coldebella (14 punti) aveva dato più di una spallata. La gara finisce 95-82 e per la Virtus, che chiude la pratica dal 6 all’11 maggio, è il tredicesimo scudetto. Danilovic saluta col botto, 40 punti, 12 su 17 da due, 1 su 5 da tre e 13 su 15 ai liberi; dopo 3 anni e 3 scudetti l’asso serbo lascia Bologna per andare in NBA, salutando il suo pubblico indicando a braccia alzate il 3, numero simbolo di questa sua prima permanenza bolognese. Nessuno immagina che dopo due anni farà il grande ritorno, per la sua seconda fase bolognese che sarà caratterizzato da altre storie, il primo trionfo nella massima competizione europea e il poker scudetto con il famoso tiro da 4

 

 

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