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Destinazione Bologna – 2017, l’inizio della storia d’amore tra i rossoblu e Rodrigo Palacio

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Sono quelle che ci emozionano di più. Le storia d’amore, di cuore e di riscatto. Come la storia del Trenza che arriva al Dall’Ara, la favola tra il Bologna e Rodrigo Palacio.

Dopo la salvezza conquistata l’anno precedente, l’inizio della stagione 2017/18 racchiude umori discordi. C’è chi vorrebbe qualche fiammante innesto e, tra questi, figura anche Roberto Donadoni. L’attacco rossoblu non persuade quasi nessuno, anche perché Mattia Destro non ha dato l’impressione di avere le spalle talmente larghe da padroneggiare l’intero reparto offensivo.

Joey Saputo, che procede nell’adattamento al mondo felsineo, vuole logorare tali malumori. La goccia che fa traboccare il vaso è un pre-campionato deludente. Una raccolta di prestazioni opache convincono la dirigenza ad andare sul mercato. L’obiettivo è chiaro, serve un attaccante con i fiocchi. L’ennesimo motivo alla base di tale decisione è la precarietà del pacchetto offensivo. Dopo la cessione di Umar Sadiq al Torino, Donadoni ha a disposizione i soli Destro, Petkovic, Di Francesco, Valencia e Okwonkwo.

Intanto, mentre la dirigenza inizia a sondare viarie piste, il Bologna perde brutalmente in Coppa Italia contro il Cittadella. Uno 0-3 devastante, firmato da Kouamé, Pasa e Litteri. Siamo al 12 agosto, ma la delusione pare già eccessiva. L’inizio stagione non promette bene. Tentennano anche i tifosi che all’inizio parevano più ottimisti, serve una scossa all’ambiente. La società rossoblu, accelera. La scossa pare vicina, ma tarda ad arrivare. A volte occorre un nome ben preciso per scaldare gli animi dei tifosi. Finalmente arriva, e non è uno tra i tanti. Modello argentino, leader dentro e fuori dal campo, uno dei pochi esempi da seguire che parla poco, preferisce agire. Rodrigo Palacio.

El Trenza di Bahía Blanca, dopo cinque stagioni vissute tra luci e ombre di San Siro, cerca riscatto. Parola chiave. Riscatto. Per un argentino il calcio è vita, scorre nelle vene sin da fanciullo e, spesso, fa male. Rodrigo ha bisogno di aria nuova. Uno abituato a calcare il prato della Bombonera di Buenos Aires necessita per forza di quell’adrenalina che ti porta al massimo i giri del motore. C’è un altro aspetto da ricordare. Che più di un semplice aspetto somiglia a uno scherzo del destino. Il fato. Ancora lui. Perché 17 anni prima, un altro signore, anch’esso argentino, tale Manu Ginóbili, approdò a Bologna con la valigia piena di speranza. In quella di Rodrigo non c’è speranza, ma necessità di dimostrare il proprio, immenso, valore. 

La trattativa non inizia nel migliore dei modi, ma Donadoni non vuole sentire scuse. Ormai ha scelto: per la sua squadra vuole Palacio. 

Sull’argentino iniziano a muoversi altre squadre. L’Atalanta di Gasperini, ad esempio. La società orobica pare in vantaggio, anche perché ha il lusso di disputare una competizione europea. Inizia anche a stuzzicare un ipotetico tandem offensivo formato da Palacio e Josip Iličić. Un’altra pretendente per il Trenza è il Chievo. Rolando Maran impazzisce per il calciatore e farebbe di tutto per portarlo a Verona. Un’ultima squadra cerca l’argentino, il Genoa. Ivan Jurić stravede per l’argentino e vorrebbe riportarlo in Liguria, dopo l’esperienza dal 2009 al 2012. Ma le volontà non sono le stesse. Il passato è passato.

Palacio ha bisogno di una nuova casa, non di una semplice squadra. L’amore per il calcio deve appartenere a una determinata società. Bologna è perfetta. Bologna è amore. Passione. Cuore. Ma Bologna è ancora di più. Una piazza magica, come se avesse un elisir del riscatto. E qui la mente subito torna indietro nel tempo, agli arrivi di Roberto Baggio e Beppe Signori, senza dimenticare Alberto Gilardino. Tre figure spente, arrivate a Bologna in cerca di riscatto. E quel riscatto lo trovarono.

Si convince anche la dirigenza: bisogna provare il tutto per tutto. Bigon insiste con la dirigenza nerazzura che non forza la mano, in tempi lampo, approva l’operazione. Il 17 agosto arriva l’ufficialità: Rodrigo Palacio vestirà la maglia del Bologna

“Sono sorpreso, non mi aspettavo di trovare tanti giocatori forti e un centro tecnico così bello, speriamo di fare un buon campionato”.

Quel giorno avrebbe firmato un contratto annuale, ma la storia tra i rossoblu e Palacio durerà molto di più. Fino a ora sono 81 le presenze, arricchite da 14 reti. Ma Rodrigo per il Bologna rappresenta più di un semplice attaccante. Rappresenta l’amore. Il calcio. L’amore per il calcio. Un binomio perfetto. Indistruttibile. Un sentimento che, malgrado tutto, non si spegnerà mai.

 

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