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Calcio

Il punto sul Campionato – 26 Feb

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SERIE A  25° Giornata

Giornata numero 25 che si contraddistingue per alcuni svarioni arbitrali e che in pratica poco cambia a livello di classifica. Continuano la loro corsa Juventus e Roma, mentre Napoli e Fiorentina perdono ancora terreno. In coda resuscita il Chievo, mentre crollano Catania e Livorno e si fa sempre più dura la situazione per il Bologna.

JUVENTUS (66 punti)
Se i bianconeri volevano smentire Capello, “reo” di aver definito questa Serie A poco competitiva, allora hanno fallito nell’impresa. La Juve vince il derby, ok, ed il ruolino di marcia (21 vittorie su 25 gare, appena una sconfitta) è impressionante. Tuttavia quella vista contro il Torino non è stata una Juventus impressionante, aiutata da un gran goal di Tevez e da una decisione arbitrale favorevole. Conte aveva avvisato i suoi che questa sarebbe stata la prima gara di un lungo “tour de force” che vedrà i bianconeri impegnati in 16 gare in 50 giorni: se questo è l’inizio, non c’è da stare tranquilli.
Il bicchiere mezzo pieno, ovviamente, è che per quanto a volte possa traballare o non essere al meglio della condizione questa squadra continua a macinare punti, cosa che in ottica-Scudetto è ovviamente la più importante.

Fuori dal campo, meglio stendere un velo pietoso sugli striscioni riferiti alla tragedia di Superga: la fine del “Grande Torino” fu una tragedia che commosse e toccò tutta Italia, ma sperare che degli ignoranti lo sappiano è effettivamente sperare troppo.

 

ROMA (57 punti)

Dopo la scintillante vittoria ottenuta contro la Sampdoria nel turno precedente, stavolta i giallorossi prendono il massimo con il minimo sforzo: tre punti in casa di un pericolante Bologna per continuare ad inseguire un sogno-Scudetto che con un altra avversaria potrebbe anche essere possibile. Clamorosa la mole di gioco che la squadra di Garcia sa produrre a sprazzi, con un Gervinho rapidissimo, un Florenzi inesauribile, un Pjanic dai piedi fatati e un Destro che in un modo o nell’altro timbra sempre o ci va molto vicino. Stavolta la gara però la decidono Nainggolan e la troppa imprecisione del Bologna.


NAPOLI (51 punti)
Quelli contro il Genoa sono gli ennesimi punti buttati via in una stagione che poteva essere da corsa al titolo e dove invece oramai sembra più importante guardarsi dietro e difendere il terzo posto, l’ultimo utile per la prossima Champions League.
Peccato, perché l’impegno era abbordabile e la squadra ha giocato benino, addirittura benissimo nella prima mezzora: purtroppo, come in altre occasioni, manca la capacità di stendere un avversario tramortito, e così può succedere che un errore difensivo o una magia di un avversario (come in questo caso, con l’ex-Calaiò che inventa una punizione splendida) vanifichi quanto di bello hai fatto per quasi tutta la gara.
Benitez deve assolutamente lavorare sulla mentalità di una squadra che ha troppi blackout e che sembra a volte davvero troppo convinta di se.

 

FIORENTINA (45 punti)
Che i Viola siano al quarto posto è un piccolo miracolo calcistico: perché una squadra che perde alla terza gara il suo acquisto più costoso (Gomez) e che a Gennaio perde anche il goleador della A (Rossi) può anche giocare bene e fare punti, ma se a questo si aggiungono certe decisioni arbitrali…
Già, perché il pareggio preso con il Parma fornisce tre indicazioni. In negativo una formazione poco indovinata da Montella, che sprofonda contro un ottimo Parma; in positivo il carattere dei toscani, che resuscitano fino al pareggio nonostante l’inferiorità numerica e – come detto – l’assenza di attaccanti di ruolo a parte Matri. E poi c’è appunto la questione arbitrale, che non può essere sminuita visto che si tratta dell’ennesimo episodio (si parla dell’espulsione di Borja Valero) che va a danneggiare una squadra già pesantemente martellata dal sistema arbitrale. Insomma, con le squalifiche che arriveranno e il comprensibile nervosismo che monterà in squadra, sarà difficile tenere la testa sulle gare prossimamente. Ai Viola è richiesto un altro, difficile, esame.
Quello della maturità.


INTER (40 punti)
E a proposito di squadre non certamente favorite dagli arbitri, ci sarebbe da parlare anche dell’Inter: perché va bene il gioco che latita, vanno bene le scelte controverse e gli errori di Mazzarri, ma quando ti vedi negato un rigore solare dopo che per tutto un campionato non ne hai avuto uno a favore…
Per il resto che dire? Solita Inter. Che insiste su Milito e Palacio nonostante i due appaiano davvero fuori condizione, che stenta a fare sua la gara anche contro un avversario tecnicamente inferiore e che patisce oltremodo l’assenza di Hernanes. Fortunatamente c’è Icardi, che atteggiamenti ingenui a parte – oltretutto comprensibili vista la sua età – sul campo da sempre qualcosa di importante.
Mazzarri aveva una squadra da 4°/6° posto ed è 5°, perfettamente in linea con le aspettative quindi: certo, fosse possibile vedere un gioco migliore…

 

VERONA (39 punti)
Ecco al sesto posto una squadra che invece vince e convince: non era facile rialzarsi subito dopo la scoppola casalinga buscata dal Torino, che poteva aver riportato gli scaligeri sulla terra. Invece i gialloblù conquistano tre punti non facili in casa di un Livorno che, seppur nelle ultime posizioni, era apparso in risalita. Sugli scudi ancora una volta il neo-capitano Luca Toni, autore di un gol e di una prestazione fantastica. Al suo fianco Iturbe si conferma un lusso per questi livelli, ed ecco che prende così forma un comodo 3 a 0 che soltanto la rabbia orgogliosa dei padroni di casa pare rimettere in discussione, anche se alla fine il risultato è giusto ed il pari non sembra mai una possibilità. Applausi a Mandorlini e alla sua truppa, che continua a coltivare il sogno europeo, un risultato che da neopromossi sarebbe quasi equiparabile ad uno Scudetto.


PARMA (37 punti)
Si conferma una bella realtà anche il Parma, che strappa un punto a Firenze figlio di alcune decisioni arbitrali discutibili a favore (l’espulsione di Borja Valero, mentre è sacrosanta quella di Diakité) ma anche di una prestazione davvero convincente. Il punto in casa dei Viola è un punto tutto sommato guadagnato nonostante la rimonta subita con l’uomo in più, perché trattasi di due squadre comunque attrezzate in maniera diversa per posizioni diverse. Ancora una volta si diverte e fa divertire Cassano, che sembra aver davvero trovato un posto dove esprimere il suo calcio. Donadoni continua a dimostrare di essere un allenatore di livello, e merita un altra occasione importante.

TORINO (36 punti)
Cadere contro la Juve, e nel modo in cui è avvenuto, non può che confermare quanto di buono espresso dai granata in questo campionato. Il modulo di Ventura funziona, El Kaddouri sembra essere tornato quello che prometteva di essere qualche stagione fa e di Cerci e Immobile c’è ben poco da dire se non che rappresentano l’uno una certezza e l’altro una speranza persino per la Nazionale. Sorprendente anche Padelli, portiere partito tra mille dubbi e invece rivelatosi un buonissimo giocatore.

 

MILAN (35 punti)
La cura-Seedorf continua a mostrare i suoi frutti in quanto a risultati, mentre per il gioco la strada è ancora lunga e complicata. Intendiamoci, contro la Sampdoria si è visto finalmente un carattere vincente, con una squadra andata a prendersi i tre punti in trasferta con convinzione. Peccato che sul 2 a 0 una grossa mano la dia l’arbitro, che non punisce un fallo sul portiere doriano, e che nel finale ci sia qualche brivido.
Rispetto al triste Milan dell’ultimo Allegri, quindi, i miglioramenti sono evidenti, ma si può certamente dire che è appena stata ricostruita la base sulla quale lavorare in vista della prossima stagione, che sperabilmente sarà migliore per i rossoneri.

 

LAZIO (35 punti)
Anche la Lazio, come il Verona, riparte dopo un brutto tonfo. Lo fa però vincendo a stento contro il derelitto Sassuolo, punito oltremisura dalla sfortunatissima autorete di Cannavaro. I tifosi contestano Lotito, e non hanno tutti i torti, visto che la squadra di quest’anno non ha continuità ne un vero e proprio gioco. Il ritorno di Reja ha dato una scossa, ma la spinta del tecnico goriziano sembra essersi già esaurita.
Insomma, arrivano i tre punti, ma solo quelli.

 

GENOA (32 punti)
Che bel Genoa, quello messo in piedi da Gasperini! Anche contro il Napoli il Grifone è bravo a contenere la gara dopo lo svantaggio, evitando il colpo del KO degli avversari e acciuffando un pari d’oro nel finale grazie ad un gran goal di Calaiò, l’ex che non ti aspetti. E’ nel complessivo che i rossoblù convincono: una difesa solida, un centrocampo bene assortito e da battaglia ed un attacco dove abbiamo il Nazionale Gilardino ma non solo lui. Sorprende positivamente la prova di Konaté, impreciso in fase conclusiva ma bravo a rendersi pericoloso con la sua velocità e la sua forza fisica. Una prestazione convincente, quella degli uomini di Gasperini, quindi. In linea con la loro stagione, partita male ma che sembra potersi concludere positivamente.


UDINESE (28 punti)
Pareggio giusto e indolore contro l’Atalanta, a conferma di un campionato anonimo che ci può stare per una società che ha abituato i suoi poco calorosi tifosi fin troppo bene. Un po quel che dice il patron Pozzo al termine della gara, un po quello che aveva spinto Di Natale, contestato al primo periodo negativo dopo anni, a paventare il ritiro a fine stagione. E’ necessario infatti che i supporters bianconeri si facciano un bell’esame di coscienza: la squadra, negli anni, ha sempre fornito prestazioni di cui andar fieri, pur nella semi-indifferenza cittadina. Una stagione negativa, che poi non coinciderà certo con una retrocessione ma semmai con un piazzamento di metà classifica, non può e non deve essere la fine del mondo. Forse un calore maggiore (appena 5000 tifosi presenti per la semifinale di Coppa Italia persa con la Fiorentina) potrebbe spingere la dirigenza a sforzi maggiori: fino a quel momento i Pozzo, Guidolin e Di Natale saranno un lusso.

 

SAMPDORIA (28 punti)
Cade ma con onore la Samp di Mihajlovic, che trova un Milan discreto e anche più fortunato: una sconfitta che ci può stare e che, come quella patita contro la Roma, non pregiudica il ruolino di marcia assolutamente positivo del tecnico serbo, bravo a ridare ai suoi un anima e a rilanciare diversi giocatori. Tra i tanti, per me, spicca Soriano, davvero un bel prospetto. Lo spettro della retrocessione sembra ormai lontano, anche se è necessario che dal prossimo turno, insieme alle prestazioni, arrivi anche qualche punto, necessario per dormire sonni più tranquilli e progettare un futuro migliore.

 

ATALANTA (28 punti)
Sinceramente, vista la rosa a disposizione di Colantuono, mi aspettavo un campionato leggermente migliore da parte degli orobici, che hanno alternato per tutta la stagione prestazioni convincenti ad altre assai deludenti. Nella media la gara contro l’Udinese, che vede i nerazzurri riacciuffati da Di Natale al tramonto di una gara dove però non è che avessero fatto chissà cosa per conquistare i tre punti. La salvezza pare essere una formalità, vista la presenza in squadra di alcune certezze ormai assolute come Denis e Bonaventura. Il primo dovrebbe rimanere, mentre per il secondo è realistico aspettarsi a breve il salto in una squadra di più alto livello.

CAGLIARI (25 punti)
Un punto contro l’Inter non dovrebbe certo essere un punto da buttare, ma analizzando come sono andate le cose si capirà che la crisi tecnica non è certo alle spalle per i sardi. Il rigore a favore è assai generoso, quello per l’Inter non viene fischiato, ciononostante i nerazzurri rischiano più volte di vincere la gara pur avendo Milito e Palacio evidentemente fuori condizione. Per Cellino, fresco neo-presidente del Leeds e che sembra sempre meno presente per la squadra isolana, la retrocessione potrebbe essere il motivo decisivo per mollare una squadra da anni in balia di se stessa (questione Stadio, rosa oggettivamente impoverita dopo ogni sessione di mercato) e che adesso sembra aver mollato. Serve forza e convinzione, a Lopez (senza più Pulga) l’arduo compito di trovare entrambe.

 

CHIEVO (21 punti)
Torna alla vittoria dopo più di due mesi la squadra di Corini, forse da me troppo precocemente incensato ma sicuramente tecnico capace come la salvezza ottenuta sempre col Chievo la scorsa stagione dimostrò. Quest’anno il compito sembra un po più difficile, tuttavia al netta vittoria contro una rivale diretta come il Catania pesa tantissimo e ridona speranza all’ambiente. Non sarà facile ottenere la permanenza in A, un evento mai scontato per i clivensi, che tuttavia ogni anno finora in qualche maniera l’hanno sempre svangata. Sarà così anche quest’anno, soprattutto se la squadra manterrà la compattezza e la convinzione mostrata nella sfida di domenica contro gli etnei.

 

BOLOGNA (21 punti)
Il tempo passa e la salvezza diventa sempre più difficile. Poco importa se arrivano prestazioni buone o altre meno buone, quel che conta sono i punti. Che, appunto, non arrivano. Non basta una squadra schierata in maniera intelligente e che sfiora il gol diverse volte trovando sulla sua strada un buon De Sanctis, anche con la Roma arriva la sconfitta, pur se i giallorossi appiaono tutt’altro che ispirati.
Non è certo con la Roma che il Bologna deve conquistare i suoi punti-salvezza, siamo d’accordo, ma continuando così la situazione potrebbe precipitare: le vittorie aiutano a fare morale, e attualmente il Bologna ne ha conseguite appena 4 su 25 gare disputate.
Per dire, il Livorno terzultimo – distante appena un punto – ne ha vinte 5. Come si può non trovare la situazione preoccupante? Le prossime due gare – trasferta contro il Verona e impegno casalingo contro il Sassuolo – saranno a dir poco decisive.


LIVORNO (20 punti)
Quando l’anima non basta. O, perlomeno, viene tirata fuori troppo tardi.
Se infatti il Livorno del secondo tempo contro il Verona, che rimonta da 0-3 a 2-3 e fa sperare nel pari è infatti un ottima squadra, piena di ardore e di vis agonistica, quello visto nel primo tempo è semplicemente improponibile in Serie A. Chiudere il primo tempo, in una gara casalinga, sotto di tre reti non è infatti un buon modo per smentire chi dava i labronici già per spacciati ad inizio campionato. Per fortuna dei toscani però anche le dirette concorrenti non fanno molto meglio, e la salvezza rimane ad un punto. Alla squadra di Di Carlo dimostrare qual’è il vero Livorno. Se è quello visto nel primo tempo, la retrocessione sarà inevitabile; se è quello del secondo, invece, ci sono buone possibilità di ritrovarli in Serie A anche la prossima stagione.


CATANIA (19 punti)
La vittoria contro la Lazio aveva illuso un po tutti, invece la squadra si dimostra ancora fragile perdendo lo scontro diretto contro il Chievo che poteva dire tanto in ottica-salvezza. Più del risultato colpisce la prestazione, molle e senz’anima, senza convinzione, come se la squadra non avesse capito che occasione di riscatto si presentava dopo una stagione dove niente è andato per il verso giusto principalmente per colpa degli stessi giocatori, che di certo non erano da penultimo posto.
Le carenze delle dirette concorrenti – quest’anno sembra che in zona salvezza sia una gara a chi fa meno peggio – lasciano comunque una speranza, anche se quando capitano le occasioni poi bisogna essere anche bravi a coglierle.

SASSUOLO (17 punti)
17 punti in 25 gare sono davvero pochi, e in molti campionati professionistici significherebbero retrocessione quasi matematica a questo punto. Invece nell’attuale Serie A persino una squadra così scadente (peggior difesa della A, appena 4 vittorie in totale) può sperare nella salvezza. Malesani, 4 sconfitte su 4 gare, non ha fatto comunque un lavoro pessimo, anzi: è che la sfortuna si è accanita contro una squadra evidentemente a corto di fiducia nei propri mezzi. Contro la Lazio la sconfitta è stata immeritata e sfortunata, ma è chiaro che continuare a dare la colpa solo alla sfortuna non aiuterà a rimanere in Serie A. La situazione è caotica, però mi ripeto: la bassa classifica della A di quest’anno lascia speranza per tutti, persino per questo Sassuolo.
Occorre, però, crederci.

 

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