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Servus, Freunde!

Colpaccio del Borussia Mönchengladbach che espugna Paderborn: apre Hermann a cui risponde Michel ad inizio ripresa ma la successiva doppietta di Stindl regala ai Fohlen un successo che potrebbe rivelarsi determinante in chiave Champions League. Crolla invece il Bayer Leverkusen a Berlino, sul campo di un Hertha che non ha più nulla a cui ambire: Cunha e Lukébakio spengono, forse definitivamente, il sogno delle Aspirine di entrare nell’Europa che conta. Anche il Friburgo abbandona ogni velleità continentale, sconfitto a Monaco dal Bayern già campione: Kimmich e Lewandowski per i Bavaresi, accorcia Höler, poi ancora Lewandowski chiude il match. Dortmund corsaro a Lipsia con due gol del solito Håland: i Gialloneri hanno la certezza matematica della Champions League, i Biancorossi anche, salvo che il Leverkusen recuperi uno scarto di 27 reti. Chi giocherà certamente l’Europa League saranno il Wolfsburg, vittorioso a Gelsenkirchen con doppietta di Weghorst e reti di Mbabu e Victor – di Matondo il punto della bandiera per i padroni di casa – e l’Hoffenheim che travolge l’Union Berlino con Babou, Kramaric, Dabbur e Baumgartner.

 

Colonia ed Eintracht Francoforte non si fanno del male: Kainz per i Caproni e Dost per le Aquile. In coda, si consuma il dramma del Werder Brema che, sconfitto a Magonza, vede ormai ridotte al lumicino le speranze di rimanere nella massima serie: Quaison e Boëtius trafiggono gli ospiti, Osako riapre la partita ma Fernandes, a pochi minuti dal termine, affonda definitivamente i Werderaner. Diventa preziosissimo, quindi, il pareggio interno del Fortuna Düsseldorf contro l’Augusta: Bavaresi avanti con Niederlechner a cui replica Hennings un quarto d’ora più tardi.

 

Sabato prossimo i Flingeraner saranno di scena all’Alten Försterei di Berlino contro l’Union mentre gli Anseatici ospiteranno il Colonia: il Werder è costretto a vincere ma potrebbe non bastare.

 

 

 

RISULTATI

 

Bayern Monaco-Friburgo 3-1

 

RB Lipsia-Borussia Dortmund 0-2

 

Hoffenheim-Union Berlino 4-0

 

Fortuna Düsseldorf-Augusta 1-1

 

Hertha Berlino-Bayer Leverkusen 2-0

 

Magonza-Werder Brema 3-1

 

Schalke 04-Wolfsburg 1-4

 

Colonia-Eintracht Francoforte 1-1

 

Paderborn-Borussia Mönchengladbach 1-3

 

 

 

CLASSIFICA

 

Bayern Monaco 79 (Campione di Germania)

 

Borussia Dortmund 69 (in Champions League)

 

RB Lipsia 63 (79:36/+43)

 

Borussia Mönchengladbach 62 (64:39/+25)

 

Bayer Leverkusen 60 (60:44/+16)

 

Wolfsburg 49 (48:42/+6)

 

Hoffenheim 49 (49:53/-4)

 

Friburgo 45

 

Eintracht Francoforte 42

 

Hertha Berlino 41

 

Schalke 04 39

 

Union Berlino 38

 

Magonza 37

 

Colonia 36

 

Augusta 36

 

Fortuna Düsseldorf 30 (36:64/-28)

 

Werder Brema 28 (36:68/-32)

 

Paderborn 19 (retrocesso in 2. Bundesliga)

 

 

 

La storia che racconteremo oggi è un caso calcistico e, soprattutto, umano che ha pochi eguali se non nessuno: conteso, usato e ripudiato. A qualcuno il nome non è nuovo: è il primo calciatore a segnare una quaterna ad un modiale, il 5 Giugno 1938 a Strasburgo contro il Brasile, ma andiamo con ordine. Il 23 Giugno 1916 nasce, a Kattowitz (oggi Katowice), Ernest Otton Wilimowski.

 

Veramente a nascere è Ernst Otto Prandella ed ha sei dita nel piede destro.

 

Di Katowice, dicevamo. Un posto non tra i più fortunati al mondo, che quando nasce il piccolo Ernst fa parte dell’impero tedesco ma viene ceduto alla Polonia sei anni dopo. Lui, orfano di padre dall’età di due anni, in casa parla tedesco, fuori un dialetto polacco. Quando ha 6 anni l’Alta Slesia viene annessa alla Polonia, di cui quindi diviene cittadino, e a 13 anni viene adottato dal patrigno, dal quale prende il cognome: gioca già nel Kattowitz, un club dalla forte influenza germanica, che lascerà nel 1934 per accasarsi al “più polacco” Ruch Chorzów, con il quale conquista 5 titoli in 6 campionati, andando a rete 112 volte in 86 incontri. Convocato in Nazionale andrà a segno 21 volte in 22 gare tra cui spicca quella, citata in precedenza, contro il Brasile al Mondiale francese. Sembra che i suoi successi gli attirino l’antipatia di un membro del NSDAP, Georg Joschke, che nei primi giorni dell’invasione lo cerca per costringerlo a portare l’iniziale P (polacco) sui vestiti ma è una versione che trova riscontro in una sola fonte.

 

Ernst è simpatico, con un’aria allegra da ragazzino scanzonato ed oltre a non dar fastidio a nessuno è un talento naturale come non se ne sono mai visti da quelle parti. Quando le truppe di Hitler entrano in Polonia, lui ha già 22 presenze all’attivo con la nazionale di quel paese durante le quali, per dimostrare che nulla è un caso, ha segnato 21 reti. A motivo delle sue origini, riottiene la cittadinanza tedesca potendo così continuare l’attività (lo sport venne proibito ai polacchi durante l’occupazione n.d.r.) e diventando agente di polizia. Il Ruch Chorzów torna ad essere Bismarckhütter SV 99 ma dopo una sola gara Ernst rientra al Kattowitz, dove resta brevemente per trasferirsi al Karlsruher FV. Nel frattempo la madre, a causa di una relazione con un ebreo-russo è finita ad Auschwitz ma viene liberata grazie all’interessamento di Hermann Graf, un colonnello della Luftwaffe appassionato di calcio ed amico del figlio. Approda al Monaco 1860 e mette in bacheca la Tschammerpokal del 1942 poi finisce alla squadra della polizia di Chemnitz.

 

Gioca 8 partite con la Mannschaft andando a segno 13 volte: la sua media è inferiore solo a quella di Gottfried Fuchs nell’intera storia dell’Elf.

 

Al termine delle ostilità viene considerato un traditore dalle autorità polacche e gli viene impedito di rientrare nel paese. Resta a Karlsruhe, dove apre un ristorante pur continuando a giocare: Augusta, Offenburger, Singen, VfR K’lautern e Kehler FV dove chiude alla bella età di 43 anni. Cattolico devoto, incontra sui monti Tatra un giovane Karol Wojtyla e quel ricordo lo accompagnerà tutta la vita. Nel 1974 in occasione del WM manifesta l’intenzione di far visita alla squadra polacca ma gli viene impedito dalla PZPN: Gorski, pur riconoscendone il talento, gli rimprovera di non aver mai chiarito la sua posizione riguardo al mancato ritorno in patria. Viene finalmente invitato nel 1995 per il 75° del Ruch Chorzów ma a causa della malattia della moglie deve rinunciare. Si spegne a Karlsruhe il 30 Agosto 1997, lasciando 4 figli. Più di una fonte lo accredita come 10° goleador di sempre nella storia del calcio. Ha giocato anche in più occasioni come portiere del Pogon Katowice ad hockey su ghiaccio.

 

Per domande, approfondimenti e curiosità potete venirmi a trovare su FUSSBALL, BITTE!

 

Friedl25

 

 

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