Bologna FC
Amarcord – La Sampdoria ed il rigore di Ingesson
Quando si pensa alla sfida tra Bologna e Sampdoria, sono vari i ricordi che si affollano nella mente. Cipriani che segna il gol partita per i doriani nel Marzo 2003, quando era in prestito a Genova. I rubinetti lanciati in campo. I tanti doppi ex come Pagliuca, Mancini, Signori, Bellucci, Gastaldello o Castellini, che per due volte passo dai blucerchiati ai rossoblù. Però una delle immagini più iconiche che il popolo rossoblù associa negli ultimi anni a questa sfida è probabilmente il rigore di Klas Ingesson che condanna i genovesi alla retrocessione in Serie B, all’ultima giornata di campionato della stagione 1998/99. E poco importa se in quel caso la partita era disputata al Dall’Ara e non come accadrà prossimamente a Marassi. Se si può ricordare Ingesson, ogni occasione è gradita.
Bologna-Sampdoria
Si era in una delle stagioni d’oro dell’ultimo Bologna, quella 1998/99, ed all’ultima giornata si affrontavano una Sampdoria in zona retrocessione, che doveva vincere per rimanere in Serie A dopo un campionato assurdo per una rosa tanto competitiva, ed un Bologna nono, che pochissime possibilità di vedere aprirsi uno spiraglio per l’Europa in base ad una serie di risultati positivi, ed il solo cruccio di salutare il proprio pubblico con quattro sconfitte consecutive in caso di vittoria degli ospiti. Sarà la partita del gigante venuto dalla Svezia.
I liguri partono bene e vanno subito in vantaggio con Montella, ma al 27° Ingesson incorna un angolo di Signori portando al pareggio i rossoblù. Poco prima del riposo Montella riporta la Doria in vantaggio. Le motivazioni sono tutte dalla parte degli ospiti, ed il Bologna cerca di non sfigurare senza però affondare troppo il colpo. Ma la Samp continua a non aiutarsi come spesso aveva fatto nel resto del campionato, e lascia troppa libertà ai padroni di casa. In una delle azioni offensive del Bologna, Simutenkov viene atterrato in area. Trentalange sorvola, forse non volendo forzare la mano con un rigore negli ultimi minuti. A tempo ormai scaduto la situazione si ripete quasi uguale. Simutenkov e Sakic arrivano a contatto in area di rigore ed il rossoblù, accentuando visibilmente il fallo, cade a terra. Stavolta Trentalange fischia, probabilmente sommando errore ad errore visto che a tutti questo secondo intervento sembra meno grave di quello subito dal russo in precedenza.
Comunque stessero le cose, l’arbitro aveva assegnato il rigore. Ed a tempo praticamente scaduto. Signori è titubante e poco propenso a battere, forse perché era arrivato a Bologna dopo una stagione decisamente negativa proprio con la maglia blucerchiata e non voleva essere l’ago della bilancia in quella situazione, o forse perché non era al meglio fisicamente. Sia come sia, Mazzone non era certo uno che amava perdere, e diede indicazione ad Ingesson di tirare il rigore. Lo svedese, pur con qualche pensiero, fece il proprio lavoro da professionista segnando il gol del 2-2 che condannava la Sampdoria alla retrocessione e che alla fine, concesse al Bologna di giocare lo spareggio con l’Inter per entrare in Europa grazie anche alla concomitante sconfitta dell’Udinese.
Il portiere doriano di quella partita era Fabrizio Ferron, che anni dopo a proposito del rigore dichiarò: «Ma che dovevo fare? A quel punto è difficile dire di sbagliare un rigore apposta. Era pure straniero; hanno una mentalità diversa loro. Lui tirò per segnare e io, che avrei dato non so cosa per parare quel rigore, mi buttai dall’ altra parte».
Ingesson aveva ben chiaro quanto stesse accadendo, ed infatti una volta ritiratosi dal calcio, ad una domanda durante un’intervista che lo riportava a quel rigore rispose: «Dopo la decisione di Mazzone prendo il pallone e lentamente mi dirigo verso il dischetto: è in quegli istanti lunghissimi che incontro gli sguardi e le facce dei sampdoriani, sono occhiate e sguardi quasi supplichevoli che in quel momento mi fanno sentire un po’ a disagio. Io ho dovuto fare quel che qualsiasi sportivo deve: il professionista. Anche se Simutenkov aveva accentuato, non era giusto sbagliarlo apposta, sarebbe stato antisportivo. Insomma, gol e 2-2: ero contento per il Bologna ma non felice, perché sapevo di aver fatto del male a un’ altra squadra». Nessuno dei due però, ricorda che il Bologna con quel rigore si trovò a giocare uno spareggio per l’Europa.
Il Bologna in Europa
A distanza di così tanto tempo bisogna però anche uscire dalla logica secondo cui per il Bologna segnare o meno quel rigore non avrebbe fatto differenza. Come ricordato poco fa, quel pareggio regalò il punto fondamentale per andare allo spareggio con l’Inter, che i rossoblù vinsero approdando quindi in Europa. Non è corretto continuare a parlare solo un gol “contro” la salvezza della Samp. Le possibilità che il Bologna finisse in Europa erano minime, è vero, ma la storia ha dimostrato il contrario. Pur capendo il dramma sportivo doriano della retrocessione, la sconfitta di Inter ed Udinese rese quel gol fondamentale per i rossoblù. Simutenkov aveva sicuramente accentuato il contatto, per un rigore che però era stato negato poco prima sebbene più evidente. Un rigore quindi che poteva starci, e che Ingesson segnò da professionista pur sentendosi in colpa nonostante alla fine si dimostrò fondamentale anche per il Bolognaa.
Ma in fondo Klas era così, un giocatore onesto che non si tirava mai indietro ma anche e soprattutto una persona sensibile, nonostante la stazza ed il fisico da taglialegna (lavoro che poi andò a fare una volta ritiratosi dal calcio). Lui non si sarebbe mai lasciato cadere, ma non avrebbe neppure mai potuto sbagliare appositamente. Sorvoliamo sul fatto che il coro del rigore al novantesimo è più uno sfottò tra tifoserie che altro, e focalizziamo invece sul coro per Klas che spesso risuona in queste situazioni: è giusto sfruttare ogni occasione per ricordare un grande uomo come Klas Ingesson, che anche nel servizio televisivo riportato di seguito viene citato come uno dei pochi a dare ancora il massimo anche all’ultima di campionato.
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