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Corriere di Bologna – Abulia, strafalcioni e nervi tesi: bocciati a Milano e verso l’addio

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Il funesto sabato sera di San Siro porta con sé diverse bocciature: contro il Milan non si è salvato nessuno, ma alcuni dei peggiori in campo – alla luce di un’annata deludente – erano da tempo tra gli osservati speciali. A partire da Stefano Denswil, al quale l’infortunio di Bani aveva regalato una chance di riscatto dopo una stagione con più bassi che alti: la partita di Milano ha confermato in modo impietoso le sue difficoltà, per un giocatore che spesso appare persino scollegato rispetto al resto della squadra (come sul 3-1 rossonero); i 7 milioni investiti in estate per prelevarlo dal Bruges non stanno decisamente fruttando.

Questa stagione sta fortemente ridimensionando anche il valore di Santander, arrivato a 6,5 milioni nell’estate 2018: dopo le 8 reti della scorsa stagione, il Ropero quest’anno è fermo ad un solo gol (su rigore, a Cagliari). Sabato tornava dopo una lunga assenza (tre gli infortuni muscolari patiti in questa stagione) ma, tra comprensibile ruggine e deficit tecnici, la sua presenza ha confermato che il Bologna con lui in campo fatica a girare. Ecco perché dalle parti di Casteldebole ci si sta guardando intorno per il futuro.

Un altro giocatore che sta deludendo è Nicola Sansone: dopo gli 8 milioni versati in estate per il riscatto, l’esterno è fermo a 4 reti (di cui tre su rigore). L’arrivo e l’esplosione di Barrow da esterno sinistro lo hanno relegato in panchina e nelle ultime uscite l’italo-tedesco è sembrato nervoso e sfiduciato: situazione che impone riflessioni in vista del prossimo anno.

E Skorupski? Darlo per bocciato è eccessivo, ma le riflessioni sono in atto anche su di lui. Tra i punti interrogativi di questo finale di campionato ci sono anche due giovani come Skov Olsen e Svanberg, rimasti poco incisivi anche dopo le sollecitazioni (pubbliche e non) di Mihajlovic: per i due si potrebbe valutare l’ipotesi di un prestito, non semplicissimo considerando che i rispettivi ingaggi (800mila per il primo, 500mila il secondo) non sono propriamente alla portata di squadre di seconda fascia.

Alessandro Mossini – Corriere di Bologna

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