Calcio
Pop&Sports – Silvio Berlusconi, il presidente più vincente nella storia del calcio.
Per la questione Calciomercato e non, in questo periodo si sente molto parlare di presidenti dei vari club di calcio: dal passaggio della Roma tra Pallotta e Friedkin agli articoli di Commisso come presidente più ricco tra i club di Serie A. Allora mi sono chiesto: chi è il presidente che ha vinto di più nella storia tra club? Col suo sorrisetto sempre da piacione, il presidente che ha vinto di più nella storia del calcio è stato l’ex presidente del Milan, nonché Fininvest e del Consiglio del Parlamento italiano Silvio Berlusconi.
Era il 20 febbraio 1986 quando la società rossonera passò nelle mani dell’attuale presidente onorario. Dall’inizio dell’era, accanto al presidente Berlusconi c’è, tutt’ora con l’avventura del Monza, Adriano Galliani, l’ad rossonero: una coppia indissolubile che ha portato a Milanello numerosi talenti, costruendo insieme un club di altissimo livello. Nella sua prima stagione col Milan, il neo presidente Silvio Berlusconi sceglie come allenatore la storica bandiera rossonera Nils Liedholm. Il primo anno non fu affatto facile, tant’è che il nuovo allenatore fu subito esonerato. Fu solo un piccolo intoppo prima della grande scalata del club.
L’anno successivo, per la panchina del Milan il presidente sceglie Arrigo Sacchi, rivelatasi poi la prima scommessa vinta da Berlusconi. Lo ingaggia dopo che l’allenatore di Fusignano aveva portato il Parma alla promozione in B e dopo un 7° posto nella serie massima. Con lui arriveranno anche i campioni olandesi Ruud Gullit, Marco Van Basten e Franklin Rijkaard. Insieme, “i tre tulipani” porteranno poi il Milan al primo scudetto per il “nuovo club”, nella stagione 87/88, in un testa a testa emozionante contro il Napoli di Maradona. Grazie all’acquisto dei tre fenomeni olandesi, che tramarono poi il Milan ad una serie di successi, il presidente entrò così nei cuori dei tifosi.
Non vinsero solo lo scudetto: la squadra di Sacchi vincerà, nel 1989, la prima Coppa dei Campioni sotto l’era berlusconiana al Camp Nou di Barcellona, contro la Steua Bucarest. Insieme a questa, il Milan di Silvio conquista anche due coppe intercontinentali. L’anno successivo, il Milan raddoppia, vincendo in finale contro il Benfica a Vienna. Con il Milan firmato Sacchi, a Milanello arriveranno uno scudetto, due Coppe dei Campioni, due Intercontinentali e altrettante Supercoppe europee. Il Milan, in quel periodo, era sul tetto del mondo.
Con la fine degli anni ottanta, Sacchi si ritira e lascia posto all’allenatore dei novanta, Fabio Capello, conquistando 4 scudetti, una Champions (nell’84, umiliando il Barcellona vincendo 4-0) e una Supercoppa Europea. Un’epoca segnata anche da rimpianti, come le sconfitta, entrambe nelle finali di Champions, contro l’Olympique Marsille e l’Ajax.
Dal 1991, ogni estate prima dell’inizio del campionato di Serie A c’era il trofeo Luigi Berlusconi, che il presidente rossonero aveva voluto intitolare alla memoria del padre. Il detto tra i tifosi era che chi vinceva il trofeo Berlusconi non avrebbe poi vinto il Campionato.
Gli anni di presidenza Berlusconi sono contraddistinti anche dalle scelte in panchina poi rivelatesi sbagliate: come Oscar W. Tabarez, attuale allenatore della nazionale uruguaiana; Alberto Zaccheroni, che seppur artefice dello scudetto numero 16 della storia del Milan, nell’98-99,non aveva mai scaldato fino in fondo il cuore della presidenza; Fatih Terim, negli inizi anni 2000.
Il Milan torna ai livelli degli anni Ottanta e Novanta con Carlo Ancelotti, ex centrocampista del Milan ’86. La sua esperienza rossonera comincia nel 2001 e si concluderà nel 2009. Con Ancelotti, i simboli del Milan sono Andriy Schevchenko e Filippo Inzaghi, assieme a Seedorf, Gattuso, Rui Costa e, ovviamente, Maldini. Con lui in panchina, il Milan vince altre due Coppe Campioni, di cui una in finale contro la Juventus di Lippi, e un Mondiale tra Club.
A subentrare, al posto dio Ancelotti per il campionato 2010-2011, sarà Massimiliano Allegri, portando a Milanello una Supercoppa italiana, battendo l’Inter a Shangai, e l’ultimo scudetto del Milan. Infatti, con Allegri arriviamo poi al girone degli ultimi ricordi, con l’arrivo di Ricardo Kakà al Milan, ultimo pallone d’oro dell’era Berlusconi. Il fuoriclasse brasiliano diventato subito il più amato dai tifosi del Milan. Kakà con i rossoneri ha vinto uno scudetto, una Champions, due supercoppe europee e una supercoppa italiana, diventando 1 tra i 7 palloni d’oro del Milan di Berlusconi: Gullit, Van Basten (3), Weah, Shevchenko e Kakà, per l’appunto. Nel 2007, poi, arriva l’ultima Coppa Campioni targata Berlusconi, con la vittoria contro il Liverpool. È proprio con questa che il Milan conclude il ciclo di vittorie a livello internazionale.
Negli ultimi anni dell’era Berlusconi sono pochissimi i successi e tante le delusioni per i tifosi rossoneri. Il Milan non è più quello di una volta: dopo l’ultimo successo di Allegri, la panchina rossonera è segnata da continui gli esoneri. Intanto il presidente comincia a trattare con possibili acquirenti esteri. La trattativa si arena diverse volte, ma il 13 aprile 2017 c’è la firma definitiva: l’imprenditore cinese Han Li diventa proprietario del club di Milanello.
Ricapitolando, sotto l’era Berlusconi, il Milan ha conquistato la bellezza di 29 trofei: 8 Scudetti, 1 Coppa Italia, 6 Supercoppe italiane, 7 Champions League o Coppe dei Campioni, 5 Supercoppe europee, 2 Supercoppe Intercontinentali e un Mondiale per club. Assieme a Santiago Bernabeu, Berlusconi è il presidente più vincente della storia del calcio.
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