Calcio
CALCIAMONDO – L’Indonesia di Dejan Antonic – 6 Nov
Il 28 settembre la Pro Duta, squadra neopromossa, vincendo 3-2 contro il Persepar ha conquistato la finale dei playoff validi per il massimo campionato indonesiano, la IPL.
Alla guida della squadra c’è il serbo Dejan Antonic, 44 anni di Belgrado.
Nella sua carriera da calciatore, Antonic ha fatto parte della miglior formazione jugoslava di tutti tempi, quella che conquistò i Campionati del Mondo Under 20 nel 1987 in Cile battendo, ai calci di rigore, la Germania Ovest. Di quella squadra facevano parte giocatori del calibro di Prosinecki, Suker, Boban e molti altri talenti che hanno mietuto successi in tutta Europa.
Dopo aver terminato la carriera di calciatore, Antonic ha intrapreso quella di allenatore, iniziando da un posto decisamente inusuale. La sua prima esperienza in panchina, infatti, è stata alla guida del Kitchee Sport Club, formazione di Hong Kong. Da lì è passato alla panchina della nazionale dell’ex colonia britannica, per poi spostarsi in altre squadre dello stesso Paese.
Fino al 2012 quando ha deciso di intraprendere una nuova avventura in Indonesia.
In realtà Antonic conosceva già molto bene l’arcipelago asiatico, composto da oltre diciassettemila isole: “Per lungo tempo – racconta – ho giocato nella Stella Rossa di Belgrado, fino a quando quella stupida guerra non è arrivata a insanguinare il nostro Paese. Allora io e molti miei connazionali decidemmo di lasciare la Jugoslavia per cercare un posto migliore dove giocare e vivere. Arrivai in Belgio e fui ingaggiato dal Beveren FC. Nel 1995 però alcuni amici che si erano trasferiti in Indonesia mi invitarono da loro, raccontandomi di quanto fossero felici laggiù. Mi lasciai allettare dai loro racconti e decisi di andare a vivere in quell’angolo di Sud-est asiatico. A distanza di diciotto anni posso dire di non aver fatto una scelta sbagliata”.
Non tutti ricordano che il calcio indonesiano ha attirato, nel periodo in cui arrivò Dejan Antonic, nomi importanti del calcio mondiale, come l’argentino Mario Kempes o la stella camerunense di Italia ’90 Roger Milla. Tra gli altri arrivò anche l’italiano Giuseppe Accardi, oggi agente Fifa.
Questi nomi hanno aiutato a migliorare il livello medio delle squadre e ad attirare sempre più pubblico negli stadi. “Uno degli aspetti più belli che ho riscontrato qui – continua Antonic – è che per ogni partita gli stadi sono pieni di spettatori. Lo stadio in cui gioca la mia squadra contiene quarantamila persone ed è pieno ogni volta che giochiamo. Posso assicurare che è bellissimo scendere in campo con un’atmosfera del genere”.
Il livello del campionato sta crescendo, grazie alla presenza di molti stranieri, soprattutto dal Brasile e dall’Europa. “La strada da fare però è ancora lunga: non possiamo minimamente paragonarci a un campionato che si disputa in Europa. Oggi l’obiettivo su cui il sistema calcio indonesiano sta lavorando è quello di raggiungere il Giappone e la Corea: stanno lavorando duro per questo e penso che presto ci riusciranno”.
I problemi che frenano la definitiva esplosione del calcio indonesiano, come spiega Dejan Antonic, sono essenzialmente due: gli stadi e i settori giovanili.
Per quanto riguarda le strutture, ci sono alcuni impianti molto belli e funzionali, come quelli di Giakarta, capace di ospitare centomila persone, o quello di Surabaya; la maggior parte, però, sono stadi fatiscenti e malridotti.
Un altro aspetto su cui si deve investire è la crescita delle nuove leve: c’è bisogno di accademie e scuole giovanili dove far crescere nuovi talenti locali da lanciare nelle prime squadre per farli arrivare, poi, a misurarsi nei campionati europei. Con l’esperienza acquisita, quindi, potranno portare benefici alla nazionale del proprio Paese.
Negli ultimi anni, invece, la rappresentativa indonesiana sta lavorando in senso opposto: non punta a far crescere i propri giovani per ottenere dei risultati, ma a naturalizzare giocatori stranieri che militano nel campionato nazionale.
“Così facendo, oggi l’Indonesia è una delle nazionali più forti di questa parte di Asia e gode di un enorme supporto da parte dei tifosi che seguono le sue partite in casa, ma anche all’estero”.
Oggi in Italia se si parla di calcio indonesiano viene subito spontaneo pensare a Thoir, il tycoon che ha acquistato l’Inter da Massimo Moratti. Dejan Antonic ci racconta qualcosa in più su questo nuovo protagonista del calcio di casa nostra: “Thoir è un grande personaggio con un’ottima fama qui in Indonesia. Ha investito nel basket americano e i suoi giocatori parlano benissimo di lui. Il presidente della mia squadra lo conosce bene per via di affari comuni che hanno negli USA: è un uomo molto disciplinato e professionale. Penso sia un bene per il calcio italiano avere un personaggio come lui: è davvero una brava persona”.
Avremo tutto il tempo di scoprirlo. Intanto abbiamo scoperto una faccia del pallone che ci era quasi sconosciuta, ma che ci diventerà sempre più familiare.
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