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Oggi Kociss compie 72 anni

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Chiusa l’esperienza al college, nel 1970 John Fultz, nato il 20 ottobre 1948, disputa la summer league con i Los Angeles Lakers, dove però è chiuso da Jim McMillian. Avendo ricevuto l’offerta di un contratto non garantito al minimo salariale, John accetta l’offerta di Aza Nikolic e va a giocare a Varese come straniero di Coppa. L’anno dopo passa alla Sinudyne ed è subito capocannoniere. Altre due stagioni alle V nere, nella seconda delle quali la Sinudyne vince la Coppa Italia, un trofeo in bacheca dopo diciotto anni dall’ultimo scudetto. Tre stagioni alla Virtus, 2232 punti segnati in 83 partite, alla ragguardevole media di 26,89, la seconda in assoluto nella storia della Virtus, seconda solo a quella di Tom McMillen, che sostituirà John nella stagione successiva. Nell’annata sportiva 1972/73 a Bologna contro la Reyer Venezia, dopo aver rubato palla sul meno uno a Guadagnino va a segnare sulla sirena il 79-78. L’anno dopo segna a quindici secondi dalla fine il canestro decisivo in avvitamento contro Siena. Nella sua stagione centrale alla Virtus, Fultz realizza 42 punti contro il Brill e ne aveva segnati 41 al debutto di quella stagione a Venezia, ma la gara fu annullata e poi ripetuta. Altre undici volte ha fatto registrare punteggi personali tra i 35 e i 38 punti. Nel suo primo anno bolognese aveva fatto anche meglio negli ottavi di finale di Coppa Italia, 45 punti rifilati alla Partenope Napoli in una gara vinta al supplementare 92-90; addirittura 48 li mette a segno in amichevole contro la Maxmobili Pesaro il 18 gennaio 1973. Nel 1974, quando conduce le V nere alla conquista della Coppa Italia, risulta il capocannoniere della manifestazione con 220 punti in otto gare; nella final four di Vicenza segna 29 punti in semifinale e 28 in finale. Dopo i tre anni bolognesi ebbe esperienze in Svizzera, Austria e Portogallo, ma ritornò a giocare anche in Italia. Tornò invece alla Virtus per allenare, come vice di Di Vincenzo e allenatore nelle giovanili. Da giocatore rimase “solo” tre stagioni e vinse “solo” una Coppa Italia, ma ha segnato un’epoca: è stato l’anello di passaggio dalla Virtus degli spareggi per la salvezza a quella di un nuovo trofeo vinto dopo diciotto anni, ma è stato anche il simbolo delle V nere che riempivano di nuovo il palazzo, è stato l’icona bianconera quando Schull era quella biancoblu della Fortitudo; su Fultz si sono scritti articoli, libri e presto uscirà anche un film; per lui hanno coniato soprannomi, da Kociss a John mitraglia. Tutto questo perché quel numero undici con la fascia ha scritto un capitolo irripetibile della storia delle V nere e di Bologna.

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