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Il Corriere dello Sport – Bazzani: ”Mi ispiro a Sinisa. Quagliarella e Palacio due campioni eterni”
Interessante intervista rilasciata da Fabio Bazzani, ex giocatore di Lazio e Sampdoria, al Corriere dello Sport.
Come mai la scelta di allenare da solo dopo tre anni da vice di Serse Cosmi?
Perché questa è la direzione che ho sempre voluto seguire, e lo si vede dal fatto che ho iniziato allenando il Mezzolara in Serie D. Quando ho visto che potevo lavorare con Serse, ho colto la palla al balzo, ma sapevo che non era una cosa definitiva.
Tutto ciò ti è servito?
E’ stata un’esperienza molto importante. Ho visto come un allenatore gestisce gli uomini e le situazioni.
Io conosco molto bene il mondo del calcio, so che non sempre c’è una logica da seguire. Non mi sono mai sentito spaventato. Ho una grande passione per questo sport e so che solo questo può aiutare a superare gli inevitabili momenti difficili della carriera.
Al momento sei in attesa..
Si e intanto studio.
Quando ero il vice di Cosmi mi sono arrivate delle offerte; non ho accettato perché mi sembrava di voltare le spalle a chi aveva creduto in me.
Parlaci del tuo studio.
Se ora allenassi e avessi i giocatori adatti, io punterei molto sul 4-2-3-1, modulo che adotta anche il Bologna adesso. Questo perché sin dalla mia esperienza con il Mezzolara avevo iniziato a studiare allenatori come Mihajlovic, Pioli e De Zerbi. Mi piace molto come giocano le loro squadre: hanno grande verticalità.
Non è un caso che il Milan, il Sassuolo e il Bologna abbiano la stessa identità; poi certamente lo spessore tecnico è diverso in ogni squadra.
Stimo molto Sinisa: è un allenatore che infonde molto coraggio alla propria squadra, come vorrei fare io. Nonostante il Bologna abbia solo 6 punti, i rossoblu giocano sempre in modo propositivo e con coraggio.
Sono d’accordo con Mihajlovic quando dice che il calcio è cambiato: nel nostro campionato oggi devi giocare per fare un gol in più, e non per prenderne uno in meno. Se ti chiudi in difesa, una rete prima o poi la subisci. Con la giusta mentalità si possono vincere le gare.
Un grande rammarico che hai avuto da calciatore..
Avrei tanto voluto avere Sinisa come allenatore. Mi ispiro a lui da sempre; adesso si guarda molto a come un tecnico comunica con la squadra e lo staff, e lui lo fa in modo impeccabile. In questo modo il singolo calciatore può crescere molto.
Io preferisco gli allenatori che trasmettono, piuttosto che quelli che predicano.
Un pensiero su Claudio Ranieri.
Sono d’accordo sul fatto che sappia fare tutto. Per certe cose è il contrario di Mihajlovic, per altre è molto simile.
Hanno una personalità molto simile. In difesa Sinisa è molto più spregiudicato; mentre Ranieri tiene molto a rimanere compatti e a coprire al meglio tutti gli spazi.
Mihajlovic, dal canto suo, chiede di attaccare molto, una pressione incessante, di cercare l’uno contro uno.
Cosa si aspetta da Sampdoria-Bologna?
Secondo me avranno un ruolo fondamentale i vari duelli, e probabilmente anche le varie leggerezze che i giocatori commetteranno.
Sampdoria e Bologna hanno un diverso modo di attaccare, ma il 4-4-1-1 di Ranieri è speculare al 4-3-2-1 rossoblu.
Il Bologna ha il vantaggio di essere molto poco prevedibile davanti, con Barrow, Palacio e Soriano, i quali non danno punti di riferimento; la Sampdoria punta invece sulle individualità, su Quagliarella, sulle grandi giocate di Ramirez e Candreva.
Secondo me le troveremo molto vicine in classifica queste due squadre.
Su Quagliarella e Palacio cosa si può dire?
Sono due campioni eterni. Sono due appassionati di calcio, pensano sempre al loro presente e non a quello che hanno fatto in passato, questo li rende dei grandi campioni.
Hanno anche delle differenze, certo. Ho giocato con Quagliarella e posso dire che è uno con il gol addosso, vede la porta come pochi. Palacio ha tempi di gioco eccellenti, per come ti serve il pallone è ancora il migliore, è il compagno perfetto.
Credi che insieme avrebbero potuto fare le fortune di grandi squadre?
Insieme avrebbero potuto tranquillamente giocare nel Milan, nell’Inter o nella Juventus. Con due attaccanti così, credo che qualsiasi squadra avrebbe vinto il titolo.
(Fonte: Il Corriere dello Sport – Claudio Beneforti)
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