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Corriere di Bologna – il derby del silenzio

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Le parole chiave sono zero, nessuno, il vuoto.

Questo è il numero degli spettatori che saranno presenti domenica all’Unipol Arena di Casalecchio per assistere al derby numero 109 tra Fortitudo e Virtus. Ci troviamo di fronte a un nuovo record, una partita che entrerà nella storia. Per la prima volta non ci saranno i tifosi a fare da cornice a un evento, quegli stessi tifosi che rendono un derby un derby: cori, striscioni, coreografie, sfottò… Nulla, per giunta neanche verrà trasmesso in chiaro in televisione e se lo potranno gustare solo gli abbonati della versione a pagamento di Eurosport. Sarà il primo derby della “non condivisione”, dato che oltre al palazzetto saranno chiusi bar, ristoranti, pub e non si potranno invitare gli amici a casa a causa del Coronavirus.

Soffermandoci sulla storia di questa partita e sui suoi dati al botteghino troviamo il derby 109 in fondo alla lista per numero di spettatori presenti con nessuno. Poco prima di lui ci sono entrambi i derby di Supercoppa con circa 1200 posti occupati, ma se guardiamo solo alle partite “ufficiali” dobbiamo andare indietro nel tempo al primo incontro in assoluto nel 1966 quando ci furono 3000 paganti ed era un giovedì sera. Dalla gara di ritorno di quell’anno per quasi tutti i derby a venire si è sempre registrato il così detto “pienone”, ad esclusione di un derby giocato in campo neutro a Cremona nel ’73.

Dall’altro lato della medaglia abbiamo quello che fino ad ora è il derby con più seguito di sempre, giocato in Germania, a Monaco nel 1999, per le final four di Eurolega che ha visto un esodo da parte delle tifoserie bolognesi e ha segnato, arrotondati, 10.000 spettatori. Al secondo posto scendiamo “dalle stelle alle stalle” nel campionato cadetto con il derby di A2 il giorno dell’Epifania del 2017 con 9.291 tifosi. Segue un clamoroso derby al non ancora paladozza nel 1972 dove la Fortitudo comunicò 9.173 spettatori, tutti ammassati come sardine. Infine al quarto posto abbiamo il derby di Natale dello scorso anno con 8.785 persone.

Che il 2020 sia entrato nella storia per la pandemia globale di Coronavirus è un dato di fatto, ma ha lasciato un profondo segno anche nello sport.

Fonte: Corriere di Bologna, articolo di Enrico Schiavina

 

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