Calcio
WUNDER-BAR! – La Bundesliga di 1000Cuori -26 Ago-
La settimana si è aperta con la visita da parte della Cancelliera al campo di concentramento di Dachau. Può sembrare una cosa banale, ma, in fondo, non lo è. È stata la prima visita di un Cancelliere a questo campo di concentramento, mentre di visite ad altri campi ce ne sono state tante dalla fine della guerra in poi. Cosa rende (rendeva) Dachau diversa dalle altre città tristemente note? Semplicemente il fatto che il campo di concentramento era, se non in centro, visibile e raggiungibile da tutti. Gli altri erano tutti “fuori dalla vista” (due anni fa sono stato a Buchenwald, bisogna, oggi, farsi 15 minuti di macchina in mezzo ad una foresta per arrivarci partendo dal centro del paese), questo no, questo chiama in causa tutti, questo elimina la possibilità di dire “non sapevamo”, “non vedevamo”, “non potevamo sapere”. Dachau toglie una scusa ai tedeschi, toglie la possibilità di dare la colpa agli altri e rende chiaro che non c’erano segreti. È per questo che, oggi, sembra molto simbolico che la Cancelliera si rechi a Dachau a portare onore e memoria, ad assumersi la responsabilità di quello che è successo, responsabilità totale (e la vergogna per quello che è successo). Nessun commento su treni che arrivavano in orario, nessun commento su paludi bonificate, nessun commento su autostrade costruite. “Il male è venuto dalla Germania”. In tutto questo, nonostante le polemiche che sono poi venute fuori, il commento migliore mi sembra quello di chi ha invitato la signora Merkel a Dachau a visitare il campo di concentramento, il leader degli ebrei sopravvissuti a Dachau, un arzillo signore di 93 anni, elettore della SPD, che ha detto di ringraziare di tutto cuore la Merkel non perché ha parlato di colpe, non perché ha parlato di responsabilità, ma, semplicemente, perché è venuta: “La mia generazione, la generazione dei testimoni, sta morendo, siamo rimasti in pochissimi… e tutto quello che chiediamo è che non succeda più niente di simile, tutto quello che chiediamo è che, quando noi non saremo più qui a ricordare, ci sia qualcuno che si ricordi di quello che è successo”. E, nel piccolo di questa rubrica su un sito di appassionati di calcio, è quello che si prova a fare, oggi.
Ah, già, bisognerebbe parlare anche di calcio. Che dire? Per una volta non mi sento di criticare Guardiola, il Bayern gioca un’ottima partita contro il Nürnberg (bel giocatore l’attaccante del Nürnberg arrivato quest’estate) e vince due a zero. Vittoria meritata, partita dominata, e bel calcio all’Allianz Arena. Penso che i tifosi siano usciti contenti. Un giocatore che sembra trasformato da Guardiola è Lahm, che attacca, che corre, che si sbatte, che lotta e che ci mette sempre un qualcosa in più. Non mi ricordo di averlo mai visto così (a parte, forse, gli anni in prestito allo Stuttgart, ma siamo alla preistoria).
Lewandowski dimostra di esserci, contratto o non contratto, voglia di andare via o meno. Quando c’è da far gol, lo fa. Anche il Dortmund gioca bene contro il Werder (terza partita da titolare per Caldirola, che si sta ritagliando bene uno spazio importante), che non demerita. Klopp mette insieme una squadra equilibrata, con Sahin che tocca una miriade di palloni e li distribuisce, Großkreutz che si sacrifica in un ruolo non suo in attesa del ritorno di Pisczek e l’armeno che mostra un paio di lampi. Nel Bremen, al solito, indisponente Arnautovic.
A pieni punti anche il Leverkusen (100 gol di Kießlilng con la maglia del Werkself) che batte in una bella e aperta partita il Gladbach, e Hyppia direi che si stia dimostrando meritevole della panchina. E Kießling si chiama fuori dal giro della nazionale per incompatibilità con il commissario tecnico. Il Leverkusen tiene botta anche quando sembra essere in difficoltà, e davanti può contare su giocatori che sanno giocare al pallone.
E, a pieni punti, anche il Mainz che corre, che lavora, che suda, e che mette Nicolaj Miller in condizioni di segnare. Bel giocatorino, davvero.
L’Hertha riesce a vincere contro un HSV dimesso. Già si contesta Fink, e si parla di Magath, vecchio cuore HSV, per raddrizzare una situazione complicata. Un Magath senza soldi fatico ad immaginarmelo, quindi mi sembra un’ipotesi campata in aria…
L’altra grande malata, lo Schalke, prende una bella scoppola in casa dell’Hannover. Se non si qualificano in Champions prevedo tempi duri per l’allenatore.
Il Freiburg dell’allenatore che vorrei porta a casa il primo punto della stagione contro l’Hoffenheim in una bella partita, 6 gol, 2 espulsi. Due belle squadre, che giocano a calcio, corrono e sembrano entusiaste di essere in campo.
Nei posticipi di ieri, invece, il Frankfurt è riuscito a portare a casa i primi tre punti della stagione contro un Braunschweig piuttosto desolato, e, soprattutto, lo Stuttgart ha perso contro l’Augsburg – Un primo tempo orribile, con errori madornali in difesa, e poi non sono riusciti a recuperare lo svantaggio.
Per riassumere, dopo tre giornate:
A) Nella parte alta della classifica, a parte i soliti sospetti, due sorprese piuttosto inaspettate, il Mainz e l’Hertha;
B) In fondo alla classifica, tre squadre che partono con obiettivi di qualificazione, almeno, alle coppe europee, Schalke, HSV e Stuttgart. Lo Stuttgart è la prima a reagire con il cambio allenatore, annunciato stamattina… via Labbadia dopo solo tre giornate. Vedremo quanto lo Schalke e l’HSV resisteranno alle tentazioni (nota a margine… Magath, in un modo o nell’altro, è legato alle tre pericolanti da legami affettivi).
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