Bologna FC
IL GRILLO PENSANTE – Forma e sostanza del Bologna di oggi
Quella “sporca“ dozzina di partite fin qui disputate in campionato hanno certificato, semmai se ne fosse sentito il bisogno, che il tifoso bolognese ha scientificamente intrecciato nel DNA il gene congenito della sofferenza. Il minuto 97 di Spezia-Bologna è un boccone durissimo da deglutire, un calcio al secchio del latte, uno schiaffo a Babbo Natale, un finale thrilling dove i liguri hanno sostanzialmente consegnato su un piatto d’argento la gara ai rossoblu che con grande cortesia hanno declinato.
Il rigore scialacquato da Barrow è il deja-vu di poche settimane fa in Coppa Italia: stesso giocatore, stesso punteggio, stesso risultato, conferma inoppugnabile che la creatura di Mihajlovic non sa neppure dove stia di casa il killer instinct (a differenza degli avversari che non si fanno mai pregare quando si materializza la possibilità di approfittare di un errore); eppure, quando ormai sembrava evidente che in questa stagione si fosse dissolto l‘ effetto Barrow, il gambiano ha estratto un fantastico coniglio dal cilindro superando Provedel con un pallonetto da 50 metri e recuperando di fatto un match patito oltremodo sul manto erboso di un Alberto Picco nuovo di zecca. Con la trasformazione del penalty si sarebbe compiuto il delitto perfetto ed invece il rientro a casa è stato tormentato dai rimpianti.
Del turno infrasettimanale resta l’immagine di una squadra sbiadita, pasticciona e addirittura improvvisata, per oltre un’ora sottomessa dall’organizzazione del neopromosso Spezia e afflitta dai colpi di quel N’Zola che tanto farebbe comodo nel Bologna di oggi. E‘ innegabile che le assenze fossero tante e pesanti ma un’atteggiamento tanto confusionario è di difficile comprensione a prescindere dagli interpreti; sul piatto buono della bilancia figurano perlomeno il punticino ottenuto e la crescita progressiva di Nico Dominguez, serio candidato ad acquisire fissa dimora a fianco di Schouten nel centrocampo rossoblu.
A conti fatti la terza sconfitta consecutiva è stata schivata per un pelo ma diventa quasi blasfemo poter parlare di riscatto dopo la disfatta casalinga con la Roma, disastro condito da nuovi record negativi dopo i tanti già collezionati dal ritorno in Serie A: mai nella storia i giallorossi avevano segnato 5 reti in casa del Bologna ed, inoltre, era dal lontano 1931 che non terminavano un primo tempo con una cinquina all’attivo. Statistiche non esattamente lusinghiere.
Il ruolino di marcia balbettante e un atteggiamento non sempre battagliero hanno acutizzato i brontolii nei confronti della squadra catapultando sul tavolo degli imputati Sinisa Mihajlovic, reo per alcuni di non governare più i suoi uomini con la dovuta influenza. Il tecnico serbo non è sicuramente esente da colpe: la sua comunicazione mediatica è meno densa della sua proverbiale combattivà, a tratti riflette una sorta di rassegnazione, ed inoltre alcuni giocatori sono da lui trascurati o addirittura non contemplati (l‘accantonamento di Santander ancora prima dell’infortunio o l‘invisibilità di Calabresi nonostante le assenze e le gravi difficoltà difensive). La sensazione è che la sua malcelata insofferenza per lo scarno mercato estivo scavi come un tarlo, malessere acuìto dalle recenti conferme dal Canada di mancanza di fondi per la finestra invernale; la situazione non può però essere cambiata con la bacchetta magica e, se nella forma questo Bologna è indubbiamente discutibile, nella sostanza appare difficile che possa valere molto più delle posizioni di metà classifica nelle quali naviga. La formazione titolare è identica a quella della stagione passata eccezion fatta per un solo uomo: c’era Bani (che alla 12° giornata aveva già segnato 2 reti) e adesso c’è De Silvestri (che fatica ad ottenere una sufficienza), oltre al fatto che il grande potenziale di Tomiyasu sembra depauperato con il dirottamento al centro; il giapponese non ha perso tecnica e reattività ma nel cuore della difesa è un pesce fuor d’acqua ed è sovente soggetto ad amnesie e sbavature.
Non potendo quindi apportare migliorìe significative l’unica strada percorribile è una delle più antiche del mondo: rimboccarsi le maniche e lavorare sodo, con l’obiettivo di terminare l’anno in bellezza contro Torino e Atalanta; a Gennaio si aprirà un nuovo anno che, con l’augurio che sia decisamente migliore del precedente per l‘intero pianeta, si spera possa portare fortuna anche ai colori rossoblu.
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