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Calcio

British corner: cade il Re Liverpool. E il piccolo Brentford sogna…

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L’indigestione pallonara delle festività, as usual, si è conclusa con il Monday Night di Southampton-Liverpool. E i “saints”, così come l’Epifania, che tutte le feste porta via, ha portato via molto ai campioni in carica. Il Liverpool di Klopp perde la seconda partita in Premier League come il disastro di Birmingham con l’Aston Villa lo scorso ottobre, e dopo un periodo in cui, incerottato come non mai, era riuscito a stare a galla e in vetta, seppur alla pari con gli arcirivali del Manchester United. E invece al “St.Mary” la palombella di Ings dopo due minuti, nel classico gol dell’ex, è stata sufficiente perché il Re rimanesse nudo.

Brutti i reds, sin dall’abito, una orrenda maglia color acqua più adatta a gare olimpiche in vasca che a una partita di football, soprattutto in un paese per il quale le tradizioni sono sacre. Henderson inventato difensore centrale, Fabinho rimesso a metà campo con Alcantara, che però non ne ha azzeccata una. Tanti errori in fase di possesso, poche occasioni soprattutto nel primo tempo, e anche Alisson se n’è andato a spasso nel nulla di tanto in tanto. Forse la peggior partita del Liverpool in questi tre anni, anche se naturalmente non tutto è perduto. 

Il Manchester United che aveva battuto 2-1 il Villa, resta appaiato a 33 punti insieme agli uomini di Klopp, ma con una partita da recuperare e una semifinale di Coppa di Lega in programma mercoledì sera in un derby contro il City tutto da vedere. E sale già l’acquolina in bocca per lo scontro diretto del 17 gennaio ad Anfield, con il Liverpool nel frattempo impegnato in FA Cup venerdì 8 proprio sul luogo del delitto: il Villa Park, dove era caduto 7-2 in campionato. Presto per fare i conti, soprattutto con ler prime sei squadre in 4 punti e una incertezza che regna sovrana un po’ su tutti i tornei europei. Ma il campanello di allarme sul Mersey suona definitivamente, e il popolo rosso spera in una inversione di tendenza per non arrivare a fine stagione a secco di trofei come non accade da un bel po’. 

E a proposito di coppe, l’altra semifinale di Coppa di Lega si gioca stasera tra Tottenham e Brentford. Mourinho probabilmente non se ne andrà da White Hart Lane senza aver prima riportato un trofeo agli Spurs, che quest’anno “festeggiano” l’anniversario tondo del loro ultimo titolo inglese, datato 1961. Ma ancor più da tenere d’occhio è la squadra del nord-ovest di Londra, le “bees”, com’è soprannominata, che la scorsa stagione ha salutato nella mestizia da Covid il suo storico impianto dopo 105 anni di militanza, quel gioiellino che era Griffin Park. Sfiorata la promozione in Premier (sconfitto nella finale playoff dal Fulham) il Brentford sogna l’accesso alla finale della League Cup estromettendo i più quotati rivali e ovviamente il balzo in Premier per la prima volta nella sua storia. Un premio che per questi anni di impegno profuso sarebbe pienamente meritato. E’ la magia (oggi un po’ più rarefatta) delle coppe inglesi: si tifa sempre per l’underdogs, ossia la squadra sfavorita. E allora coraggio Brentford: da qualche parte uno flebile straccio di romanticismo, forse, è rimasto ancora.

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