Seguici su

Calcio

British corner: risorge il Liverpool, cade ancora Mourinho

Pubblicato

il


Non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso. Quante volte avrete sentito questo detto? In Italia è successo più o meno per Antonio Conte e la sua Inter, dopo una serie di risultati negativi a dicembre. Poi sono arrivate vittorie in serie, la semifinale di Coppa Italia e l’inseguimento al Milan in classifica, distante solo due punti. In Inghilterra lo stesso si può dire per il Liverpool: dopo il 7-0 al Palace del 19 dicembre, più nessuna vittoria e nessun gol realizzato per quattro partite consecutive (non accadeva dal 2000), e l’abdicazione al trono dietro l’angolo. E invece, complice anche degli avversari che non sono certo delle lepri, il Liverpool ha segnato otto gol in tre partite, e se i due segnati a Old Trafford lo scorso 17 gennaio non sono serviti a evitare l’eliminazione dalla FA Cup, il doppio 3-1 a Tottenham e West Ham che ha fatto piangere Londra nord e Londra est, certifica che l’orso era tutt’altro che morto. Contro gli “hammers” nel primo tempo la solita mole di possesso palla senza conclusioni, nella ripresa l’attacco che confeziona il 2-0 con la doppietta di un redivivo Salah. La terza rete di Wjnaldum denota una grande professionalità: in scadenza di contratto a fine stagione, forse non rinnoverà, ma nessuno se ne accorge. Sorridente e sul pezzo, Gini chiude la partita e rimette il Liverpool a ridosso di City e United.

Gli avversari, dicevamo: il Leicester viene mortificato in casa dal Leeds di Bielsa (3-1 pure qua) lo United di Solskjaer non va oltre lo 0-0 all’Emirates con l’Arsenal, un match che se vuoi vincere la Premier devi portare a casa. E Mourinho, che fino ad oggi aveva fatto la voce grossa con le piccole e perso con Liverpool (due volte) e Leicester, cade in casa del Brighton con una prestazione opaca e e con poco mordente. Il 25 aprile gli Spurs si giocheranno la Coppa di Lega contro il City, per cercare di portare a casa un trofeo che darebbe senso al percorso del portoghese. Ma il Tottenham, così come lo stesso United, ogni volta che hanno la possibilità di svoltare danno l’impressione di far sempre marcia indietro. Un orgoglioso Sheffield, che aveva vinto a Old Trafford in settimana, perde all’Etihad grazie a un gol di Gabriel Jesus dopo nove minuti. Guardiola si è davvero ristabilito dopo un inizio di campionato difficile: 12 vittorie consecutive e primato in solitaria. Piange invece Ancelotti: questo Everton proprio non ne vuol sapere di ingranare, e ne approfitta pure il derelitto Newcastle che vince 2-0 a Goodison. Prima vittoria per il nuovo manager Tuchel sulla panchina del Chelsea, che piega 2-0 il Burnley a Stamford Bridge, con Marcos Alonso che torna dopo una lunga assenza e trova anche la rete.

Si torna immediatamente in campo domani, in un calendario intasatissimo che non da tregua. Il Liverpool ospiterà il Brighton mercoledì, giovedì un succulento Tottenham-Chelsea, ma occhio ai prossimi due turni: Liverpool-City, Leicester-Liverpool e City-Tottenham. Diranno molto di dove andrà a finire questa pazza Premier figlia del Covid. 

 

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *