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Storie Olimpiche – Città del Messico 1968, le Olimpiadi della protesta
Nel 1968, pochi giorni prima l’inizio dei giochi olimpici, nella piazza Tre Culture situata a Città del Messico, studenti e militari in assetto da guerra ebbero un conflitto. Gli studenti protestavano da inizio luglio contro il presidente Diaz Ordaz, criticato per aver speso somme enormi per imbastire gli impianti e organizzare le olimpiadi in un paese dove la povertà stroncava centinaia di vite ogni giorno. I militari iniziarono a sparare ad altezza d’uomo e uccisero quasi un centinaio di studenti.
I giochi olimpici del ‘68 rischiarono di essere spostati e addirittura annullati, ma tuttavia infine vennero disputati secondo programma. Questo grazie al finanziere americano ultraconservatore Avery Bundage, presidente del CIO, che si adoperò in ogni modo per fare comunque disputare i giochi.
Contrariamente a ciò che si pensava l’altitudine della capitale messicana aiutò gli atleti nei loro sforzi fisici, facilitati anche dall’ingresso in scena del tartan (materiale con cui vennero costruite piste di atletica e pedane). Bob Beamon conquistò uno dei record più famosi e duraturi nel salto in lungo: saltò 8,90m migliorando di oltre mezzo metro il precedente record, e mantenne il primato fino al 1991. Un altro saltatore, Dick Forsburu, entrò nella storia vincendo l’oro con la tecnica del salto dorsale che rivoluzionò l’approccio alla disciplina e che d’allora porta il suo nome.
I giochi del 1968 passarono alla storia in quanto partorirono una delle immagini più significative e d’impatto della storia dello sport. I velocisti afroamericani Tommie Smith e John Carlos vennero immortalati in una foto al momento della loro premiazione nei 200m con il pugno sollevato al cielo avvolto in un guanto nero. Gli atleti, che protestarono così contro il razzismo e a sostegno del movimento per i diritti civili, furono espulsi dal villaggio olimpico e rischiarono di compromettere la propria carriera.
Il 1968 si confermò così come uno dei più densi di eventi e di rilevanza a livello globale: la guerra in Vietnam, la primavera di Praga, gli assassini di Martin Luther King e Robert Kennedy, la crisi del Biafra, le impiccagioni in Rhodesia, il maggio francese e la sempre più dilagante protesta giovanile.
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