Bologna FC
IL GRILLO PENSANTE – Il Giorno della Marmotta
Sembra passato un batter di ciglia dall’inizio del primo storico campionato di Serie A partito in quarantena quando, invece, quasi tre quarti di cammino è stato divorato tra gli stadi desolatamente vuoti del Belpaese. Il tragitto del Bologna si è sviluppato prevalentemente in sordina, con qualche turbolenza di troppo e pochi acuti isolati ma il mese di Febbraio sembrava aver indirizzato la truppa rossoblu su una superstrada ad andatura sostenuta; il banchetto di Parma ed il tribolato pari sotto la neve col Benevento hanno fatto da anticamera alla brillante prova di resistenza nella tana reggiana del Sassuolo (gara squilibrata a metà primo tempo dalla discutibile espulsione di Hickey per mano del VAR), una prova ad handicap per un’oretta buona che non si è rivelata fatale come in molte altre occasioni del recente passato perché Soumaoro si è confermato di tutt’altra pasta rispetto a Denswil e perché, talvolta, si riesce ad intravedere nella squadra qualche riflesso della tenacia di Mihajlovic.
Il periodo positivo è quindi culminato con il trionfo casalingo con la Lazio, primo scalpo di una big finito in bacheca da tempo immemore; vero è che i capitolini mostravano i preoccupanti postumi dei 4 ceffoni incassati dai campioni mondiali del Bayern Monaco ma, in ogni caso, trattasi sempre di una compagine piena zeppa di talento e impreziosita dalla presenza della Scarpa d’Oro in carica.
Così, come nel celeberrimo film “Ricomincio da capo” , il Bologna si è ritrovato nei panni di Bill Murray a rivivere per l’ennesima volta la stessa giornata, il ricorrente esame di maturità che, in caso di superamento, certificherebbe l’impennata verso l’alto attesa con perenne trepidazione da tutto l’ambiente. In questo turno infrasettimanale il Giorno della Marmotta si chiamava Cagliari e, come in ogni precedente occasione, si ripeterà nuovamente in futuro nella speranza di un esito diverso…anche per stavolta speriamo nel prossimo deja-vu, quando la matassa diventa difficile da sbrogliare emergono puntualmente i limiti offensivi dei rossoblu, tanto che Cragno ha sventato le poche minacce ventilate dalle sue parti con la medesima apprensione utilizzabile per scacciare una zanzara che gli ronza appresso. Nelle partite a scacchi Barrow assomiglia più ad un pesce fuor d’acqua che al funambolo più volte ammirato, Orsolini non si è mai più ripreso realmente dal primo lock-down e soltanto Sansone sembra aver trovato nuova vitalità in questo scorcio di stagione. La nota positiva è l’esordio del bambino prodigio Valentin Antov, il futuro potrà essere suo.
“Partita persa da noi e non vinta dal Cagliari” proferiva a denti stretti Sinisa a fine match, riscuotendo un consenso praticamente unanime; stagione diversa ma soliti difetti, è ovvio che si imbarcherà sempre acqua dalle stesse falle se non si ripara adeguatamente la barca, una condanna a cui porre obbligatoriamente rimedio nel prossimo calciomercato senza doversi affidare nuovamente a mezzi di fortuna.
Lo stop in Sardegna pone fine ad un poker di risultati positivi e catapulta il Bologna verso il posticipo serale di Napoli, al cospetto di una compagine turbata da polemiche intestine ma attrezzata con armamenti bellici ben più pesanti di quelli rossoblu; peraltro i ranghi sono drammaticamente ridotti dagli infortuni di Tomiyasu, Dominguez, Dijks, Hickey, Baldursson, Faragò e Santander oltre che dalla squalifica di Schouten, motivo che rende ancor più proibitiva la trasferta all’ombra del Vesuvio. Ma il Giorno della Marmotta è passato e, quando non si conosce il futuro, c’è sempre spazio per la speranza. Soprattutto per i tifosi.
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