Calcio
Pop&Sports – Che cos’è l’azionariato popolare e come può salvare lo sport tricolore?
E’ possibile che un gruppo di tifosi “comuni” (nel senso buono del termine) possa far parte del consiglio di amministrazione di un club sportivo? Sembra irreale, ma invece è fattibile e ci sono già esempi di ciò, anche di spessore: Barcellona, Real Madrid, Bayern Monaco (Campione d’Europa e del Mondo) e Lipsia hanno nella propria governance una forma di azionisti del popolo. In Germania, addirittura, è una regola a cui tutta la Bundesliga è sottoposta, con la famosa legge del 50+1, cioè il veto ad un singolo azionista di avere più del 50% del club stesso. Questa forma di governance si chiama “azionariato popolare” e il suo scopo fondamentale è comprare quote societarie, ottenendo così una rappresentanza di tifosi all’interno della proprietà del club, in modo tale da poter influenzarne la gestione. In particolare, avere tifosi all’interno della governance di un club mira all’instaurazione di un dialogo costruttivo tra dirigenza e tifosi, nonché la tutela e la valorizzazione della squadra, nell’ottica di rinsaldare il buon e vecchio legame tra società e comunità.
Perché ne parliamo ora? In questi giorni, questa forma di governo si è ritrovata spesso nei quotidiani sportivi nazionali per due società: il Livorno Calcio e l’attuale prima in classifica nella Serie A, l’Internazionale Milano. Partendo dalla prima, il Livorno Calcio è una squadra che milita in Serie C e come la maggior parte delle squadre che militano in Lega Pro non naviga nell’oro. Ad aggravare la situazione per il club amaranto sono i debiti che rischiano di far fallire la squadra. Quindi un duro colpo per i tifosi livornesi che, prendendo spunto dal Palermo, dove lo 0,45% sono azionisti popolari, e da altri club europei, hanno deciso di fondare un manifesto, il Livorno_popolare. Quello che era un gruppo di studio, una fantasia, è diventato un vero è proprio movimento, con un un sito internet per spargere la voce, che in poche settimane è riuscito a registrare 2500 firme. L’obiettivo è quello di curare i male del calcio livornese, diventando l’azionista di maggioranza del club. Livorno_popolare è ancora alla fase 1, quella della creazione di un’autorevolezza valida a poter salire dentro gli uffici della società e potersi sedere a guardare i conti del club. Poi ci sarà, finanze permettendo, un’offerta, e se andrà bene ci sarà l’accesso alla governance.
L’altra squadra è la già citata Inter, dove si guarda ad un futuro senza Pirelli come main sponsor e senza Suning. Secondo quanto detto dall’amministratore delegato Pirelli, Marco Tronchetti Provera, il futuro della Suning sarà legato al club, la quale cercarà un nuovo main sponsor. Per quanto riguarda l’azionariato popolare, invece, ci sono formule di varia natura come l’azionariato diffuso del Bayern dove, però, ci sono sponsor forti come Allianz che danno garanzie.
Quindi, per questo tipo di governance, dietro c’è bisogno di investitori solidi che riescano a mettere a disposizione cifre importanti. Chi fa da esempio lampante è proprio la Germania, prendendo la già citata “regola del 50+1”, norma che garantisce l’autorità decisionale sia nelle mani di gruppi di sostenitori (strutturati su base di partecipazione democratica), che agli investitori privati, a cui va l’altra metà. Per riprende come esempio ciò che diceva Tronchetti Provera, il Wolfsburg e lo Leverkusen hanno assetti societari avallati dalle rappresentative dei tifosi, ma sono di proprietà di grandi imprese, come Volkswagen e Bayer, che ne fanno da main sponsor.
Insomma, anche nell’ambito dello sport tricolore si inizia a parlare dell’azionariato popolare, per rafforzare legami sempre più incrinati tra tifosi e club, oltre che, magari, come ultima speranza per alcune società sportive italiane martoriate anche dal Coronavirus.
Fonte: rivistacontrasti.it / nssmag.com / inter1908.it
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