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Storie Olimpiche – Innsbruck 1976, arriva la valanga azzurra: è l’Olimpiade dello sci alpino italiano

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L’edizione olimpica invernale del 1976 fu una delle più travagliate della storia recente. Inizialmente assegnate a Denver, la città statunitense rinunciò ad organizzare l’edizione per una possibile rivolta mediatica per i costi dell’operazione. Dopo diversi tentativi, tra cui quello di Whistler in Canada che si propose ottenendo un rifiuto dal CIO, e la proposta avanzata a Salt Lake City, rispedita al mittente dalla stessa città dello Utah, il Comitato Olimpico virò sulla già “esperta” Innsbruck.

In questo clima di difficoltà legato all’organizzazione dei Giochi Olimpici, l’Italia si presentò a Innsbruck con buone aspettative. La realtà fu una doccia fredda. Le appena 4 medaglie conquistate vennero tutte dallo sci alpino. Si trattava della vera valanga azzurra, quella solo accennata nelle edizioni precedenti.
La squadra azzurro dello sci alpino conquistò 1 oro, 2 argenti e 1 bronzo.

La gara di slalom speciale segnò il dominio azzurro delle discipline tecniche. Infatti, dopo l’argento e il bronzo dell’edizione 1972 della gara olimpica regina delle discipline tecniche, conquistate dai cugini Thoeni, a Innsbruck 1976 arrivò il titolo olimpico e un secondo posto. A conquistarli furono i due fuoriclasse dello sci azzurro: Piero Gros, vincitore della Coppa del Mondo 1974, precedette Thoeni che aveva visto il suo dominio nella classifica generale interrotto proprio da Gros.
I due sciatori furono protagonisti di una grande rimonta: nella prima manche infatti Gros era solo terzo, mentre Thoeni si era classificato secondo, davanti a loro il liechtensteiniano Willi Frommelt, outsider inatteso. Nella seconda frazione di gara, Thoeni, ma soprattutto Gros si scatenarono. I due rimontarono la posizione su Frommelt con due prestazione super. In particolare, Gros staccò tutti di almeno un secondo nel parziale della seconda manche. Una prestazione straordinaria che gli valse l’oro olimpico, da ricordare negli annali sportivi.

Le altre medaglie le vinsero la romana Claudia Giordani giungendo seconda nello slalom speciale femminile e l’altoatesino Herbert Plank. L’atleta romana, nonostante l’argento di Innsbruck rimase l’unica medaglia olimpica della sua carriera, vinse anche un argento ai mondiali e fu una delle atlete che diede impulso al famoso periodo della “valanga rosa” dello sci alpino italiano femminile.
Plank invece giunse terzo nella discesa libera, riportando una medaglia olimpica nelle velocità dopo Zeno Colò (campione a Oslo 1952).

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