Il simbolo della ripartenza del calcio dopo il lunghissimo stop dovuto alla pandemia da coronavirus sono certamente gli stadi deserti. La mancanza del pubblico ad avvolgere il campo di gioco e a fornire la colonna sonora all’incontro sono la prima cosa che ancora, ad un anno di distanza, colpisce l’occhio dello spettatore nel salotto di casa. Ma oltre a portare alla chiusura di curve e tribune, la tragica situazione sanitaria che tiene in stato d’assedio il pianeta, ha colpito l’industria del pallone per la prima volta nella storia nel suo punto più sensibile: il portafoglio. La crisi finanziaria lasciata in dote dalla pandemia è il primo evento ad arrestare la crescita economica esponenziale del mondo del calcio, iniziata più di venti anni fa.
In questa stagione i direttori sportivi delle varie società di Serie A si sono trovati nella scomoda posizione di dover rinforzare le rose a disposizione dei rispettivi allenatori con un particolare occhio di riguardo per il bilancio. Questo ha complicato non poco il compito dei dirigenti che, non potendo spendere cifre considerevoli, hanno dovuto fare di necessità virtù, arrivando con l’estro e la perspicacia dove non è stato possibile imporsi con il denaro. Così il direttore sportivo rossoblù Riccardo Bigon, nel momento in cui si è presentata la necessità di fornire a Mihajlovic un rinforzo per il reparto difensivo, ha estratto dall’archivio il dossier di Adama Soumaoro. Il centrale francese è atterrato al Marconi su un volo proveniente da Lilla con la formula del prestito, con clausola per il riscatto fissata intorno ai due milioni di euro da esercitare entro la fine del mese di giugno.
Appena quindici giorni dopo l’approdo alla corte di Sinisa Mihajlovic, Soumaoro, ha fatto il suo esordio con la maglia del Bologna dando il cambio a De Silvestri nell’intervallo della sfida dell’Allianz Stadium contro la Juventus. Da lì non è più uscito, collezionando una striscia ancora aperta di nove presenze da titolare consecutive.
Come si evince da un’analisi pubblicata da Sky Sport, Soumaoro è tra i calciatori arrivati in Serie A nel mercato di riparazione ad aver raccolto il maggior minutaggio (854’, meglio di lui solo Maehle, Nainggolan e Tomori) ed a poter vantare una delle percentuali più alte di minuti giocati come singolo calciatore sul totale di quelli della squadra dal momento del suo arrivo. Il difensore francese è stato schierato da Sinisa per l’86% del tempo che il Bologna ha trascorso sul terreno di gioco dal dieci di gennaio, giorno in cui ha varcato la soglia di Casteldebole.
Da quella partita giocata all’ora di pranzo a Torino, Soumaoro si è guadagnato con le prestazioni una maglia da titolare, costringendo il proprio allenatore a modificare lo schieramento della linea difensiva per ritagliargli uno spazio. Il francese ha così preso la residenza al centro della linea a quattro, al fianco di Danilo, con Tomiyasu riportato nella posizione di terzino destro, dove ha trascorso gran parte della sua prima stagione all’ombra delle due torri.
Per dimostrare l’impatto che Soumaoro ha avuto sugli equilibri tattici del Bologna basta osservare come Sinisa abbia dovuto rivedere lo schieramento difensivo che stava disegnando da mesi. Alla fine dello scorso campionato, in una delle ultime interviste post partita, Mihajlovic aveva richiesto alla società un difensore laterale per poter impostare Tomiyasu come centrale, ruolo in cui ha ammesso di aver sempre preferito il giapponese, e di essere stato costretto ad impiegarlo sulla fascia per necessità.
La risposta di Bigon anche in quel caso non si fece attendere, accontentando il proprio allenatore con Lorenzo De Silvestri, che Mihajlovic aveva avuto modo di conoscere ed apprezzare nell’esperienza sulla panchina del Torino. Così la linea a quattro sembrava già dipinta sul manto erboso del Dall’Ara: De Silvestri, Danilo, Tomiyasu, Dijks, che quando non è stato reso indisponibile dagli infortuni ha sempre preso possesso della fascia sinistra.
Questo è stato, finché un ragazzo francese non è atterrato al Marconi su un volo proveniente dalle Fiandre.
Quello che l’ex difensore del Lilla ha portato a Bologna non è stata solo una sicura interpretazione del ruolo di centrale difensivo, ma anche una preziosa alternativa tattica che fino al dieci gennaio non era offerta all’allenatore serbo dal roster di difensori a sua disposizione. Se ne è potuta osservare l’applicazione nel pirotecnico secondo tempo di sabato scorso, in cui il Bologna ha rimontato un passivo di due reti, portando a casa tre preziosissimi punti ai danni del Crotone.
Dopo i primi 45 minuti disastrosi, che lo stesso tecnico ha commentato ai microfoni nel post partita con epiteti forti, Sinisa ha stravolto la formazione di partenza, inserendo sugli esterni Vignato e Skov Olsen al posto di Dijks ed Orsolini, presentando una inedita difesa a tre.
L’esperto Danilo ha vestito gli abiti del perno centrale, con Tomiyasu alla sua destra e Soumaoro alla sua sinistra. La nuova disposizione difensiva — insieme alle esortazioni dell’allenatore nello spogliatoio, in cui deve essere volato più di qualche straccio — ha permesso al Bologna di essere molto più aggressivo e di alzare il baricentro, andando a chiudere il Crotone nella propria metà campo. Da lì è iniziata la strepitosa rimonta dei ragazzi di Mihajlovic, aperta guarda caso dalla prima rete in Serie A di Soumaoro.
Ora solo il tempo potrà dire se il tecnico riproporrà questo assetto così spregiudicato, ma una cosa è certa: senza il francese non sarebbe stato possibile proporre in modo così efficace una difesa a tre.
Ora resta solo da ringraziare Bigon, che ha fatto fruttare al massimo il mercato di riparazione aggiungendo a tutti gli effetti un titolare alla rosa, in attesa che anche gli altri acquisti di gennaio, come Faragò che non ha ancora trovato la prima presenza in maglia rossoblù, diano risposte convincenti come quelle di Soumaoro.
Fonte: Sky Sport e Transfermarkt
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