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Bologna, senti Cruz: “Sinisa come Simeone. Futuro in Italia? Vorrei portarci anche mio figlio Juan”

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“Mihajlovic è un grande allenatore e soprattutto una persona stupenda, la società faccia di tutto per confermarlo”. Queste le parole di Julio Cruz, ex attaccante di Bologna, Lazio e Inter, nell’intervista esclusiva rilasciata al Corriere dello Sport. Tanti i temi toccati dall’argentino: dal ritorno in Italia, passando per il futuro del figlio Juan Manuel, fino ad arrivare ad analizzare il momento dei rossoblù che proprio al rientro dalla sosta affronteranno i nerazzurri di Antonio Conte.

Sulla scelta di lasciare l’Argentina – “Il motivo? Il primo è sicuramente quello di permettere a mia figlia di studiare alla Bocconi. Il secondo perché in Argentina non riesco a fare quello che voglio, un passo avanti e uno indietro, in pratica sono sempre quello di dieci anni fa. Ora basta, amo il mio Paese, so di lasciare in Argentina un pezzo di cuore ma il mio domani lo vedo in Italia”.

Sul futuro del figlio Juan Manuel che la settimana scorsa ha esordito con la prima squadra del Banfield – “Il mio sogno è quello di portalo in Italia. Ora che anche lui lo vuole, ci proverò. Se poi non sarà possibile vorrà dire che cercheremo una squadra in Inghilterra, Olanda o Francia. Per il momento, resta in Argentina”.

Ha poi proseguito – “Il Banfield voleva inserire una clausola ma io non gliel’ho permesso. Quando porterò a loro una proposta interessante a quel punto l’intesa si può trovare”.

Sul passato di Juan Manuel – “Mio figlio ha cominciato a fare il calciatore solo da tre anni. Questo è clamoroso, la verità è che in questo periodo di tempo ha fatto un’esplosione pazzesca. Com’è andata? Lo avevo portato alla scuola calcio del River Plate, per un paio di anni tutto a posto, poi mi hanno messo di fronte ad una scelta: o faceva il calciatore a tempo pieno o studiava. Io e mia moglie abbiamo deciso che prima doveva finire gli studi. All’inizio ci è rimasto male ma poi ha capito, è un ragazzo intelligente”.

Sull’inizio della carriera calcistica– “Ha fatto un provino meravigliando tutti. In questi tre anni ha messo su un grande fisico, quasi non lo riconosco. Pensa che avrebbe dovuto esordire in prima squadra nel marzo scorso, poi si è fatto male un centrocampista e l’allenatore ha dovuto fare un’altra scelta. Successivamente è scoppiata la pandemia e ora, finalmente, ha potuto esordire”.

Sulle somiglianze con il figlio – “Se mi assomiglia? Sia nel bene che nel male. Di testa è come me, non era la mia specialità e non è la sua specialità, deve crescere in questa giocata. C’è da dire che però sa giocare a calcio, legge bene le varie situazioni, gioca per la squadra e sa come si deve stare in area di rigore. Come me ha due piedi buoni ma deve ancora migliorare il sinistro. Può calciare e deve calciare ancora meglio”.

Su un possibile futuro al Bologna – “Se ho chiamato Sinisa per mio figlio Juan? No, non lo sento per queste cose. Poi anche Juan lo conosce bene, si sono divertiti anche a giocare insieme a pallone. Quando ero piccolo andavamo sempre a casa sua, siamo amici”.

Su Mihajlovic – “È una grande allenatore e una grande persona, quello che è riuscito a fare con il Bologna il primo anno è stato straordinario. Ma anche successivamente ha fatto bene, nonostante la malattia che ha dovuto combattere e vincere. Anche in questo caso ha evidenziato tutto il suo carattere e la sua forza. Sinisa è un guerriero sia in campo che nella vita”.

Sulla somiglianza con Simeone – “Diego è un condottiero come Sinisa, è un altro che è disposto a fare la guerra tutti i giorni e per qualsiasi cosa. Parlava sempre di calcio e vuole sempre vincere. Di sicuro sono simili nel gestire le loro squadre, nel trasmettere la loro fame e la loro aggressività”.

Sulla sua permanenza a Bologna – “Ho letto che anche il presidente Saputo vuole che la squadra cresca e, allora, dov’è il problema? Io penso che Sinisa stia bene e Bologna e che il Bologna dovrà fare di tutto affinché Sinisa resti. Chi ha uno come lui, deve tenerselo stretto”.

Sull’Inter, prossimo avversario dei rossoblù – “L’Inter è una squadra fortissima, ha tutte le potenzialità per vincere lo scudetto. Conte è un grande allenatore, ma in Italia ho imparato che niente si deve dare per scontato, vedi la sconfitta della Juventus contro il Benevento. Quando in Argentina raccontavo che nel campionato italiano puoi perdere contro tutte le altre squadre mi prendevano in giro ma è la verità. Tifo Inter è chiaro ma come diceva il Trap non dire gatto fino a quando non è nel sacco”.

 

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