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1 Aprile, il punto su Basket City. Concentrati sull’obiettivo primario

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La Virtus Segafredo si appresta alla trasferta di Sassari sicuramente tonificata nell’umore, dopo i successi della settimana del trittico della verità, un po’ meno nel fisico, visto che le mancherà un elemento fondamentale quale è Markovic. Se sarà l’occasione per concedere ad Adams un ruolo meno secondario lo scopriremo solo al dunque, ma non sarebbe male, a mio avviso, testarne le potenzialità in una squadra che potrebbe averne bisogno, da qui alla fine, sia per le sue doti in attacco che per la reattività difensiva. Certo che la gara in Sardegna potrebbe rivelarsi determinante in vista della costruzione della futura griglia dei playoff, con l’obiettivo di scansare Milano il più possibile, ottenendo il terzo posto, invece di un quarto o di un quinto. Io però non ne farei una questione di vita o di morte. Intanto, si rimarca troppo poco il fatto che la Virtus matematicamente torni a giocare i playoff dopo sei anni di astinenza, mentre non dobbiamo dimenticare come non passi il primo turno dal 2007, l’anno dell’ormai antico secondo posto di Markovski. Si dirà: con l’attuale gestione non sarebbe stato concepibile il contrario, è questo è pur vero, tuttavia rimane un risultato sportivo ottenuto da inserire negli annali; in passato abbiamo visto formazioni comunque forti fallire l’obiettivo o arenarsi immediatamente arrivateci, come nel 2009, l’anno di Boykins e Langford e della vittoria in Eurochallenge. E anche due anni fa, dopo aver vinto la Champions League, niente playoff per una squadra che aveva comunque un talento decisamente considerevole.

A questo punto, accettato ormai da tutti il fatto che l’obiettivo primario non sia il campionato, siamo certi che non possa convenire affrontare eventualmente Milano in semifinale, giocandosela su 5 partite invece di 7? Anche perché se si dà per scontato il fatto che vincerà Milano, arrivare secondi, terzi o quarti all’atto pratico non cambierebbe alcunché, non dipendendo da questo la partecipazione alle future coppe europee per la Virtus. Sempre che, ovviamente, si passi il primo turno ai playoff, che ho dato come per scontato ma tale non può essere considerato.

Insomma, la Virtus va a Sassari per una partita importante ma non con l’angoscia di un’ultima spiaggia, come alcuni vorrebbero far pensare. Una vera finale potrebbe rivelarsi invece quella contro Kazan, perché ci si gioca l’accesso all’Eurolega, probabilmente raggiungibile anche solo andando in finale, vista l’attuale posizione del Valencia. Sarà tutto da verificare, chiaro, e i verdetti definitivi arriveranno solo un po’ più avanti, quando peraltro alla Virtus occorrerà appunto essere ancora in gioco. Non si alzino al cielo dunque pianti dolenti e disperati se all’atto pratico sabato dovessimo scoprire una Segafredo già concentrata sulla sfida coi russi, ricordandoci che chi troppo vuole, nulla potrebbe anche stringere. Anche se perdere di sicuro non potrà mai far piacere a una squadra che si consideri di vincenti.

I playoff potrebbero, in teoria, essere alla portata pure della Fortitudo Lavoropiù, ma qui ci andrei cauto. La squadra di Dalmonte ha mostrato carattere in occasione del derby perso, nessuno lo nega, tuttavia continua a evidenziare problemi tutt’altro che risibili per cui ritengo che occorra concentrarsi prima di tutto sulla certezza della salvezza che, per come vanno le cose, potrebbe maturare anche solo all’ultimo. Le trattative emerse riguardanti il sostituto dell’infortunato Saunders sembrano bloccate da un lodo apparso sul tavolo della Commissione Vertenze Arbitrali e di questi tempi ogni segnale di sofferenza economica fa presto ad ingigantirsi mediaticamente. Nel caso si trattasse effettivamente di Vojislav Stojanovic sarebbe un’ottima addizione ad un gruppo che deve rafforzarsi sul piano dell’intensità difensiva e che ha bisogno, ora come ora, più di gregari che di stelle. Fra le quali sta brillando sempre meno quella di Pietro Aradori, anche nel derby poco più che un fantasma. Sarebbe una disdetta che il giocatore più costoso del roster non riuscisse più a dare un contributo adeguato: un “attaccante” come lui dopo le prime sei gare è andato in doppia cifra solo quattro volte su dodici, una sola nelle ultime cinque partite, e non è che in cambio si sia segnalato per risolutezza difensiva. Un altro rebus per Dalmonte, insomma, che sa meglio di chiunque quale sia la strada da percorre per i biancoblu per non gettare alle ortiche un’annata iniziata con le ambizioni che sappiamo.

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