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La Virtus Segafredo domina anche senza le sue star: 81-67 all’Allianz Trieste

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VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – ALLIANZ PALLACANESTRO TRIESTE 81 – 67  (23-18; 40-31; 56-48)

Virtus Segafredo: Tessitori 8, Deri 2, Pajola 5, Alibegovic 7, Ricci 3, Adams 16, Hunter n.e., Weems 9, Nikolic 8, Gamble 6, Abass 17. All. Djordjevic

Allianz: Coronica, Upson 4, Fernandez 5, Laquintana 8, Delia 1, Henry 15, Cavaliero n.e., Da Ros 11, Grazulis 2, Doyle 12, Alviti 9. All. Dalmasson

Arbitri: Martolini, Di Francesco, Noce

Tiri liberi: BO 10/12; TS 9/13

Falli: BO 12; TS 17

Rimbalzi: BO 43; TS 27

Tiri da 2: BO 25/41; TS 14/35

Tiri da 3: BO 7/21; TS 10/26

Nella 26^ giornata di campionato la Virtus decide di fare a meno dei suoi senatori dorati, in vista della partitissima con Kazan di mercoledì, affidandosi a quelle che nel campionato italiano potrebbe sembrare un delitto definire seconde linee. In effetti, non si può dire che ne paghi lo scotto, perché alla fine può verificare che il proprio roster è tutto fuorché corto, come sostengono male informati polemisti. La gara contro l’Allianz Trieste, giunta quasi inopportuna in mezzo alla semifinale di Eurocup diventa alla fine l’occasione per dare fiato e nuovi entusiasmi ai giocatori di Sale Djordjevic.

All’inedito quintetto di partenza bolognese Pajola, Abass, Weems, Ricci e Gamble Trieste replica con Fernandez, Doyle, Henry, Da Ros, Upson. Immediatamente Doyle colpisce dalla lunga distanza; poi, Upson dalla lunetta dà un +5 ai giuliani. Bianconeri preoccupati? Non si direbbe, anche perché Pajola non ci mette granché ad entrare in partita e dettare la via del recupero, che non tutti i compagni tuttavia sembrano riuscire a seguire. Quando arrivano i consueti cambi di Djordjevic di metà periodo il distacco è anche aumentato, ma a 3’21” dalla prima sosta arriva il pareggio con Tessitori, 15-15. Fa il proprio ingresso in campo anche il rientrante Stefan Nikolic, che esibisce presto una stoppatona all’ex Delia. Adams invece ha polveri umidicce dall’arco, ma sciorina una delle sue schiacciate che avrebbero fatto esplodere l’Arena, se ci fossero stati i tifosi. Insomma, alla sosta, nonostante il buon inizio di Upson e soci, è 23-18.

Il rientro registra subito la schiacciata di Nikolic dopo una bella difesa bianconera a metà campo. La partita è piacevole: la Virtus raggiunge il +7, ma Laquintana accorcia immediatamente con una tripla. Il gioco è divertente e il risultato rimane tutt’altro che scontato, visto che l’Allianz è tutt’altro che una brutta squadra. È Abass adesso a cercare, e trovare, i riflettori e a portare i bianconeri sul +10. Corre il gioco, corre la palla, corrono i giocatori e si abbassano le percentuali al tiro: grazie ad un gran canestro in penetrazione di Doyle la distanza rimane sotto la doppia cifra, 40-31. Per ora, se Djordjevic comunque cercava risposte, le ha decisamente avute.

Si riparte con una serie di errori abbastanza grossolani sia di qua che di là, fino alle triple di Weems e Da Ros che cercano di risvegliare la partita. La difesa bianconera per ora ne è la chiave, con Delia cancellato e Upson quasi dalla ragnatela virtussina. Alviti riaccende i biancorossi con la tripla del 48-42, però il trend non cambia, anche perché Abass, Adams e Pajola quando occorre mettono un turbo che crea scompiglio tra i biancorossi. Che hanno un ritorno orgoglioso verso la fine del periodo, ma non recuperano più di tanto: 56-48.   

Chi dovesse ritenere finita la gara tuttavia sbaglierebbe, perché giocatori come Fernandez e Laquintana potrebbero riaccenderla in un baleno. I bianconeri, consapevoli, non calano di intensità difensiva, continuano a dominare a rimbalzo ed al time out a 5’31” dalla conclusione il punteggio è 64-53. Anche senza Teodosic e Markovic non cala il numero degli assist di squadra, il gioco della Virtus è questo e non mancano i sostituti adeguati, evidentemente. Nel finale spazio pure per Deri, solo Hunter resta quindi n.e. Si finisce con l’arresto e tiro che sancisce l’81-67 finale. MVP da dividersi tra Abass e Adams (che con 6 assist ha un plus/minus di +24), attesissimi e prontissimi. Insomma, le cose meglio di così non sarebbero potute andare, per i bolognesi, mentre i triestini tornano a casa con la coda tra le zampe per non essere mai stati capaci di impensierire davvero una squadra priva dei suoi quattro migliori giocatori. Ma avranno altri campi sui quali riprendersi, perché la squadra di Dalmasson in questo strana e sfortunata stagione ha abituato a sistematici alti e bassi.

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