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Storie Olimpiche – Calgary 1988, l’Olimpiade di Alberto Tomba
Dopo la problematica edizione di Sarajevo nel 1984, le Olimpiadi invernali tornato oltreoceano. Ad ospitarle è il Canada. Per il paese nordamericano è una prima volta nella versione “bianca” della manifestazione a 5 cerchi, dopo che nel 1976 era stata Montreal ad ospitare le Olimpiadi estive. La città prescelta è Calgary, in Alberta. L’organizzazione è un successo, risultando più efficiente di quella di quattro anni prima in Jugoslavia.
DOMINATORE – L’edizione canadese fa da sfondo a due delle prestazioni olimpiche più incredibili di sempre. Il 22enne Alberto Tomba, sciatore alpino la cui carriera a livello di Coppa del Mondo ha subito una svolta solo nella due stagioni precedenti. La stagione 87/88 sembra per infatti quella della consacrazione per lo sciatore di San Lazzaro di Savena.
A Calgary, Tomba si presenta come principale candidato alla vittoria delle discipline tecniche. Nello slalom gigante, la classifica della prima manche racconta un Alberto Tomba semplicemente perfetto. Il suo tempo stacca l’austriaco Strolz di un secondo e quattrodici centesimi, la sua prestazione lascia poco spazio a repliche. Nella seconda manche Tomba scia in modo quasi rilassato, commettendo anche qualche imprecisione, ma controlla agevolmente. All’ultima porta della discesa accenna anche l’esultanza, che esplode invece subito dopo il traguardo: secondo tempo di manche e vittoria di oltre un secondo nei confronti sempre dell’austriaco Strolz, confermatosi in seconda posizione con il miglior tempo della seconda manche.
L’IMPRESA – Lo slalom speciale è una gara palpitante. Tomba al termine di una manche non brillante si trova in terza posizione dietro al campione del mondo in carica Frank Wroendl e Jonas Nilsson.
La seconda manche è un momento memorabile sia di sport, che di spettacolo. Il 27 febbraio 1988, il fuso orario incrocia la seconda manche dello slalom speciale con la serata finale del Festival di Sanremo. L’evento è talmente importante che la Rai decide di interrompere il Festival per trasmettere in diretta la discesa di Tomba e quella dei due atleti che lo precedono in classifica.
Tomba affronta la discesa all’attacco e si porta al comando. Lo svedese Nilsson subito dopo di lui, sbaglia e perde anche il podio. L’ultima discesa è quella di Wroendl, il tedesco ha ben 63 centesimi di vantaggio. La sua discesa è frenata, tenta di controllare, ma non ci riesce, al traguardo perde sul filo di lana per soli 6 centesimi. È il trionfo di Tomba, il secondo oro olimpico nella stessa Olimpiade. La festa al traguardo esplode, le immagini della Rai staccano sull’Ariston dove il pubblico del Festival ha assistito alla performance. Per Tomba arriva la standing ovation anche al Festival. Una coincidenza unica, un momento storico quasi irripetibile.
L’Italia chiuderà l’Olimpiade con i due ori di Tomba, un argento di Maurilio De Zolt nella 50km di sci di fondo e due bronzi provenienti dalla squadra di biathlon: uno di Johann Passler nella 20 km e nella staffetta 4×7,5 km dove lo stesso Passler vinse con Werner Kem, Gottlieb Taschler, Andreas Zingerle.
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