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È un triste rientro per la Virtus Segafredo, che perde con Trento 83-91

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VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – DOLOMITI ENERGIA TRENTO  83 – 91     (25-21; 41-45; 62.65)

Virtus Segafredo: Deri n.e., Belinelli 22, Pajola 8, Alibegovic, Markovic, Ricci 3, Adams 3, Hunter 7, Nikolic n.e., Teodosic 15, Gamble 13, Abass 12. All. Djordjevic

DOLOMITI ENERGIA: Martin 2, Jovanovic n.e., Pascolo n.e., Conti n.e., Browne 26, Forray 9, Sanders 6, Mezzanotte, Morgan 8, Williams 20, Ladurner 2, Maye 18. All. Molin

Arbitri: Lo Guzzo, Capotorto, Brindisi

Tiri liberi: BO 10/16; TN 12/16

Falli: BO 20; TN 18

Rimbalzi: BO 43; TN 41

Tiri da 2: BO 20/36; TN 17/44

Tiri da 3: BO 11/33; TN 15/31

Doveva essere l’avvio di un finale di stagione scoppiettante, per la Virtus Segafredo, ed invece si è dimostrato un ritorno un po’ da scoppiati. L’ultima partita della stagione regolare se voleva mettere in luce le ambizioni della squadra di Djordjevic diciamo che non è proprio andata come si sarebbero aspettati un po’ tutti, con le Vu Nere spesso confuse ma soprattutto dominate sul piano della reattività e dell’intensità da una Dolomiti Eenergia che ci ha creduto poco alla volta sempre di più, sciorinando una gara che alla lunga si è rivelata pressoché perfetta. Dall’altra parte, i problemi già visti in passato sia in attacco che in difesa, e non è possibile imputare alle assenze di Weems e Tessitori un andamento così poco produttivo.

Alla Segafredo Arena si parte con Markovic, Teodosic, Abass, Ricci e Gamble per la Segafredo, Maye, Martin, Browne, Morgan, Williams per la Dolomiti Energia. Sembra subito confronto Williams-Gamble, con il secondo che vuole chiarire immediatamente quali si prefigurino come gerarchie. Al 5° comunque Abass, lanciato in contropiede dal solito magico SanTeodosic, schiaccia il 14-7, costringendo Molin al timeout. Al rientro Trento avvia un piccolo show da tre punti, e così si ritrova in gara agguantando il pareggio ai 16. Si procede in questo modo fino alla prima sirena, che grazie soprattutto all’impatto fisico di Abass consegna un 25-21 per i padroni di casa.

Tornano in campo quintetti trasformatissimi rispetto all’avvio, con dinamiche che parrebbero indirizzarsi verso Bologna. Dopo un paio di minuti infatti la tripla di Adams, colto con gran assist di Markovic, dà il 32-24. Nuova sospensione Molin, allora, e di nuovo pareggio in poco più di un amen col solito Maye ferale dalla distanza (ma anche un ingiustificato rilassamento difensivo dei virtussini). Al che Djordjevic ripropone Teodosic al posto di un Adams fin qui peraltro molto convincente. Non che serva a qualcosa, perché i trentini prendono il via trovando un 33-38 sinceramente meritato, visto che in attacco le Vu Nere si sono proprio incartate. Una tripla di Teodosic e uno dei suoi assist consentono ai suoi di non sbracare totalmente, per cui all’intervallo il tabellone dice 41-45, ma paradossalmente è un po’ bugiardo rispetto alla piega che ha preso la gara, con Browne e Maye che dettano legge sparando con ottime medie da oltre l’arco. Non è questa, però, la Virtus che si sarebbe voluto vedere.

La Segafredo si ripropone, al terzo quarto, con il trio Markovic-Teodosic-Belinelli come esterni: un problema potrebbe essere la tenuta difensiva. Ora la partita è sinceramente imbruttita e vive di sprazzi, che esaltano Forray da una parte, Belinelli dall’altra. A 3’51” Molin chiama un nuovo timeout perché la Virtus ha ritrovato un sudato pareggio; peccato che coincida con un assurdo fallo tecnico quasi cercato da Markovic. Il fatto è che gli esterni trentini fanno quasi quello che vogliono, tra i virtussini solo Belinelli produce in quantità, quantomeno rendendo pan per focaccia. All’ultima sosta Trento è ancora davanti, 62-65, e il prossimo quarto si preannuncia come una battaglia.

Al rientro in effetti il clima è surriscaldato, con la gara che procede con le dinamiche precedenti, solo un po’ più spigolose. La differenza fondamentale fra le due formazioni è la capacità di portare al tiro in ritmo degli uomini di Molin, rispetto a quelli di Djordjevic che vivono sostanzialmente dei “numeri” dei suoi “astri”. Che a 3’31” dalla fine sono richiamati a una sospensione poiché Trento ha improvvisamente trovato un 74-83 che potrebbe rivelarsi ferale. Browne è diventato veramente incontenibile, alla lunga Williams riesce ad avere decisamente la meglio su tutti i suoi avversari, con Gamble davvero spentosi progressivamente, mentre il tempo scorre inesorabilmente e serve a poco inventare una tripla se poi ti limiti ad un 1 su 3 dai liberi. Le scaramucce conclusive allungano solo l’agonia. Trento vince meritatamente (83-91), guadagnandosi una serie di playoff fino a ieri quasi insperata; la Segafredo si è ripresentata uguale a come si era fermata, in sostanziale crisi d’identità. Certo che se Djordjevic pensa di affrontare i playoff fidandosi unicamente dei suoi dioscuri per la sua squadra, di fatto in questo modo ad organico ridotto, l’impresa rischia di rivelarsi inaffrontabile.

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