Bologna FC
L’altro spogliatoio: l’evoluzione del Genoa di Ballardini
Ultimo turno infrasettimanale del campionato. La Serie A è oramai agli sgoccioli e le squadre sgomitano per raggiungere ognuna il proprio obiettivo. Il Bologna vuole raggiungere quota 49 punti e assicurarsi il decimo posto. Per fare tutto ciò ci sono ancora tre partite, la prima delle quali mette il Bologna di fronte al Genoa dell’ex Ballardini, squadra che a sua volta deve ancora guadagnarsi matematicamente la salvezza.
CAMALEONTICA – La squadra di Ballardini nelle ultime settimane ha decisamente rallentato rispetto al periodo immediatamente successivo al ritorno del tecnico ravennate sulla panchina del Genoa. Tuttavia, l’obiettivo è oramai lontano pochi punti, grazie soprattutto al lavoro del tecnico. Infatti, la qualità nel Genoa non mancava già dopo la sessione estiva di mercato, ma è migliorata ulteriormente a gennaio con l’arrivo di Kevin Strootman.
Il Genoa di Ballardini gioca un 3-5-2, che può variare a seconda delle caratteristiche delle sue mezzali e dell’avversario che ha di fronte anche in un 3-4-1-2. I rossoblù sono una squadra eclettica e duttile. Le caratteristiche e la disposizione in campo della formazione ligure permettono al Genoa di capire, interpretare e adattare il proprio modo di giocare alla partita e ai singoli momenti del match. Il Grifone applica una difesa posizionale in maniera efficace e molto ordinata, con la linea a 5 in difesa e con un centrocampo che si ricompatta assieme alle due punte a protezione della difesa, creando 3 linee molto strette, difficilmente perforabili.
Tuttavia il Genoa di Ballardini non è una squadra passivo, solo difesa e ripartenza, ma è in grado anche di gestire anche il possesso e far ripartire l’azione palla a terra.
GIOCO VERTICALE – La squadra rossoblù nel corso dei mesi ha acquisito buona confidenza con il possesso palla. Grazie all’arrivo di Strootman, inserito tra i titolari accanto a Badelj, l’inserimento di Radovanovic in difesa, il Genoa ha implementato nel proprio gioco anche la possibilità di costruire azioni manovrate. Il gioco manovrato degli uomini di Ballardini si basa sulla ricerca immediata delle due punte, le quali si alternano nei movimenti incontro al pallone o in profondità. Il gioco dopo aver trovato la sponda della punta, si allarga sulle fasce e sulle mezzali. In questo senso il contributo di Zappacosta, uno dei migliori della stagione del Genoa, è stato fondamentale. Il calciatore ex Chelsea riceve spesso in posizione avanzata e i movimenti senza palla dei compagni gli permettono di muoversi negli spazi creati, andando sul fondo o accentrandosi per concludere in porta dal limite dell’area.
Un altro elemento fondamentale del gioco rossoblù è quello del trequartista, salvo qualche apparizione sporadica di un trequartista molto offensivo come Pandev, Ballardini per la posizione dietro le punte ha sempre scelto Miha Zajc. Lo sloveno ex Empoli è infatti più abituato del veterano macedone a ricoprire il ruolo di trequartista puro ed è “più centrocampista”, una caratteristica che rende Zajc il miglior elemento per svolgere, partendo da posizione di trequartista, le mansioni della mezzala in non possesso.
Il Genoa, aumentando la qualità media del proprio centrocampo nelle ultime due sessioni mercato e avendo a disposizione un reparto offensivo ben assortito, nella trequarti offensiva è diventata una squadra molto temibile negli ultimi 25 metri.
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