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27 Maggio, il punto sui PO della Virtus

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Sbaglierebbe chi dovesse pensare che sia cosa fatta: essere 2 a 0 con Brindisi non garantisce affatto ancora l’accesso alla finale, perché la Happy Casa potrebbe presentarsi mercoledì prossimo a Bologna trasformata da una settimana di riposo. È innegabile che la formazione di Vitucci abbia patito, in queste due prime gare, una condizione limitata dalla recente esposizione al Covid, ma forse ancora di più l’inesperienza e l’emozione per il fatto di trovarsi per la prima volta in semifinale. Tra l’altro, anche loro uscivano da una rocambolesca e un po’ deludente esclusione dalle fasi finali in una competizione europea.

Tuttavia, a mio parere la Virtus Segafredo ha dimostrato di avere sostanzialmente nelle proprie mani l’eventualità di un risultato positivo o meno. Rispetto a quanto emerso nella stagione regolare, le differenze sul piano tecnico fra le due squadre sono emerse evidenti, dando chiaramente l’impressione che a parità di condizione fisica la superiorità delle Vu Nere difficilmente possa essere messa in discussione, sebbene tra i pugliesi giochino ottimi giocatori come Harrison, Thompson, Perkins e Willis. Ai play off conta innanzi tutto lo stato mentale col quale vengono affrontati. Poi, un mix di tecnica e condizione fisica che possono ribaltare ogni situazione, dando per scontato che arrivando in questa fase l’avversario sia sempre comunque potenzialmente molto pericoloso. Ma Teodosic e Belinelli sono da una parte sola e giunti a questo punto sono quelli come loro che quasi sempre risolvono le cose. Solo, però, se sono adeguatamente supportati. E qui sono arrivate le notizie migliori da questa Virtus formato play off. L’apporto di concretezza giunto dalle presunte “seconde linee”, vedi Abass, i lunghi spesso fin qui discussi, tipo Gamble, le ali non di rado criticate, come Ricci e Alibegovic, oltre ovviamente al solito Pajola e al “rinato” Markovic (finalmente tornato quello della scorsa stagione, come fosse uscito da un tunnel) è stato più che considerevole. Viene da chiedersi se il maggior minutaggio concesso loro da Djordjevic nei momenti cruciali sia origine o conseguenza di questa situazione, la continuità nell’intensità difensiva palesata da questa Virtus non si era mai vista prima, essendo mancata in particolare nelle semifinali di Eurocup, dove comunque la gestione degli uomini era stata differente. Ora come ora non avrebbe senso muovere critiche allo staff tecnico, è indiscutibile che quanto accaduto sia figlio di valutazioni che solo il coach poteva dare: rimane positivo constatare come le potenzialità anche fisiche di questa squadra, ovvero ciò che doveva essere un valore aggiunto di questo roster, stiano finalmente emergendo. In attesa che pure Weems torni del tutto in condizione.

C’è poco da dire, come ha detto Djordjevic a fine gara: la Virtus Segafredo fin qui ha vinto, c’è da essere contenti. Mercoledì si ripartirà dallo 0-0, come sempre, ma senza l’assillo dell’ultima spiaggia. Si vedrà allora se le qualità di questa squadra siano da finale in Italia. Non aggiungo altro, un po’ per scaramanzia, un po’ per ribadire che la Happy Casa resta un avversario assai scomodo da affrontare. Però già sotto 2-0.

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