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La Virtus Segafredo in finale dopo 14 anni!

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VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – HAPPY CASA BRINDISI 78 – 75   (13-17; 37-40; 55-53)

Virtus Segafredo: Belinelli 11, Pajola 3, Alibegovic 1, Markovic 6, Ricci, Adams n.e., Hunter 6, Weems 9, Nikolic n.e., Teodosic 29, Gamble 11, Abass 2. All. Djordjevic

Happy Casa: Bostic 10, Zanelli 2, Harrison 15, Visconti, Gaspardo 14, Thompson 11, Cattapan n.e., Guido n.e., Udom 4, Bell 7, Perkins 5, Willis 7. All. Vitucci

Arbitri: Mazzoni, Bartoli, Borgioni

Tiri liberi: BO  26/35; BR 14/19

Falli: BO 20; BR 27

Rimbalzi: BO 47; BR 36

Tiri da 2: BO 17/42; BR 14/33

Tiri da 3: BO 6/19; BR 11/33

Gara 3 di semifinale poteva essere un rebus irrisolvibile per la Virtus Segafredo, se si fosse lasciata trascinare nella bagarre da una risolutissima Happy Casa Brindisi, giunta a Bologna col coltello tra i denti e l’assoluta determinazione a vendere cara la pelle. La squadra di Vitucci ha infatti confermato tutto il proprio valore e in fondo si è arresa quasi solo alla classe infinita di Milos Teodosic, che quando è in serate come questa dà l’impressione dell’invincibilità. Per la verità, oggi ha dato proprio l’impressione di essere la sola vera arma in possesso della Segafredo in grado di affondare gli avversari, a differenza delle belle vittorie di squadra del doppio turno brindisino, ma il risultato, alla fine, è la sola cosa che conta davvero. E il verdetto è stato Virtus in finale, Brindisi che chiude qui la propria stagione.

All’avvio in campo sono per la Segafredo Markovic, Belinelli, Abass, Ricci e Gamble; replica la Happy Casa con Thompsono, Harrison, Willis, Gaspardo e Perkins. Occorrono un paio di azioni zoppicanti prima di vedere la prima schiacciatona di Julian Gamble, cui replica però subito la tripla di Darius Thompson. Il gioco è “maschio”, a dir poco, ma siamo nei play off. La mira, invece, per ora latita abbastanza da entrambe le parti. Verso metà periodo Teodosic e Alibegovic prendono il posto di Belinelli e Ricci, e SanTeo colpisce subito da tre, anche se un po’ fortunosamente. Da qui partono le solite rotazioni che producono tuttavia pochi cambiamenti sul piano dell’andamento della gara, che parrebbe destinata ad un perpetuo testa a testa. Bologna in verità sembra tenuta in piedi, offensivamente, più che altro dal dio Milos; di là al contrario si alternano maggiormente ad ergersi come protagonisti. La prima sosta dice 13-17, con troppi errori da sotto dei bianconeri-

La difesa pugliese adesso sta funzionando meglio di quella emiliana. Brindisi ad avvio secondo periodo si presenta con uno 0-5 che preoccupa Djordevic, perché rischia di metterli in ritmo, proprio la cosa che la Segafredo deve evitare. Arriva il -11, ed ancora tocca a San Teo ricucire con assist e canestri, prima di fermarsi a rifiatare al 17°.  La strada però sembrerebbe tracciata e fatte salve alcune sciocchezze che potrebbero costare carissimo (orribile una palla persa da Weems che Harrison punisce da tre con grande freddezza), la partita pare rimessa in carreggiata, per quanto un reingresso di Teodosic nell’ultimo minuto risulti fondamentale per sancire il 37-40 col quale si va all’intervallo. Un dato: dalla distanza per ora la Segafredo conta un 2/10, contro il 7/19 della Happy Casa.

Il terzo fallo di Perkins caratterizza l’avvio di ripresa, nervosissimo. Ci vuole Teodosic per vedere un canestro dopo oltre due minuti e mezzo, ma al 25° arriva anche il quarto fallo di Perkins. Il pareggio arriva al 27°, 46-46, con Weems raggiunto dall’ennesimo miracolo di SanTeo, che lo serve sotto canestro quasi dalla linea di fondo opposta. Due liberi di Abass producono ora il vantaggio bolognese, subito però rintuzzato dalla tripla di James Bell. Questa Brindisi e tostissima, non c’è dubbio, con Udom che non sta facendo rimpiangere Perkins. All’ultima sosta il tabellone segna un +2 bianconero, 55-53: in altre parole, tutto è ancora da giocare.

 La guerra dei nervi tocca punte parossistiche. Un iniziale +5 bolognese è neutralizzato dalla distanza da Bostic e Willis. Poi Belinelli si becca un tecnico per simulazione di fallo subito sul tiro mentre Brindisi tenta un riallungo. A questo punto ne succedono di cotte e di crude; comunque, mancano 5 minuti precisi quando Gamble dalla lunetta sbaglia il pareggio a 65. Nel batti e ribatti costa molto a Brindisi il tecnico che si fa assegnare Vitucci a 2 minuti dalla fine, con l’inerzia che improvvisamente è girata a favore dei padroni di casa. Un tentativo di resistenza viene da una stoppatissima di Gaspardo a Hunter poco prima di entrare nell’ultimo minuto, e non è l’ultimo acuto, perché poi seguono una gran schiacciata di Gaspardo e un’altrettanto grande tripla di Harrison ad un secondo e mezzo dalla conclusione. Tuttavia la finale è della Virtus Segafredo, che vince gara 3 e suggella un perentorio 3-0 a una comunque mai doma Happy Casa Brindisi. 78-75 è il risultato conclusivo, con Teodosic giustamente festeggiato come una divinità dal pubblico della Segafredo Arena. Ora si aspetta l’avversaria dell’ultimo atto. Ma per la Virtus Segafredo il traguardo raggiunto è qualcosa di assolutamente considerevole, dopo quattordici anni da quella a suo tempo giocata (e persa) contro Siena

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