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Il personaggio della settimana – Jean Alesi: una vittoria, infinita passione

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Sicuramente non è ricordato tra i piloti più vincenti della storia, né della Formula 1, né della Ferrari, con la quale, in cinque stagioni, ha portato a casa un solo successo, l’unico della sua carriera. Ci si aspettava, dopo i trionfi nelle categorie minori e i primi due brillanti anni in Tyrrell, una carriera molto più luminosa di quella che effettivamente è stata. Come avvenuto anche a molti altri piloti talentuosi, ha pagato il fatto di non essere al posto giusto al momento giusto. È stato a un passo dalla Williams, dominatrice nei primi anni ’90, ma è finito alla Ferrari, in uno dei periodi che si rivelerà tra i più bui della sua storia. Quando giunge alla Benetton, la macchina non è più vincente come quelle dei due anni precedenti. Anche la fortuna spesso non è stata dalla sua parte: diversi ritiri lo hanno costretto a fermarsi quando era in testa. Jean Alesi non ha però mai rimpianto nulla di ciò che è stato. Si è goduto ogni momento, perché ha potuto fare quello che più gli piaceva: il pilota. E dalla carrozzeria di famiglia è riuscito ad arrivare fino a Maranello, entrando a far parte di quella storia e di quello spirito che lui ha sempre amato, fin quando da ragazzo guardava correre il suo idolo Gilles Villeneuve in televisione. E i tifosi lo hanno ripagato con altrettanto affetto, aldilà dei risultati. “La Williams dell’epoca a metà gara ci doppiava”, racconta Jean, riferendosi agli anni in rosso, “ma mai una volta ho pensato che quella sarebbe potuta essere la mia macchina, tanta era la mia fede e la mia volontà di portare risultati alla Ferrari.”

Dalla carrozzeria di famiglia al successo in Formula 3000

Alesi, sebbene sia noto a tutti come Jean, nasce l’11 giugno 1964 col nome di Giovanni Roberto. Nelle sue vene scorre sangue italiano al 100%. È figlio, infatti, di siciliani, che si erano trasferiti in Francia, vicino ad Avignone. Il padre di Jean, Franco, aveva aperto una carrozzeria, dove lavorava anche sua madre, Francesca, occupandosi dell’amministrazione. Proprio all’interno di questa carrozzeria, dove si divertiva a fare lo slalom tra le macchine con un piccolo kart, Jean scopre il piacere di guidare. Appena compiuti i diciotto anni, nel 1983 si iscrive a un campionato riservato a delle Renault R5. Anche grazie all’aiuto dei meccanici dell’officina di famiglia, riesce a ottenere buoni risultati, e premi in denaro sufficienti per finanziare la propria partecipazione alle gare successive. Nel 1984 inizia la sua carriera nel mondo delle vetture a ruote scoperte, nella Formula Renault francese. Due anni dopo passa in Formula 3: Jean incontra terreno fertile per la propria crescita, e alla prima stagione è già vicecampione di Francia, con due vittorie. L’anno successivo è ancora migliore, in quanto, grazie ai sette successi conquistati, Alesi si aggiudica il campionato, guadagnandosi un volante per il 1988 nell’International Formula 3000, all’epoca la serie propedeutica alla Formula 1 più importante. Dopo una stagione complicata, lascia il team Oreca, del quale aveva fatto parte sin dal periodo in Formula 3, per approdare in Jordan. Il 1989 è l’anno della sua consacrazione: diventa campione di categoria, e viene contattato da Ken Tyrrell, che gli offre il sedile lasciato libero a metà stagione, per questioni di sponsor, da Michele Alboreto.

La Tyrrell e la telenovela dei contratti

Inizialmente, il contratto siglato con la scuderia inglese è valido per una sola gara, il Gran Premio di Francia al Paul Ricard. Alesi sfrutta al meglio l’occasione, chiudendo la gara al quarto posto. A questo punto Tyrrell, persuasosi delle capacità del francese, si assicura le prestazioni del pilota fino al termine della stagione 1990. Anno in cui, nella gara inaugurale a Phoenix, Alesi sale per la prima volta sul podio, dovendo inchinarsi al solo Ayrton Senna, dopo aver condotto la corsa fino al giro di boa. Jean uguaglierà poi questo risultato nel Gran Premio di Monaco. Senza dubbio, Jean Alesi rappresenta ora uno dei profili più interessanti tra i giovani piloti di Formula 1, e su di lui si concentrano le attenzioni delle scuderie più importanti. La Williams si era già fatta avanti nell’inverno precedente, e Jean aveva firmato con la scuderia di Sir Frank un contratto triennale a partire dalla stagione 1991. Nonostante le rassicurazioni che aveva ricevuto, una clausola tiene però Jean sulle spine: qualora l’annuncio dell’ingaggio del pilota non avvenisse in occasione del Gran Premio di Francia, entrambe le parti avrebbero potuto esercitare l’opzione di rescindere l’accordo. Probabilmente per il mancato benestare di Renault, l’influente motorista degli inglesi al quale spettava il pagamento degli stipendi dei piloti, l’annuncio non viene fatto. Si dice anche che Frank Williams fosse già in trattativa con Senna, e nel caso questa fosse andata a buon fine, le porte per Alesi si sarebbero chiuse. Nel frattempo si fa avanti anche Cesare Fiorio, che propone al pilota un sedile in Ferrari. Passano le gare, e l’annuncio con la Williams non arriva. A questo punto Alesi firma con la scuderia di Maranello: per assicurarsi le prestazioni del francese, la Ferrari dispone di risolvere a proprie spese gli accordi in essere tra Alesi, la Tyrrell e la Williams.

La Ferrari: più sfortune che vittorie

Per Alesi, giungere a Maranello è il coronamento di un sogno. Nel 1991 il suo compagno di squadra è Alain Prost. La Ferrari non è al livello di McLaren e Williams, e i due transalpini si devono accontentare di qualche piazzamento a podio, condito da molti ritiri, con il dispiacere per Alesi di dover rinunciare al comando della gara in Belgio per la rottura del motore. Prost a fine stagione abbandona la scuderia, non senza polemiche, venendo sostituito da Ivan Capelli per il 1992. La F92A, vettura di nuova concezione pensata per scalare la classifica, si rivelerà uno dei modelli meno fortunati della storia del Cavallino, sia per prestazioni che per affidabilità. Il bottino per la Rossa sarà magrissimo, consistendo in soli due podi, entrambi ad opera del francese. Dal 1993 divide il box con Gerhard Berger: tra i due si verrà a creare col tempo uno stretto legame. Ma ancora la Ferrari non riesce a mettere in pista un’auto competitiva, e i due alfieri non hanno possibilità portare a casa maggiori successi. Nel 1994 Berger, in Germania, interrompe la più lunga striscia di Gran Premi senza vittorie per la Ferrari, aperta ormai da quasi quattro stagioni. A Monza, sembra fatta anche per la prima volta di Alesi, con l’avignonese che scatta dalla pole position, cosa mai avvenuta in precedenza. Il cambio lo tradisce nel corso di una sosta ai box, ed è costretto a rimandare l’appuntamento con il gradino più alto del podio. L’obiettivo verrà centrato nel 1995 al Gran Premio del Canada: Alesi può così finalmente celebrare la vittoria di un Gran Premio. Questo evento andrà vicino a ripetersi al GP d’Italia, ma una noia meccanica a pochi giri dal termine gli impedisce ancora una volta di tagliare per primo il traguardo, quando ormai sembrava fatta. Ma per lui Monza per lui resta stregata. Sarebbe stato il modo migliore per ringraziare i Tifosi per il sostegno che non gli hanno mai fatto mancare, anche in anni che verranno ricordati come tra i più complicati della storia di Maranello. Alesi non correrà più a Monza in Ferrari, dato che con l’arrivo di Michael Schumacher a partire dal 1996, in Ferrari ci sarà spazio solamente per un secondo pilota, ruolo che Alesi non ha intenzione di ricoprire.

Gli ultimi anni in Formula 1 e dopo

Il biennio 1996-97 viene trascorso da Alesi in Benetton, sempre in compagnia dell’amico Berger. La scuderia, campione del mondo in carica, non è però più quella degli anni precedenti, dato che molti dei progettisti furono assunti in Ferrari. Potendo contare su una vettura non molto prestazionale, ma affidabile, Alesi agguanta nei due campionati tredici podi, tra secondi e terzi posti, e una pole position. Inoltre migliora quanto fatto in Ferrari a livello di classifica piloti, con il quarto posto raggiunto in entrambi gli anni. Si accasa poi per i due anni successivi alla Sauber, dove farà in tempo a conquistare il suo ultimo podio, nel caotico Gran Premio del Belgio 1998, ma le apparizioni in zona punti saranno sporadiche. La situazione non migliora nel 2000, alla Prost: la vettura che gli mette a disposizione la scuderia del suo ex compagno di squadra è tra le meno performanti del lotto. Conclude la sua carriera in Formula 1 in Jordan, il team del suo successo in Formula 3000, disputando con la “gialla” la seconda metà della stagione 2001. Successivamente continuerà a gareggiare, ottenendo anche buoni risultati in particolare in DTM, tra il 2002 e il 2006. Nel 2012 partecipa alla 500 miglia di Indianapolis, ma è costretto dalla direzione gara a rientrare ai box dopo pochi giri a causa della velocità troppo bassa della sua vettura. I suoi fan italiani lo hanno continuato ad apprezzare anche come opinionista televisivo, e rimangono incantati quando ancora oggi si mette al volante delle Formula 1 storiche, come successo di recente al GP Historique di Monaco.

 L’ unica vittoria di Jean Alesi in Formula 1 (rikyblueeyes suYouTube)

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