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I racconti del commissario: Anthoine tra Imola e Spa

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Un fine settimana come tanti

Imola, 31 agosto 2019, ACI Racing Weekend. Non ricordo nemmeno in quanti altri fine settimana di gare organizzati dall’Automobil Club nazionale ho prestato servizio. Per il 2019 è già il secondo e protagonisti in pista sono i ragazzi di Formula 4 e Formula Regional. I “formulini” sono sempre spettacolari ed impegnativi allo stesso tempo. Adoro vedere lottare tra loro ruota a ruota i ragazzi che tra pochi anni vedrò affrontarsi tentando la scalata alla massima formula. Alcuni ci arriveranno, altri no, ma di tutti ricordo gli spaventi che fanno prendere in pista, spinti dall’ambizione mescolata ad un po’ di sana inesperienza. So che sarà un fine settimana impegnativo con quattro gare per ognuna delle due categorie e lo passerò sul “trabattello”, la postazione sopraelevata da cui si gestisce la corsa sino alla bandiera a scacchi. Una vera terrazza sul rettilineo da cui tenere d’occhio corsia box, griglia di partenza e tutte le fasi di gara con l’ausilio di un doppio monitor. E da cui è possibile anche tenersi aggiornati sulle gare che in contemporanea si disputano sulle altre piste quando le pause lo permettono.

Linea diretta Imola-Spa

Il sabato pomeriggio è un momento molto impegnativo, le gare si susseguono già senza soluzione di continuità e non mancano lotte, uscite e sempre più frequenti interventi della “Safety Car”. Per me ed il collega sul “trabattello” è un continuo sventolare bandiere gialle, verdi o blu, quasi ci allenassimo da sbandieratori di un palio. Nel frattempo a Spa sono finite le qualifiche del Gran Premio del Belgio e la Formula 1 ha lasciato spazio alla prima gara della Formula 2 che ho in programma di seguire in differita. In una delle rare pause mi arriva un messaggio vocale Whatsapp direttamente da chi a Spa è come me impegnato in corsia box, accomunato dalla stessa passione. Nelle Ardenne infatti c’è Marco, che prima di essere un collega in quel di Imola è un amico che dopo diverse avventure insieme sui circuiti europei ha colto al volo l’occasione di partecipare al Gran Premio del Belgio come commissario ai box. So che è il suo primo servizio in una gara della massima formula e sono felice e curioso di avere sue notizie. Il messaggio vocale è suo e immagino ci sia qualcosa di molto interessante da non attendere la fine della giornata per i primi racconti. Purtroppo non è esattamente così.

Un messaggio preoccupante

«Claudio, sei sul “trabattello? Stai seguendo la Formula 2? Dammi notizie, qua sta succedendo di tutto… Abbiamo visto partire quattro ambulanze e le squadre di estricazione verso l’Eau Rouge. C’è un incidente gravissimo ma sui monitor non abbiamo immagini…parlano addirittura di un morto ma non riusciamo ad avere notizie! Per piacere fammi sapere!». Ricordo bene la mitica Eau Rouge e la ripidissima salita verso il Radillon. Uno spettacolo da brividi che ho apprezzato da commissario alla sei ore del 2015 proprio insieme a Marco. Purtroppo ricordo anche lo sgomento quando, nella mattinata, la gara della Porsche Cup UK venne sospesa per un terribile incidente proprio in cima a quella collina. Ricordo le ambulanze, le vetture di servizio e le sirene. La rimembranza non mi fa stare tranquillo. Sui siti di automobilismo le notizie sono ancora assenti, Sky Sport F1 non manda in onda replay dell’incidente ed ha addirittura interrotto il collegamento da Spa. Altro bruttissimo segnale. Cerco qualche immagine su YouTube e finalmente trovo conferma. L’incidente è scaturito da una carambola all’ingresso del Radillon e lo schianto tra le vetture di Correa e Hubert è stato terribile. In particolare la vettura della BWT Arden di quest’ultimo è letteralmente esplosa colpita in pieno da quella dell’americano, polverizzatasi all’anteriore e ribaltata in cima alla collina. Non trovo molto altro ma mi si gela il sangue. «Sì Marco, è Hubert che ha avuto la peggio». Non riesco a dire altro, ho solo molta paura.

La Pit Lane è muta

Devo tornare ad occuparmi delle vetture in pista, bandiera verde, pit lane aperta, c’è gara 2 della Formula 4. Intanto però penso a quel nome, Anthoine Hubert ed ancora una volta i ricordi arrivano in fretta. Era il 2014 quando lessi il suo nome su una delle tante Formula Renault dei piloti provenienti dall’Eurocup che partecipavano da ospiti alla gara imolese del campionato ALPS, in una giornata tanto simile a quella che sto vivendo. Aveva un grande amico, un altro diciottenne francese di nome Gasly e penso alla bella carriera che hanno fatto quei due ragazzini di passaggio nella Motor Valley che come tanti altri ho visto correre e crescere insieme a me. Spero che le notizie che si rincorrono a Spa siano solo voci incontrollate. Spero fino alla pausa successiva poi, poco dopo le 18,30, arriva la conferma. Il messaggio a Marco è breve: «Hubert è morto». La sua risposta lo è altrettanto: «Lo so, lo abbiamo sentito dalle radio dei capiposto in pit lane. C’è un clima surreale». Lo stesso che in fretta piomba anche su Imola.

Hubert colse la pole position a Imola nella prima gara della Formula Renault ALPS 2015 (Fast Lane Promotion)

Un’ unica famiglia

Rientrando a casa i messaggi con Spa si susseguono. Marco mi racconta la sua esperienza in diretta mentre riguardo decine di volte le immagini dell’incidente per cercare di comprendere, approfondire, capire. Siamo ufficiali di gara, conosciamo le gare e i loro rischi. Ma è anche dentro di noi la voglia di andare a fondo per fare sempre qualcosa di più per i piloti. O forse per non pensare troppo a quanto una perdita possa farci soffrire. Non ho il tempo di riflettere più tanto perchè dopo qualche ora di sonno è già ora di ritornare in pista per le gare della domenica. Appena giunti ai box riceviamo una comunicazione: sulla griglia di gara 3 della Formula 4 osserveremo un minuto di silenzio insieme a piloti e squadre esattamente come in Belgio. La notizia mi rende stranamente felice nel momento di tristezza perché sento la commemorazione come un atto dovuto ma molto sentito per unirci a chi con Anthoine ha corso e lavorato insieme. Arrivato in griglia ritrovo il solito clima di ogni partenza: vetture che arrivano a schierarsi tra meccanici indaffarati con i carrelli portagomme, ingegneri impegnatissimi a comunicare in cuffia, fotografi che cercano uno scatto spettacolare, amici ed invitati che si scattano “selfie” accanto ai piloti che cercano concentrazione. Poi, alla comunicazione del minuto, lo stesso clima surreale vissuto a Spa nei racconti di Marco si è ricreato all’Enzo e Dino Ferrari. Il silenzio è sceso sul rettilineo di Imola occupato da centinaia di persone intorno alle vetture già schierate e precedute dai piloti con i loro caschi poggiati a terra, proprio come noi ufficiali di gara schierati lungo la linea di bordo pista abbiamo fatto coi nostri. Un minuto, solo sessanta secondi, ma forse i più intensi che ho avuto modo di vivere in quindici anni di servizio in pista, quelli in cui mi passano davanti ricordi di gare, auto, nomi, gioie e dolori. Ma soprattutto tante emozioni, quelle che uniscono chiunque metta piede in un circuito e delle quali dobbiamo ringraziare soprattutto loro, i piloti, quegli esseri apparentemente straordinari ma così umani. Tanto da essere pronti a rischiare la vita sino alle estreme conseguenze per rincorrere i sogni che avevano da bambini. Cioè gli stessi sogni che avevo anche io alla stessa età. In un minuto ho capito che, dove ci sono automobili che corrono, ci si ritrova ad essere un’unica grande famiglia in cui quando qualcuno viene a mancare possiamo solo impegnarci più di prima e tornare a correre. Forse ancore più uniti anche a distanza di migliaia di chilometri, come in questo minuto tra Imola e Spa.

Ciao Anthoine!

Il ricordo di Anthoine Hubert nella puntata di “Formula 1 – Drive to Survive” dedicata a Spa 2019 (gumby on YouTube)

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