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F1 – Gp d’Olanda: una marea orange per Max Verstappen, buon weekend per Ferrari

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C’è da dimenticare l’episodio spartiacque di una settimana fa, c’è da ridare lustro ad una Formula 1 che rischia di perdere appeal anche a causa dell’annunciato ritiro di Kimi Raikkonen, il Gp d’Olanda è un carico di attese e responsabilità… che non verranno disattese.

La partenza. Al pronti via i primi sei piloti staccano bene, complice anche il rettilineo corto entrano alla prima curva nello stesso ordine in cui erano partiti. Chi ha evidenti difficoltà invece è Giovinazzi che nel giro di poche curve perde addirittura tre posizioni, dopo aver tentato un sorpasso azzardato su Sainz, una a vantaggio di un indemoniato Fernando Alonso.

Dei primi undici solo Russel monta delle intermedie, tutti gli altri sono su morbide.
 
La gara procede con Hamilton e Verstappen che giocano all’elastico riducendo ed aumentando il divario giro su giro, dietro Leclerc dimostra di non averne a sufficenza per supererare l’Alpha Tauri di Gasly in quarta posizione. In fondo alla classifica troviamo ancora una volta Perez che fatica tra Williams e Haas.
 
La pista olandese si conferma una delle più belle e spettacolari del mondiale ma sorpassare è veramente difficile, nelle Scuderie si sta lavorando allacremente per riuscire a sfruttare al meglio i pit stop considerando anche che nel frattempo la pista diventa ogni giro più veloce.
 
Il primo a fermarsi davanti è Hamilton al 21° giro, un pit stop lento che spegne sul nascere ogni velleità del campione del mondo in carica di riuscire nell’undercut su Verstappen. La RedBull ad ogni modo risponde subito riportando il proprio pilota, in uscita dai box, davanti ad Hamilton, mentre lo scudiero Bottas ora guida la gara. Perez sarebbe senz’altro un aiuto non da poco in un momento del genere, aprirebbe ad una diversificazione di strategie che la RedBull oggi non si può permettere: la Mercedes può giocare in Team, Max è da solo, ma unicamente in pista perchè sugli spalti ogni suo passaggio è accompagnato da un boato assordante, una marea orange lo acclama e lo spinge a dare il meglio di se.
 
Gasly rientra al 25° giro, proprio nel momento in cui Leclerc lo riesce finalmente a mettere nel mirino del proprio Drs, la strategia Alpha Tauri era proprio questa ed avere avuto la possibilità di essere arrivati fin qui senza aver dovuto anticipare il pit stop mette una seria ipoteca al risultato della giornata, dall’altro lato della barricata Ferrari poteva sicuramente giocarsela diversamente chiamando magari anticipatamente Sainz per mettere fretta agli avversari o almeno diversificare la strategia. Davanti Verstappen raggiunge Bottas che si fermerà evidentemente una sola volta, il finlandese dovrà fare da tappo al pilota RedBull per permettere ad Hamilton di recuperare più tempo possibile. Ma se la pista è nemica dei sorpassi, è sicuramente amica di Verstappen che riesce a sbarazzarsi dell’avversario in un paio di giri.
 
Da qui la gara non vede più grandi avvicendamenti tra le prime posizioni anche se nel finale si riaccende il dramma, una comunicazione tardiva rischia di far saltare il punto del giro veloce a Lewis Hamilton, la Mercedes è costretta a richiamare il proprio cavallo di punta ai box al 71° giro per riuscire a portare a casa una sconfitta meno dolorosa.
 
Verstappen si laurea campione del Belgio ed aggiunge un mattoncino alla corsa al suo primo titolo mondiale. Bene le Ferrari, 5° e 7°, benissimo l’Alpha Tauri con Gasly che chiude quarto una gara strepitosa con una posizione mai messa in discussione.
 
Oggi lo spettacolo, e soprattutto l’atmosfera, non sono di certo mancati, tra sette giorni si entrerà ancora più nel vivo della corsa mondiale e toccherà a Monza: le aspettative per il “tempio della velocità” non possono che essere altissime.

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