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F1: Gp d’Italia – Lo scontro dell’anno precede la rinascita dalle ceneri McLaren
Oggi Monza ricorda Silverstone per numero di celebrità messe in campo complice anche la biennale di Venezia: attori internazionali, influencer e sportivi abbondano per il circuito italiano. Il cielo è limpido, l’asfalto è caldo, il tempio della velocità è pronto a dare il meglio di se.
La partenza. Le sorprese oggi non sono all’ordine del giorno, ma del quarto d’ora. Al pronti via Ricciardo insegna ad Hamilton come partire dal lato sporco della pista dalla prima fila arrivando alla prima chicane davanti a Verstappen che cerca una linea pulita consapevole che la gara è appena cominciata. Dietro Lewis vede ed impara e a sua volta riesce in un’ottima partenza, alla seconda chicane supera nettamente Norris arrivando in entrata di curva spalla a spalla con Verstappen che non molla un centimetro: Hamilton finisce sul cordolo, perde trazione in uscita di curva e perde anche la posizione appena conquistata su Norris.
Capitolo Giovinazzi. Il ventottenne di Martina Franca parte bene, così bene che in entrata alla prima curva riesce a superare Sainz e addirittura impensierisce Leclerc. Ma qualcosa anche oggi tocca nella testa dell’italiano che se in Olanda si era presto scoraggiato oggi probabilmente si esalta eccessivamente: Giovinazzi senza spazio taglia di netto la variante della Roggia, al rientro in pista dovrebbe lasciare spazio a chi è più veloce di lui, ma nell’eccitazione del momento taglia la strada a Sainz, le conseguenze sono tutte per l’italiano che perde il musetto ma può continuare la gara. Da quel momento la gara è tutta in salita per lui, ma riuscirà comunque a centrare il 13° posto facendo registrare tempi molto vicini ai primi per buona parte della gara.
Il momento chiave. Ricciardo guida la gara inseguito da Verstappen, Norris ed Hamilton. Il primo dei quattro a rientrare è proprio Ricciardo, mentre la RedBull decide di tentare un pallido tentativo di overcut ma le gomme di Verstappen sono finite. L’olandese viene richiamato ai box nel giro di un paio di minuti più tardi nel tentativo di rientrare comunque davanti puntando sulla velocità del pit stop, ma qualcosa ai box non va, il fissaggio dell’anteriore destra da problemi e Verstappen è costretto a rientrare in pista con un ritardo di diversi secondi, la sua posizione può essere ora messa in discussione sia da Norris quanto da Hamilton che devono ancora rientrare. Passano pochi giri prima che gli ultimi citati vengano richiamati ai box, e anche questa volta se per la McLaren va tutto liscio (Norris rientra davanti a Verstappen), questa volta è la Mercedes ad avere problemi, e al rientro Hamilton si ritrova ruota a ruota con Verstappen. I contendenti al titolo si trovano ora a lottare per il terzo posto virtuale (davanti alle McLaren c’è Leclerc che deve ancora rientrare). I due entrano alla prima variante, uno incollato all’altro, Verstappen è il primo a non dare spazio, ma questa volta Hamilton non cede, è davanti, la chicane è sua, le due vetture entrano in conttato, la RedBull vola sui cordoli e finisce sopra la Mercedes che trascina fuori entrambe le vetture: gara finita, terminata, questo è tutto amici per oggi per i contendenti al titolo.
Guerra di nervi. La gara riprende dopo la safety car, con le Ferrari, con gomme dure appena montate, che vengono fagogitate da Mercedes e RedBull, finendo dove avevano cominciato (quinto e sesto) e continua con i primi sei che viaggiano sugli stessi tempi per una quindicina di giri senza che nessuno riesca a sorpassare; Bottas in realtà ci prova un paio di volte, ma nel momento di allungare finisce per essere ripreso dal Checo Perez sulla cui testa pende – niente di nuovo – una penalizzazione di cinque secondi per aver sorpassato Leclerc tagliando una chicane.
La rivincita dei secondi. Lo scontro del 26° giro ci regala una gara poco entusiasmante ma di sicuro intensa in cui a farla da padrone sono le seconde guide come Bottas e Perez, e anche per McLaren è Ricciardo a prendersi la scena tornando sul gradino più alto del podio, a distanza di 3 anni dall’ultima volta, in una gara in cui ha saputo gestire il ritmo fino all’ultimo giro, andando a guadagnarsi addirittura il giro veloce di giornata: ben fatto! Dietro all’australiano si conferma Norris, quindi Bottas e Leclerc, Perez chiude terzo ma finisce quinto in virtù dei cinque secondi di penalizzazione davanti a Sainz.
Una doppietta quella McLaren che sa di storia, un podio che se fosse stato chiuso da Leclerc avrebbe fatto subito correre la memoria al periodo a cavallo degli anni 90: risale ad 11 anni fa l’ultima doppietta McLaren, a nove anni fa l’ultima vittoria.
Appuntamento quindi per il prossimo appuntamento mondiale a Sochi per il Gp di Russia, atteso per il 26 settembre.
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