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Stadio – Sabatini: “Bologna, il mio addio più doloroso, ma non mi sono dimesso. Mihajlović? Ha tutto per diventare grande”

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Intervistato dal Corriere dello Sport-Stadio, l’ex coordinatore delle aree tecniche di Bologna e Montreal, Walter Sabatini, ha parlato della sua separazione con il Bologna, del suo rapporto con Mihajlović e dei possibili obiettivi dei rossoblù:

Non mi sono dimesso dal Bologna, c’è stato un corto circuito. Ho solo scritto a Saputo, dopo una brutta sconfitta, dicendo che ero a sua disposizione per qualunque decisione volesse prendere. La mattina dopo è venuto in ufficio e mi ha detto che era meglio che le nostre strade si dividessero. A me basta poco, una parola, ma anche un’occhiata sbagliata. Sono fatto così, mi accendo. Ho capito che dietro quella parola di Saputo c’era una sua delusione e sono passato all’atto. È stato senza dubbio l’addio più doloroso della mia carriera, mi mancano il club e la città. Se il Bologna dovesse prendersi l’Europa sarà una riabilitazione nei confronti del calcio. Non chiedo altro

Sabatini si sofferma anche su Mihajlović: “Ogni tanto lo sento, è un uomo sensibile e tenero. Dovrebbe lavorare sulle sue priorità e diventare un grande allenatore, non un allenatore invischiato in troppi luoghi comuni. Ha tutte le risorse intellettuali e di esperienza per scappare dai suoi cliché e diventare un grande. Parlo dei cliché che gli hanno affibbiato del sergente di ferro, dell’uomo che fa crollare gli spogliatoi e attacca i giocatori ai muri. Un grande allenatore non ha bisogno di scenate, ma di dire cose, contenuti”.

Fonte: Giancarlo Dotto – Corriere dello Sport Stadio

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