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Una gara da mito – GP del Messico 1964, quando Surtees entrò nella leggenda

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Il mondiale di Formula 1 del 1964, che assegnò il quindicesimo titolo piloti, si articolò su dieci gare. Il campionato vide tre contendenti arrivare all’ultimo atto, a Città del Messico, separati da pochi punti. Graham Hill, John Surtees e Jim Clark si giocarono il tutto per tutto nell’appuntamento all’allora chiamato Autodromo de la Ciudad de Mexico Magdalena Mixhuca, al quale arrivarono con la graduatoria che recitava: Hill 39 punti, Surtees 34, Clark 30.

Considerando la regola degli scarti, che rendeva eleggibili per la classifica solo i sei migliori risultati, il risultato finale appariva tutt’altro che scontato. È necessario ricordare anche l’assegnazione dei punteggi dell’epoca, che premiava i primi sei. Il vincitore della gara guadagnava 9 punti, poi 6-4-3-2-1.

In Messico nessuna rossa con il cavallino rampante

Vale la pena sottolineare che, di quella gara, non troverete foto di Surtees e Lorenzo Bandini, suo compagno di squadra, a bordo di Ferrari rosse, ma bianche e blu. E nemmeno dell’occasionale terzo pilota, l’eroe locale Pedro Rodriguez. Livree celebrative della casa della Motor Valley? No, affatto. All’epoca non c’erano ancora queste usanze moderne. Il motivo era una protesta di Enzo Ferrari dopo la mancata omologazione come GT della 250 LM, una storia intricata di politica sportiva. In ogni caso che le monoposto del cavallino si presentarono a Città del Messico con i colori bianco-blu nella N.A.R.T., la scuderia del concessionario americano della casa di Maranello.

Una lotta a tre (più uno)

La qualifica vide primeggiare Clark, seguito da Dan Gurney e Lorenzo Bandini. Quarto partì Surtees, poi Spence, Hill, Brabham, Bonnier, l’idolo locale Pedro Rodriguez, sulla terza Ferrari iscritta, sempre nei colori N.A.R.T. e Bruce McLaren. La vettura di Surtees, temendo problemi di affidabilità, montava un motore a otto cilindri al posto di quello a dodici. Una scelta che, nelle prime battute, non si rivelerà felice. Alla partenza la miscela aria-benzina non si rivelò ottimale, anche per via dell’aria rarefatta a quelle altitudini, così l’inglese perse molte posizioni scivolando al tredicesimo posto. Col passare dei giri la situazione però iniziò a migliorare.

Mentre “il figlio del vento” potè dare inizio alla sua rimonta, nelle posizioni di testa Clark cercò di scappare, con Gurney intento a spremere più che poteva la sua Brabham per non perdere terreno. Dietro di loro Hill si trovò coinvolto in una lotta aspra con Bandini che, da abile uomo squadra, cercò di mettere il bastone tra le ruote al capoclassifica.

Al giro 31 John Surtees riuscì a portarsi in quinta posizione e Bandini spianò la strada al compagno: arrivati al tornantino, Hill tenne una traiettoria esterna, mentre il romagnolo coprì l’interno. L’inglese sembrava più veloce ma, in uscita curva, le traiettorie dei due collimarono con l’anteriore sinistra di Bandini che colpì la posteriore destra del contendente al titolo. Bandini proseguì la corsa mentre Hill fu vittima di un testacoda. La dote dello scontro con il pilota italiano fu uno scarico piegato, la cui riparazione costò due giri al portacolori della BRM. Davanti, nel frattempo, Clark continuò la sua corsa verso la vittoria di gara e titolo.

Le vetture di Bandini e Hill dopo l’incidente al tornantino (source: espn.com, copyright to the owners) 

Clark e la beffa del propulsore Climax

A tre giri dal termine, la Lotus 33 dello scozzese accusò un problema al condotto di lubrificazione del suo motore Climax, scivolando fino al quinto posto finale. Il mondiale sembrò quindi sorridere a Graham Hill, che dovette fare nuovamente i conti con Lorenzo Bandini il quale, trasformatosi nello scudiero del proprio compagno di scuderia, si fece superare da Surtees. Dan Gurney tagliò il traguardo trionfante a bordo della sua Brabham seguito quindi dal neocampione Surtees, terzo arrivò Bandini.

La regola degli scarti fu dunque determinante per la prima volta nella storia. Hill infatti aveva 41 punti totali, ma dovette fare a meno dei due punti ottenuti nel GP del Belgio. Solamente nel 1988 si ripetè questa eventualità, in occasione del primo titolo di Ayrton Senna.

Il britannico John Surtees divenne così il primo pilota iridato sia nel motomondiale che nel campionato iridato di Formula 1, scrivendo un record ancora oggi unico, e forse irripetibile, nel panorama motoristico globale. 

Il video celebrativo di Ferrari sul GP del Messico 1964 (source: YouTube – Ferrari, copyright to the owners)

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